Editoria
24 maggio 2023
11:54

Madonne fiorentine, il rinascimento di una tradizione

Madonne fiorentine, il rinascimento di una tradizione

Messere, o mio signore, e madonna, diminutivo di mia signora, alla maniera fiorentina, traslata poi solo nel tardo settecento in Inghilterra e in Francia dal comune uso dei termini “my lord” e “my lady”, che connotavano, nel loro significato arcaico, una precisa collocazione nella gerarchia sociale che andava oltre la semplice cortesia e implicava la “nobile nascita” o l’eminente posizione economica.

Di gentilezza e avvenenza soltanto si discorre quando si ragiona di “madonne fiorentine”, oggetto di ammirazione e scritti dai tempi di Dante e Boccaccio fino alle descrizioni settecentesche di Goro Dati ed alle pagine del poeta Dino Compagni.

Fiorentine di modi ed estrazioni diverse, che partecipavano alla vita cittadina ed ai suoi eventi, comprese le celebrazioni che nel rinascimento seguivano, nelle sale dei palazzi, le partite del “calcio in livrea”: alle più nobili ed eminenti, che alle feste più esclusive avevano accesso, venivano dedicate musiche e poesie ed ognuna designava se stessa ed il suo ruolo con l’eleganza delle vesti e dei gioielli.

A loro ed al ruolo che a partire dagli anni settanta del secolo scorso hanno rivestito nell’ambito del corteo del calcio storico è dedicato il libro di Liliana Fusi e Simonetta Piani “Madonne fiorentine” edito da Scribo, presentato a palazzo Strozzi Sacrati dalle autrici assieme al presidente Giani, Michele Pierguidi, presidente del Calcio Storico fiorentino delegato del sindaco alle tradizioni popolari e Luciano Artusi, da sempre anima della tradizione di tutto quello che oggi fa parte delle celebrazioni legate al Calcio Storico.

Il volume, che riporta in copertina un dipinto di Anna Cecchetti, nasce proprio su iniziativa ed impulso di Luciano Artusi, che nel 1970 propose di arricchire il corteo che accompagna il Calcio Storico, militare e civico nel suo senso più originale, con la presenza di una rappresentanza delle “Madonne”. A loro il compito di raffigurare le dame della nobiltà fiorentina con abiti di foggia rinascimentale, ispirati ai dipinti esposti nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti e del museo degli Uffizi.

Da qui il Gruppo delle “Madonne”, formalizzato negli uffici del Comune di Firenze qualche anno più tardi, ha iniziato, nelle parole di Liliana Fusi e Simonetta Piani “un complesso e paziente lavoro di documentazione che, partendo proprio dai dipinti conservati nelle gallerie fiorentine ed italiane, si è poi approfondito nella ricerca dei modi e delle mode rinascimentali nei dettagli dell’abbigliamento, guanti, mantelle, ventagli, ed anche dei balli, delle musiche e delle abitudini che accompagnavano le ricorrenze ed i ricevimenti della nobiltà cittadina, documentati nel libro nei dipinti dell’epoca e indossati nella loro moderna realizzazione per le sfilate del corteo storico”.

“Il libro – sottolinea Giani – è un punto di riferimento per ulteriori studi e approfondimenti su Firenze e la capacità evocativa del del Calcio Storico , contribuendo alla più approfondita conoscenza del corteo che non è semplice rappresentazione a margine della rievocazione, ma elemento di assoluta centralità del significato dell’evento, profondamente legato alle vicende storiche e politiche della città. La “partita dell’assedio” giocata a scherno delle truppe imperiali spagnole racconta la storia europea di dinastie e alleanze, Papi e sovrani ed è una parte di un elemento identitario fiorentino che racconta la storia del cinquecento nella bellezza dei costumi e nella rappresentatività delle categorie militari e civili raffigurate”.

I costumi che le Madonne indossano oggi sono quelli ispirati ai ritratti di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici, Eleonora Gonzaga dipinta da Tiziano, Lucrezia Panciatichi, solo per citare alcune delle Madonne che ispirano le vesti del corteo, e nelle loro storie e nelle pagine del libro il senso delle tradizioni di una città che vuole presentarsi unica e viva agli occhi di chi la visita e la abita.