18 gennaio 2017
17:03

Le parole che a volte non trovi

ANNETTE WIEWIORKA Auschwitz spiegato a mia figlia - EINAUDI
Mathilde un'adolescente francese di 13 anni, non diversa da tanti altri adolescenti. Di storia sa poco, ma un giorno vede un tatuaggio sul braccio di Berte, amica della mamma. Forse all'inizio solo curiosità. Fatto sta che Mathilde comincia a fare molte domande. E con le domande emerge anche una storia. Quella di Berthe, che fu tra le migliaia di ebrei parigini che nel luglio 1942 la polizia francese arrestò per ordine dei tedeschi. E quella di un'infinità di persone senza un nome e senza un volto. Per non facile rispondere a Berthe. Perchè ì nazisti spesero tante energie per sterminare milioni di uomini, donne e bambini, soltanto perchè erano ebrei? Perchè Hitler riteneva gli ebrei la maggior minaccia per il Terzo Reich? Chi sapeva quello che succedeva e chi poteva fare qualche cosa? Perchè gli ebrei non hanno opposto resistenza? Non basta dire: è così che andò. Poi mancano sempre le parole, di fronte all'inconcepibile.