
FIRENZE - "Un uomo del popolo, operaio e sindacalista, divenuto leader politico e presidente di una grande regione italiana". Si chiamava Gianfranco Bartolini e a 20 anni dalla morte viene ricordato dalla presidenza della Giunta Regionale toscana questo venerd 16 novembre in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati (Piazza Duomo, 10) a Firenze.
L'iniziativa ("Gianfranco Bartolini: le sfide di un uomo del popolo alla guida di una Regione") si aprir alle 9:30 con l'intervento di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, articolandosi, mattina e pomeriggio, in cinque sessioni per essere conclusa - attorno alle 17:30 - da Alberto Monaci, presidente del Consiglio Regionale della Toscana.
"Bartolini, l'uomo, il presidente" - prima sessione - vedr gli interventi di Paolo Ranfagni, Alberto Brasca, Vito Vacchi: tre fra i pi diretti collaboratori del presidente Bartolini.
Vannino Chiti, Giuseppe Matulli e Claudio Alvaro Carosi, anche nel ricordo del confronto che avveniva in Consiglio Regionale fra esponenti di tre partiti storici della cosiddetta "prima Repubblica", animeranno la seconda sessione ("Bartolini e il regionalismo") mentre altri quattro esponenti politici (Anna Bucciarelli, Franco Camarlinghi, Giulio Quercini e Guido Sacconi) si riferiranno al "riformismo" bartoliniano.
La quarta sessione (inizio ore 15) vedr - sullo "Sviluppo della Toscana" - il confronto fra Alberto Magnolfi e Michele Ventura mentre sulla dimensione internazionale ("Il mondo visto della Toscana") interverranno Claudio Martini, Marco Mayer e Roberto Teroni.
Per ogni sessione previsto un coordinatore. Nell'ordine: Sandro Bennucci, Stefania Fuscagni, Andrea Manciulli, Vittorio Bugli, Fabrizio Pizzanelli.
Gianfranco Bartolini nacque a Fiesole il 17 gennaio 1927 e qui abit fino alla scomparsa avvenuta nell'ottobre del 1992. Operaio, iscritto al PCI fin dal 1943, partigiano nel 1944, fece parte del comitato direttivo della federazione comunista di Firenze dal 1956 e poi del comitato centrale del PCI.
Assessore al Comune di Fiesole e consigliere provinciale a Firenze, si dimise per dedicarsi all'attivit sindacale: segretario della Commissione Interna alle "Officine Galileo" fu, dal 1965, segretario generale della Camera del Lavoro fiorentina e, dal 1971, segretario regionale CGIL con incarichi sindacali di livello nazionale.
Eletto nel giugno 1975, nella lista del PCI e nella circoscrizione di Firenze, in Consiglio Regionale della Toscana, riport 9.488 preferenza e divenne vicepresidente della Giunta Regionale (vicepresidente di Lelio Lagorio e, dal settembre 1978, di Mario Leone) con la responsabilit diretta della programmazione economica e del bilancio.
Alle consultazioni successive (giugno 1980) venne eletto (lista PCI circoscrizione Firenze) con 15.489 preferenze e confermato vicepresidente e assessore (sempre a programmazione e bilancio, con presidente Leone) divenendo - dal 31 maggio 1983 - presidente della Giunta.
Alle elezioni regionali successive (maggio 1985) venne rieletto, nella stessa Circoscrizione, con 22.156 preferenze e subito eletto, per l'intera legislatura che si concluse nell'estate 1990 (la quinta), presidente della Giunta.
Le "sfide" cui il titolo dell'iniziativa in ricordo di Bartolini rimanda, hanno il comune denominatore delle "erre": riformismo, regionalismo, responsabilit . "Tre parole - stato scritto - che sottendono altrettante sfide portate avanti con passione e ostinazione nel corso dei sette anni in cui Gianfranco Bartolini fu presidente della Regione Toscana".