Ambiente
28 settembre 2016
16:17

I numeri sul lapideo in Toscana

FIRENZE - La filiera dell'estrazione e della lavorazione di minerali una delle industrie che maggiormente caratterizzano il sistema produttivo toscano. E' una specializzazione storica, che nasce dalla presenza delle materie prime di alta qualit , destinate all'uso ornamentale o all'edilizia.

Si hanno marmi nel distretto apuo-versiliese (Province di Massa e Carrara e di Lucca, in particolare Comuni di Carrara, Fivizzano, Massa, Minucciano, Montignoso, Piazza al Serchio, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema, Vagli di Sotto), che rappresenta la pi rilevante realt dell'industria lapidea italiana (32% dell'export totale dei prodotti lavorati in pietra), alabastro a Volterra (PI), travertino a Rapolano (SI), ed altre realt pi piccole nelle aree dell'Amiata e dell'Appennino.

Il comparto lapideo occupa circa 8mila addetti in tutta la Toscana. Le imprese sono circa 2500 imprese (dati ISTAT del 2010), delle quali due terzi (5400) impegnate nelle attivit di lavorazione, 1400 (18%) nell'estrazione e 1200 (15%) nella produzione di beni strumentali legati alla filiera lapidea, che composta da pi fasi: preparazione del sito ed estrazione dei materiali, lavorazione e commercializzazione, oltre a comparti accessori come la produzione di macchinari per l'estrazione e la lavorazione.

Le attivit di estrazione e di lavorazione di minerali generano un valore aggiunto di circa un miliardo di euro, di cui circa tre quarti nelle attivit di lavorazione e un quarto nelle attivit di estrazione. Si tratta di circa l'1% del valore aggiunto totale regionale. Il peso della filiera molto pi elevato nelle province di Massa-Carrara e Lucca, dove estrazione e lavorazione di minerali rappresentano rispettivamente al 4% e al 2% del valore aggiunto provinciale totale, e il 27% e l'8% delle quote di valore aggiunto rispetto alle rispettive industrie provinciali.

E' soprattutto nella Provincia di Massa Carrara che l'industria lapidea ha un ruolo fondamentale per l'economia locale. Qui si trovano circa 100 imprese di estrazione (110 cave), 500 di lavorazione, 550 nelle attivit commerciali e 55 nella meccanica relativa all'industria lapidea.

La domanda estera rappresenta una componente fondamentale per i comparti lapidei toscani. Al 2012 stato stimato un ammontare di esportazioni regionali di circa 945 milioni di euro, di cui 195 di materie prime e 750 di prodotti lavorati. Dalla Toscana provengono oltre il 30% delle esportazioni italiane di minerali da cave e l'8% delle esportazioni italiane di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi.

Il settore lapideo, a differenza anche di altri settori industriali, risulta caratterizzato da dinamiche negative anche negli anni precedenti la crisi, avendo perso circa il 10% del valore aggiunto dal 2000 al 2008. In generale si ha una prestazione inferiore del 13% rispetto al totale dell'industria toscana, ma le attivit di estrazione hanno retto meglio alla congiuntura negativa, andando addirittura ad aumentare il valore aggiunto dal 2008 al 2012, mentre le attivit di lavorazione hanno mostrato una dinamica assai negativa.

I dati mostrano una crisi che va oltre la fase congiunturale, con caratteristiche pi strutturali. Si evidenzia un duplice andamento tra le attivit di estrazione e quelle di lavorazione. Nell'ultimo decennio l'industria della lavorazione dei minerali ha presentato una perdita media annua di valore aggiunto del 3% nel periodo 2001-2011, mentre il resto dell'industria toscana registrava -0,4% e l'intera economia regionale il 2,4%. Nello stesso periodo l'estrazione di minerali aumentata con un tasso annuo medio dell'1%. Le dinamiche dei mercati mostrano una tendenza del sistema lapideo ad aumentare l'export dei blocchi estratti anzich impiegarli in attivit di trasformazione all'interno del territorio toscano.

Da segnalare infine che in un quadro generale di crisi dove tutte le esportazioni toscane hanno mostrato dinamiche nel complesso positive (+30% l'aumento dell'export tra il 2008 ed il 2015), il settore lapideo ha realizzato risultati decisamente migliori sia per quel che riguarda il marmo estratto (+61,5% dal 2008 ad oggi) che per quello lavorato (+34.6%).

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