27 gennaio 2014
9:46

Giorno della memoria: la diretta dal Mandelaforum

diretta

Aggiornamenti

27/01
13:12
La diretta finita
Si conclude la diretta di Toscana Notizie. Grazie a tutti
27/01
13:10
I ragazzi lasciano il palazzetto
Con la musica di Enrico Fink e dell'orchestra multietnica di Arezzo si conclude il meeting toscano del giorno della memoria. I diecimila del Mandela Forum (sessantamila dalla prima edizione) lasciano il palazzetto dello sport di Firenze. Shalom a tutti.
27/01
13:00
"Non dimentichiamo gli emigrati morti nel Mediterraneo"
Le ultime immagini dal Mandela Forum di Firenze gremito di ragazzi sono quelle, sul grande schermo, di un bagnino di Scicli e di un carabiniere di una caserma siciliana. "I Giusti ci sono anche oggi" introduce dal palco Ugo Caffaz, conduttore del meeting 2014 assieme a Giovanni Gozzini. I giusti di oggi sono anche coloro che ogni giorno cercano di combattere quel genocidio che ha trasformato il braccio di Mediterraneo tra l'Africa e l'Italia in una fosse comune con 20 mila morti in fondo al mare, tutti emigrati fuggiti dai loro paesi per cercare altrove un futuro migliore. 'Giusti' come le forze dell'ordine in servizio ogni giorno, 'giusti' come un giovane bagnino che si tuffato nel mare in tempesta per salvarne almeno qualcuno.
27/01
12:45
Nissim: "Qualcosa si pu sempre fare"
C' un'associazione che si occupa di rintracciare i Giusti di tutto il mondo. E' l'associazione Gariwo, la Foresta dei Giusti. "Si pu fare sempre fare una piccola cosa che rende il mondo diverso - dice sul palco il presidente che la guida, Gabriele Nissim. . C' sempre, ovunque, un piccolo margine di libert ". E'l'eredit che ci consegnano i Giusti di ieri e di oggi. "E se siete stati qui per tre o quattro ore, ad ascoltare - aggiunge il presidente, rivolto ai ragazzi -, vuol dire che c' ancora speranza: un grande segno di maturit vostra e della Toscana". "Chi nega che quei crimini ci siano mai stati lo fa per dar la possibilit che in futuro accada di nuovo - conclude - Utilizzare quel margine di libert che tutti abbiamo e la memoria viva sono le armi per combatterli". Anche quando non ci saranno pi testimoni diretti e sopravvissuti dai campi con cui parlare, anche quando i Giusti di ieri non ci saranno pi . Nissim ha scritto una lettera a Papa Francesco per chiederli di ricordare tutti coloro che nel mondo si sono opposti ai genocidi di oggi.
27/01
12:35
Il genocidio in Cambogia
I genocidi non appartengono purtroppo solo al passato. Tra i Giusti di oggi, Claire Ly, sopravvissuta e testimone del genocidio cambogiano da parte dei Khmer rossi poi rifugiatasi in Francia dove vive tuttora, racconta la sua Cambogia: terra di esperimento di ideologia applicata dove sono stati assassinati 2 dei 7 milioni di abitanti dal regime di terrore nel paese a partire dal 1975, fino al 1979. "Una terribile politica di purificazione in nome del comunismo e di una nuova societ autarchica e chiusa all'esterno. Di qui il massacro di intellettuali e la dirigenza del paese e i monaci buddisti che avrebbero potuto portare idee diverse e contro lo scopo degli Khmer. Dovevano essere distrutti i legami sociali di qualsiasi tipo. Abbiamo il dovere di chiedere a noi stessi come sia stato possibile, capire, comprendere senza relativizzare i crimini per rispetto delle vittime. E' nel silenzio imposto dai carnefici alle vittime, nella richiesta inevasa del perch di quanto accade, che vivono le radici dell'orrore. Dobbiamo avere memoria viva di quanto abbiamo alle spalle per preparare il nostro avvenire e non ripetere atti atroci".
27/01
12:15
Una carta di identit falsa per sfuggire alla morte
Tanti furono le persone che durante l'Olocausto fecero finta di non vedere. Molti per non si chiusero gli occhi e tanti sono stati i giusti, che a rischio della loro vita, hanno salvato ebrei altrimenti destinati alla deportazione e alla morte. E' successo in Germania. E' successo in Italia e in Toscana. Uno di quei salvatori proclamati giusti tra le nazioni Antonio Gigli, negli anni Quaranta capo ufficio anagrafe a Borgo San Lorenzo in provincia di Firenze. Racconta la storia il figlio Paolo. Il padre falsific carte di identit per salvare la vita alla famiglia Spiegel: Renato, la moglie Yaffa e la sorella Dinah. L'anno scorso Antonio Gigli, assiema al parroco don Ugo Corsini che diede ospitalit alla famiglia ebrea, stato proclamato Giusto tra le Nazioni.
27/01
11:56
Il sindaco di Mauthausen: "Noi non c'eravamo ma siamo responsabili per il futuro
"Solo la pace e la libert sono la garanzia per la felicit degli esseri umani". Il sindaco di Mauthausen, Thomas Punkenhofer, ricorda alcune delle parole del giuramento pronunciato nel 1945 dai sopravvissuti al campo costruito nella propria citt , che fu una colonna portante del sistema di lager nazisti durante la seconda guerra mondiale. "Un mondo basato sulla giustizia sociale l'unica via per la cooperazione pacifica tra gli Stati e i popoli". Con questo intento la citt di Mauthausen ha voluto stringere la mano a Prato, a Firenze, alla Toscana e alle tante citt da dove deportati sono stati portati nei lager nazisti. La domanda,senza risposta, sempre la stessa: "Come possibile che persone normali diventino efferati assassini?" "La mia generazione - dice il sindaco, nato nel 1975 - non ha nessuna colpa dei crimini della storia. Noi non abbiamo alcuna responsabilit per quanto accaduto nel passato. Ma la mia generazione e noi tutti siamo responsabili del futuro al quale andiamo incontro".
27/01
11:55
Quanti Giusti a Pontedera nel ricordo di Maria Cividalli
"La mia famiglia si era rifugiata vicino a Pontedera in una mezzadria di famiglia, il fattore era Giuseppe Dani - racconta Miriqam Cividalli -. Mia madre fu ricoverata in ospedale per un intervento e rischi immediatamente di essere segnalata con la famiglia perch ebrea. Io e mia sorella Carla, con mio padre, fummo accolti nella casa del fattore, si stava come in vacanza tanto fu calda l'accoglienza. Ma la situazione diventava sempre pi pericolosa; per fortuna una rete protettiva di brave persone ci tutel e ci salv . Riuscimmo a raggiungere la Svizzera e la mia famiglia fu salva, anche se mia madre, mai rimessasi dalla malattia dopo aver lasciato indenne l'ospedale, mor subito dopo. Il nostro pensiero grato va a tutti coloro che ci hanno aiutato, molto rischiando loro stessi, ma senza pensare a quanto poteva succedere".
27/01
11:35
"Ricordare fin quando non ci sar pari dignit per tutti"
Il rischio di giornate come anche quelle sulla memoria che diventino, anno dopo anno, solo una vuota ricorrenza. "Lo pensavo anche io - confessa Kleoniki Valleri, presidente del Parlamento degli Studenti della Toscana - ma qui mi sono dovuta ricredere". La ragazza invita a guardare al passato ma anche al presente, alle tante discriminazioni quotidiane di cui ciascuno testimone, per costruire "un futuro dove ci sia nel mondo pari dignit per tutte le persone". "Solo allora - conclude - potremo smettere di ricordare". Oggi, ancora, non possibile.
27/01
11:30
Antonio Ceseri, il massacro dei militari italiani internati
Antonio Ceseri uno dei militari italiani internati nei campi di prigionia tedeschi dopo che rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale dopo l'armistizio. "Io stavo in Marina, ma fare il soldato non mi piaceva. Sono finito nel lager a Treuenbrietzen insieme a 150 altri militari italiani e ci misero a lavorare in fabbrica. Il 23 aprile del 1945 le SS ci portarono fuori ci misero in fila e cominciarono a sparare con le mitragliatrici e poi ci coprirono di terra sotto la pioggia. Io mi salvai perch finii sotto altri corpi, aspettai qualche ora non sentivo pi nessuno, mi aprii la strada nel fango e trovai altri due compagni sopravvissuti. Camminando coperti di sangue e di terra trovammo i russi e poi tornai in Italia. Dove mi rimisero su un cacciamine! Ma sono ancora qui".
27/01
11:15
Martini: "Vita sospesa, costretti a lottare per una buccia di patate"
"Dopo Fossoli ho sceso il primo gradino verso l'inferno, un cammino verso un buco nero dove la logica umana completamente sovvertita". Inizia cos il racconto di Marcello Martini per spiegare come l'orrore dei campi di concentramento. Staffetta partigiana di Montemurlo, in provincia di Prato, lui era adolescente all'epoca: uno dei tanti deportati politici. Fu internato a Mauthausen. "Nei campi la vita come sospesa. Per i tedeschi non eravamo pi uomini ma 'stuck', pezzi, costretti a lottare con le unghie anche per una buccia di patata.
27/01
10:56
Il freddo e i pidocchi nei ricordi di un'altra deportata bambina
"Ci tolsero le scarpe e ci diedero degli scarponcelli: sopra di tela e sotto di legno. Con quelli dovevamo camminare ogni giorno nella neve e i piedi erano sempre zuppi e bagnati". Nei campi di sterminio si pativa la fame. Ma Kitty Braun Falaschi, deportata a Ravensbruck a nove anni e poi a Bergen-Belsen, ricorda soprattutto il gran freddo e i pidocchi. "Li prendemmo dopo pochi giorni. Ce li toglievamo e li schiacciavamo con le dita: per il sangue avevo dopo pochi giorni le unghie nere".
27/01
10:46
Il dolore per il cuginetto Sergio
Ogni volta il ricordo pi triste per le sorellina Bucci quello del cuginetto Sergio, che dai campi non tornato vivo. I ragazzi le si stringono attorno con un lungo applauso. Una custode del campo le aveva avvertite che il giorno dopo avrebbero chiesto ai bambini chi voleva raggiungere la mamma. "Rispondete di no" le aveva scongiurate. Lo dissero anche a Sergio, ma lui fece un passo in avanti. Il cuginetto fu deportato a Birkenau assieme a loro. Pi tardi fu trasferito ad Amburgo. Assieme ad altri diciannove ragazzi divenne una cavia per esperimenti, ucciso dai tedeschi che con l'esercito alleato alle porte cercarono di far sparire ogni prova, impiccato su un gancio da macellaio.
27/01
10:42
Ad Auschwitz a giocare con le palle di neve
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27/01
10:40
Andra: "La nonna e la zia furono subito gasate"
Andra Bucci all'epoca della deportazione aveva sei anni. "Il treno era stipato di gente,un vaso in un angolo per fare i bisogni". All'arrivo a Birkenau l'accolsero urla e cani che abbaiavano. L ci fu la prima selezione. "Noi ci incamminammo a piedi verso il campo. La nonna e una zia furono invece fatte salire su un camion: pi tardi abbiamo saputo che furono subito gasate"
27/01
10:35
Tatiana: "Quella notte in cui ci bussarono alla porta"
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27/01
10:30
Rossi: "Fermare l'orrore per sempre il nostro compito"
"Voglio chiudere senza dimenticare le responsabilit dell'Italia, che troppe volte tendiamo a dimenticare e sottovalutare. Il fascismo ha le stesse colpe del nazismo, ne stato l'incubatore e il complice fino alle leggi razziali del 1938 e alla persecuzione degli ebrei e dei diversi di ogni tipo che furono inviati nei campi di sterminio senza rimorsi ed esitazioni ha concluso il presidente della Toscana -. Dobbiamo essere vigili, attenti a non far rinascere in alcuna forma la violenza razzista e genocida. Ne abbiamo esempi vicini, dalla ex Jugoslavia a quanto accade ora in Africa fino alla Siria. Il nostro dovere che l'orrore venga fermato e non possa ripetersi".
27/01
10:28
Rossi: "No alla paura del diverso che porta solo violenza"
"Il nazismo stato l'esempio pi grande di quanto la paura dell'ignoto possa trasformarsi in violenza verso il pi debole facendone un utile capro espiatorio - ha proseguito il presidente Rossi -. Cos si comincia comprimendo i diritti, da quelli economici a quelli civili, e senza freni si arriva alle leggi razziali e alle logiche dello sterminio". La mostruosit della normalit che trova la d sua giustificazione nell'obbedienza cieca, ha proseguito il suo ragionamento Rossi, "che si pu combattere solo tenendo alto il giudizio critico, la capacit di avere un pensiero libero e aperto al cambiamento".
27/01
10:25
Rossi: "Grazie alle scuole che sono qui"
"Innazitutto grazie alle scuole che sono qui, ai ragazzi che vengono a portare la loro volont di sapere - ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi di fronte alla platea attenta del Mandela forum -. E' grazie a questa volont che ha sempre funzionato il Treno della Memoria, che faremo ripartire l'anno prossimo perch una buona abitudine che non abbandoneremo". Vedere importante, ha aggiunto Rossi, per capire quanto accaduto e sentirlo dentro "come accaduto a me per primo". "Vedere fa venire le idee, e le idde giuste servono per cogliere l'enormit di quanto accaduto e lavorare perch non possa ripetersi"
27/01
10:20
Il saluto dell'Unione delle Province Italiane
"Siamo qui in tanti a dire un no forte a ogni violenza, al razzismo, alla xenofobia, alle forme cieche e gratuite di sopraffazione ha detto Andrea Pieroni portando il saluto dell'Unione delle Province Italiane che sono nutrite dall'ignoranza. Ecco perch il ruolo della scuola, il vostro ruolo di studenti essenziale. Dovete, dobbiamo tutti sapere per reagire, per ricordare ad esempio quanto di terribile, accanto a conquiste importanti e buone come la democrazia, ci ha lasciato il '900 con tutti i suoi genocidi; una assunzione di responsabilit che tocca a tutti noi per consegnare a questo secolo soprattutto l'esempio dei Giusti delle Nazioni e farne davvero un secolo di pace"..
27/01
10:08
L'importanza di ascoltare dai sopravvissuti
"A me andare ad Auschwitz con un sopravvissuto ha cambiato la vita" confessa il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Per questo iniziative come il treno della memoria o il meeting della memoria sono importanti. "Ci sono andato anni con Nedo Fiano, uno scrittore fiorentino che oggi vive a Milano ed sopravvissuto alla deportazione. Con lui ho iniziato a capire cosa stato l'Olocausto". Poco prima il sindaco aveva ricordato l'importanza dei valori da custodire: valori rappresentati da un nome, come quello di Nelson Mandela a cui dedicato il palazzetto dello sport di Firenze, l'uomo che ha combattuto l'apartheid in Sudafrica,o rappresentato da una medaglia d'oro, quella in ricordo della Resistenza di cui si pu fregiare Firenze.
27/01
10:05
Renzi: "Di destra o di sinistra, non potete far finta che sia stato un film"
"Potete essere di destra o di sinistra, potete votare o scegliere di non votare. Quel che non potete fare far finta di credere che questo sia stato un film o che non sia accaduto". Matteo Renzi, sindaco di Firenze, lo ricorda ai ragazzi. "Quel che non potete fare - aggiunge - dimenticare. I sopravvissuti che sono oggi qui sul palco non vi stanno raccontando una storiellina. Vi dicono cose accadute".
27/01
10:00
Caffaz: "Per capire l'Olocausto occorre prepararsi"
Dal palco Ugo Caffaz, motore da sempre del treno e del giorno della memoria, d avvio al meeting 2014. "Anni fa ci siamo resi conto che per andare ad Auschwitz e capire occorreva prepararsi. Questa giornata e tante altre iniziative si inseriscono in questo solco". "Siamo anche qui - aggiunge - per rendere omaggio ai tanti barbaramente assassinati, molti senza nome e senza ricordo"
27/01
9:50
Sul palco pronti i testimoni
Enrico Flink e l'orchestra multietnica di Arezzo scendono dalle gradinate intonando una lenta e malinconica aria che assomiglia ad una preghiera. Al centro, sul palco, i sopravvissuti dell'orrore nazista e dei campi di concentramento sono gi l , pronti a raccontare ai ragazzi quello che hanno visto e non deve pi succedere. Ci sono Tatiana e Andra Bucci, le sorelline sopravvissute a Birkenau e al dottor Mengele, c' Kitty Braun Falaschi, anche lei deportata a nove anni, c' la staffetta partigiana Marcello Martini e c' il militare internato Antonio Ceseri sopravvissuto alla strage di soldati italiani di Treuenbrietzen.
27/01
9:33
Gi tanti ragazzi al Mandelaforum
I ragazzi e gli insegnanti stanno arrivando al Mandela Forum, nonostante la pioggia che ha rallentato il traffico. Il palazzetto dello sport di Firenze gi in buona parte gremito, con un palco aperto montato per l'occasione al centro

FIRENZE - "Chi salva una vita, salva il mondo intero. Alla ricerca dei Giusti". Stamani al Mandelaforum di Firenze insegnanti e studenti da tutta la Toscana ricordano l'Olocausto. L'evento, che Toscana Notizie seguir in diretta, conclude la settimana di iniziative dedicate dalla Regione al Giorno della Memoria, quest'anno in particolare alla responsabilit e ai Giusti nel mondo.

 

Parte da qui il percorso di approfondimento e riflessione che porter a gennaio 2015, ancora una volta, il Treno della memoria toscano verso Auschwitz. Il Meeting per la Memoria realizzato in collaborazione con l' Ufficio scolastico regionale della Toscana, Fondazione Museo della Deportazione di Prato e con Gariwo-La Foresta dei Giusti

 

Toscana Notizie, con l'occasione, esce oggi anche con un e-book sul treno della memoria e la memoria che in Toscana dura tutto l'anno.