Editoria
28 settembre 2023
10:22

Parole antiche e cose di paese. Giani: “L’importanza del dialogo fra generazioni”

Parole antiche e cose di paese. Giani: “L’importanza del dialogo fra generazioni”

Pagine popolate da voci di famiglia che accompagnano la crescita di un bimbo in un borgo toscano, come altri ce ne sono nella provincia di Siena, dove gli anni settanta del secolo scorso sono immersi in un tempo indefinito e particolare fatto di abitudini nuove e moderne adattate a modi di vivere scanditi da ritmi e persone di un altro tempo.

Ci sono i nonni che han fatto mestieri antichi, le acacie onnipresenti a decoro della strada principale del paese, il mercato settimanale con i balocchi e un po' di oggetti per la casa di quelli visti in televisione, ma non proprio tutti e le presenze familiari di genitori, parenti, amici e bellissime amiche del cuore, appassionate alle vicende delle Nobili Contrade.

E soprattutto ci sono racconti di stie, galline, gatti piccoli animali da cortile che animano le pagine de “Il Conte Giakhy e il pollaio magico” edito da Albatros, presentato nella Sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi dall’autore assieme al presidente della Regione Eugenio Giani ed alla giornalista Carlotta Agostini.

“Un libro – puntualizza Vigni – scritto con un linguaggio volutamente semplice e immediato e dedicato ai temi dell’educazione, inclusione, disabilità e all’importanza dell’ascolto attivo e degli incontri fra le persone che costruiscono ogni itinerario formativo: nonni, genitori, amici e chiunque entri a far parte, a qualche titolo, del percorso umano di tutti”.

Giacomo Vigni, nel suo esordio autobiografico dove quasi tutto è come viene raccontato, compone un ritratto esemplare della provincia Toscana resiliente nei suo valori e nella sua attitudine a conservare un equilibrio nei suoi modi di vivere, essere e fare che riassumono lo spirito di una regione affezionata alla sua maniera di intendere le cose e poco intenzionata a farne a meno, anche se qualcuno, magari famoso , magari autorevole e forse convincente nella cornice di uno schermo televisivo, suggerisce che sarebbe l’ora di cambiarla.

“Nelle pagine si legge – sottolinea Giani – il senso profondo della conservazione delle radici nel passaggio fra piccoli borghi e città e il percorso di trasmissione valoriale fra generazioni che nasce dalle ricchezza delle parole dei nonni e dei genitori, piene di rispetto e attenzione per gli altri, specie quando gli altri sono i più fragili, gli ultimi e i meno fortunati”.

Questione di misura, di modestia, di valori, di connessioni umane e non solo digitali che sono la vera cifra del romanzo di Vigni. Cose che si imparano da piccoli e costruiscono una dimensione permanente negli anni del liceo, dove arriveranno Burghy, i primi sentimenti importanti, le perdite e gli incontri, sempre accompagnati dalla presenza di animali che scandiscono il passare del tempo e danno forma anche al percorso personale dell’autore che volentieri affianca la loro compagnia a quella degli amici e della famiglia, come se le vicende intrecciate finissero per definirsi le une con le altre.

Storie di giovani donne e giovani uomini legati da passioni e interessi comuni e da un passato dove trovano posto maglioni e camice a quadri della tradizione contadina, amicizie con i primi ragazzi figli di terre lontane che suscitano curiosità e istinto di protezione senza essere oggetto di “paure” e cronache quotidiane.

C’è tutta la “maniera toscana” nelle pagine del libro di Vigni ed il recupero di certi valori custoditi nei paesi di provincia che va oltre la vicenda personale e diventa paradigma formativo e costituente di un’anima regionale da riscoprire nella sua semplicità.