Editoria
15 settembre 2023
12:16

La comunicazione politica e la Toscana che cambia

La comunicazione politica e la Toscana che cambia

Da un trasloco verso una nuova casa esce fuori una vecchia scatola piena di fogli rigorosamente ordinati: la bozza di un libro “istantaneo”, da pubblicare subito, che metteva in bella copia appunti, sondaggi, interviste, agende fitte di date e nomi, illustrazioni e locandine di una campagna elettorale, quella ideata nel 2010 per la candidatura di Enrico Rossi alla presidenza della Toscana.

Una storia collocata nella prospettiva del momento, fatta di idee, iniziative, creatività, incontri con le persone, tempo speso per cercare di capire quale fosse il sentimento degli elettori e rispondere con una promessa di governo e di futuro da rendere comprensibile ed affidabile con poche ed efficaci parole.

Per qualche motivo quei fogli restarono nella scatola, forse messi da parte per far spazio a nuove urgenze e progetti più istantanei di un libro ed oggi di render giustizia e giusta memoria di questa avventura professionale tutta toscana ha deciso di farsi carico Guelfo Guelfi, comunicatore e pubblicitario di lungo corso e tredici anni fa coordinatore del Comitato per Enrico Rossi Presidente, valendosi dell’indispensabile aiuto di alcuni amici e di chi condivise con lui questa esperienza quotidiana, unica come uniche sono tutte le faccende che con la comunicazione hanno a che fare.

Da qui nasce “La bolla di sapone”, per i tipi di Fausto Lupetti Editore, presentato nella Sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi dal curatore del volume assieme ad Eugenio Giani, al pubblicitario Paolo Del Bravo, Antonio Sofi, autore Rai, l’amministratore delegato presso EMG Different Fabrizio Masia, che di quella campagna furono, a diverso titolo, protagonisti, lo storico Michele Battini ed il giornalista Stefano Fabbri.

Non sono molti i professionisti della comunicazione propensi a ritornare sulle cose fatte per riflettere in forma scritta sul loro lavoro del “dar senso alle cose”: una è Annamaria Testa, anche giornalista e saggista, che trova menzione nelle pagine nel libro. Quasi tutti gli altri risolvono nei risultati della loro attività il loro percorso creativo, perché si è convinti che le “bolle di sapone” parlino da sole, sfere iridescenti di competenze, saperi, numeri, passioni e competenze pensate per volare in alto, farsi notare, convincere, affascinare e poi svanire.

Diversa dai toni dominanti della comunicazione politica di quegli anni fu la scelta di affidarsi ai messaggi “Toscana avanti tutta, senza lasciare indietro nessuno” e “La Toscana che vorrei” che, spiega Paolo Del Bravo, “lasciavano da parte l’idea del consumatore-elettore tanto cara ai cattivi uffici marketing per parlare invece in modo diretto e orizzontale alle persone ed alle loro vite fatte di scelte e difficoltà quotidiane, alle loro motivazioni ed alle loro speranze, non alle “pance” ed agli istinti. Parole e idee che dominavano anche graficamente, nei grandi manifesti sei per tre, al posto delle grandi facce e dalle convenzioni che mettevano l’”immagine” prima di tutto”.

Nel libro Guelfi e gli altri autori vanno oltre l’analisi tecnica e comunicativa della campagna, intatta nella freschezza delle sue analisi, che resta il fulcro, negli argomenti e nei personaggi, attorno al quale prende forma il racconto di una Toscana profondamente diversa da quella di oggi nelle sue aspettative, nei modi in cui si percepisce e vuole essere percepita, nella sua struttura sociale e soprattutto nelle forme che le persone usano per stare assieme, confrontarsi e pensare il futuro.

“La bolla di sapone – nelle parole di Guelfi – racconta davvero e semplicemente quello che è successo tredici anni fa negli orari, negli incontri, negli imprevisti, nella vita delle persone che il tempo ha trasformato e oggi non sono più così nella fatalità delle cose che cambiano.”

Come nei casi più felici, le attività della comunicazione di tredici anni fa raccontate da “Le bolle di sapone” descrivono bene il tempo che è stato e la distanza da quello attuale, in uno spazio trasformato da crisi economiche, pandemia, cambiamenti demografici profondi, guerra di questi tragici giorni ed eventi che solo un decennio fa non erano neanche lontanamente immaginabili.

Senza dimenticare l’impatto che le mature tecnologie digitali hanno introdotto nelle vite di tutti.

“La campagna pensata per Rossi – aggiunge Guelfi – era fatta per incontrare persone nei bar e anche sui media allora “nuovi”, come facebook e twitter. Oggi tutto si svolge in poche settimane per i pochi interessati e l’impressione è che confronto politico sia stato sottratto all’attenzione ed alla partecipazione delle persone. Inutile anche cercare i bar, fisici e digitali. Anche quelli, a modo loro, sono chiusi.”

Nelle pagine del libro dati, statistiche, risultati di quella tornata elettorale, ma anche ministorie toscane di “cilingomme”, “stranguglioni” e “zizzole” quando fuori piove e fa freddo.

Anche comunicatori, pubblicitari e sondaggisti hanno un’anima e scrivono poesie. Quando nessuno li guarda.