Notizie dal SST
17 febbraio 2022
10:24

Pisa festeggia 50 anni dal primo trapianto d'organi in Toscana

Rene da donatore vivente: era il 1972. Da allora una serie di primati per il Centro trapianti Aoup

Cinquanta anni portati benissimo con all’attivo 5000 trapianti, fra cui più di 400 di pancreas, 1500 di rene da donatore cadavere, 500 di rene da donatore vivente e più di 2500 di fegato. Sono i numeri con cui l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana insieme all’Università di Pisa e alla Regione Toscana festeggiano questo anniversario che ha significato negli anni ricerca, sviluppo, innovazione e nuova speranza di vita per gli ammalati.

Nella scheda (che compare in fondo al comunicato) sulla storia dei trapianti a Pisa si trovano tutte le tappe più significative di questo percorso che ha coinvolto medici delle più svariate discipline, infermieri, tecnici, volontari, amministrativi e tante altre figure. Ma soprattutto donatori, perché non c’è trapianto senza donazione e senza solidarietà.
Così, da quel lontano 1972 – quando le sale operatorie non avevano certo l’allestimento tecnologico né le procedure chirurgiche innovative oggi disponibili, il trasporto d’organi e la conservazione non potevano giovarsi degli attuali sistemi iperefficienti, il database dei pazienti in lista d’attesa non era strutturato a livello nazionale, la medicina trasfusionale insieme all’assistenza anestesiologica-rianimatoria pre- e post-trapianto così come gli studi sul metabolismo dei trapianti e la compatibilità d’organo e le terapie anti-rigetto non avevano compiuto i passi da gigante degli ultimi anni - di strada ne è stata fatta e il futuro è ancora più promettente, visto che si è passati dal chirurgo pioniere con la sua èquipe al robot in sala operatoria.

“Il 15 febbraio 1972 – dichiara il rettore dell’Università di Pisa Paolo Maria Mancarella - il professor Mario Selli eseguì, qui a Pisa, il primo trapianto mai effettuato nella nostra Regione. Esattamente 50 anni fa. Da quella storica data la nostra città ha sviluppato una profonda cultura dei trapianti la cui storia, come sapete bene, è punteggiata di tanti altri primati nazionali e mondiali, una lunga serie di ‘prime volte’ che ci parla di una realtà all’avanguardia, la cui eccellenza è riconosciuta a livello internazionale”.

"La Toscana ha una lunga  tradizione di donazioni e trapianti di organi che testimonia palesemente la generosità dei donatori, un'organizzazione sanitaria di altissimo livello che funziona, la grande professionalità degli operatori, l'impegno dei volontari – commenta il presidente della Regione Eugenio Giani -. L’importante  anniversario che festeggiamo oggi a Pisa conferma ancora una volta che la sanità toscana è fatta di persone di grande dedizione e professionalità e che i toscani sono un popolo molto generoso, capace di grandi gesti d’amore verso il prossimo. Come Regione Toscana continueremo a sensibilizzare sul fronte delle donazioni e dei trapianti e a investire sugli strumenti tecnico-scientifici orientati verso innovazioni aperte a nuove prospettive, per incrementare sempre di più il numero dei trapianti, abbreviare i tempi di attesa e individuare strategie tali da rafforzare l’offerta trapiantologica”.

“E’ un grande orgoglio come amministratore della città – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti -  poter festeggiare questo importante anniversario che conferma ancora una volta i risultati di eccellenza raggiunti dall’Azienda ospedaliero-universitaria pisana a livello nazionale e internazionale. 50 anni di studi, ricerche, impegno e traguardi incredibili ottenuti da medici e chirurghi lungimiranti, che con grande coraggio hanno lavorato per dare una nuova speranza di vita a tantissimi pazienti. Un storia di medicina e scienza, ma anche di grande umanità che a Pisa ha trovato terreno fertile in cui crescere e svilupparsi, grazie ad una lunga tradizione di studi scientifici che si accompagna ad una forte apertura alla cultura della donazione e della solidarietà. Una storia di successi che ha contribuito a far conoscere Pisa in tutto il mondo e che prosegue ancora oggi con risultati evidenti, fatti di enorme professionalità, utilizzo di tecniche all’avanguardia e grande passione.”

“Questo importante anniversario è anche un momento fondamentale per fare un bilancio sui risultati conseguiti nel settore delle attività trapiantologiche, nella prospettiva di potenziare sempre di più il sistema donazione e trapianto della Toscana, anche facendo rete a livello regionale – fa sapere l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini -. Negli anni abbiamo investito molto sul fronte organizzativo e nella promozione della cultura della donazione con il contributo straordinario delle associazioni di volontariato, che hanno dato sempre il massimo anche nei momenti di maggiore difficoltà come quelli determinati dall’emergenza sanitaria Covid. La Toscana ha registrato risultati eccellenti tanto da costituire un vero e proprio ‘modello toscano’, punto di riferimento a livello nazionale. Ringrazio di cuore tutti gli eccellenti professionisti che negli anni lo hanno permesso e anche i donatori e le loro famiglie, la cui generosità ha consentito nuova speranza di vita a tante persone in attesa di trapianto”.

“I risultati che celebriamo oggi – per il direttore generale dell’Aoup Silvia Briani – sono il frutto di un disegno lungimirante perché, come testimonia la storia dei trapianti a Pisa, c’è stata una scuola di pensiero oltreché di chirurgia all’origine di tutta questa virtuosa consequenzialità negli eventi. E l’Aoup che fa alta specialità da sempre, visto che negli anni “70 era già pioniera in Italia, continuerà in questa missione a maggior ragione con il nuovo ospedale che stiamo realizzando e che offrirà cure sempre più all’avanguardia, con risultati sempre migliori perché è ciò che si aspettano i nostri professionisti e che ci chiedono i pazienti. Sono anniversari dunque che rappresentano il monito che ci fa proseguire sulla strada tracciata dai padri di questo ospedale”.

“Questo cinquantenario – commenta il professore Ugo Boggi, organizzatore degli eventi celebrativi, chirurgo protagonista in prima persona di questa lunga storia di sanità pisana e toscana nonché direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti – per noi oggi ha un significato triplo, perché ricorrono anche 50 anni dalla scomparsa del professore Gabriele Monasterio, illustre internista a Pisa nonché fondatore della Nefrologia in Italia e 20 anni dalla scomparsa del professore Mario Selli, autore del primo trapianto che si celebra oggi. Ho ritenuto doveroso dunque adoperarmi per radunare oggi qui, e anche nelle prossime iniziative che abbiamo in programma nel corso di quest’anno, quanti più protagonisti possibili di questa lunga avventura della medicina che ci fa onore e che non è conclusa qui, ma andrà avanti con sempre maggiore slancio, orgogliosi del tributo doveroso a chi ha fatto sì che fossimo oggi qui a raccontare questa bellissima storia”.
Alla conferenza stampa in Sapienza hanno partecipato, oltre al Magnifico Rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, al sindaco di Pisa Michele Conti, al direttore generale dell'Aoup Silvia Briani e a Ugo Boggi, direttore dell'Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti dell'Aoup, nonché organizzatore degli eventi celebrativi del 50° anniversario, anche:

Gaetano Rizzo, già direttore Laboratorio di Immunogenetica e UO Nefrologia e trapianti Aoup
Piero Marchetti, ordinario di Endocrinologia Unipi e direttore SOD Endocrinologia e metabolismo dei trapianti d'organo e cellulari Aoup - Paolo De Simone, associato di Chirurgia generale Unipi e direttore UO Chirurgia epatica e trapianto di fegato Aoup - Massimo Pieraccini, direttore generale Nucleo Protezione civile di Firenze - Federico Gelli, già coordinatore locale trapianti Aoup, direttore Direzione sanità, welfare e coesione sociale, Regione Toscana - Giuseppe Bozzi, già coordinatore locale trapianti Aoup e direttore Ott-Organizzazione toscana trapianti - Adriano Peris, direttore Ott - Alessandro Gennai, presidente Consiglio comunale Pisa (edm).

15 febbraio 1972 – 15 febbraio 2022

50 anni di trapianti d’organo a Pisa (e in Toscana)

Una storia di vera eccellenza

Era il 15 febbraio 1972 il giorno in cui il professore Mario Selli eseguiva il primo trapianto di rene all’Ospedale di Pisa nonché primo trapianto d’organi in Toscana. Era un trapianto da vivente, madre e figlio (donatrice e ricevente) erano giunti a Pisa da Avellino dopo che lui, un giovane insegnante di 25 anni (la madre ne aveva 52), era stato ricoverato per tre mesi consecutivi in Clinica medica poiché necessitava di emodialisi. I due interventi (donazione e trapianto) furono eseguiti dal professore Mario Selli coadiuvato dai professori Colizzi, Fiorentini, Giuliani, Guajana e Mosca, alla presenza anche del professore Sergio Giovannetti, nefrologo. E dopo 4 ore il rene riprese immediatamente a funzionare.

Dopo quell'intervento il settore dei trapianti non si è più fermato e nel 1972 si eseguirono complessivamente 17 trapianti di rene, incluso uno in un ricevente pediatrico.

L’avvio dell’attività di trapianto a Pisa non è stata casuale. Esistevano solide basi chirurgiche, visto che il professore Mario Selli era stato allievo del professore Paride Stefanini (che aveva già diretto la Clinica chirurgica dell’Università di Pisa prima di trasferirsi a Roma all’Università La Sapienza).

Il professore Stefanini aveva eseguito il primo trapianto di rene in Italia il 3 maggio 1966 e il secondo trapianto di rene tra specie diverse al mondo (xenotrapianto), trapiantando un rene di uno scimpanzé in un uomo l’8 maggio 1966. Entrambi gli interventi furono eseguiti a Roma, poco dopo che il professor Stefanini si era trasferito all’Università La Sapienza. L’attività sperimentale che aveva preceduto questi primi eccezionali trapianti nell’uomo era stata eseguita proprio a Pisa nei laboratori sul retro della Scuola Medica.

Esistevano anche basi nefrologiche. Infatti la nefrologia in Italia era nata a Pisa grazie al professore Gabriele Monasterio ed era poi stata sviluppata dal professore Sergio Giovannetti. Ma erano anche state messe a punto e brevettate le prime macchine per emodialisi. Il professor Giovannetti, insieme al professore Quirino Maggiore, fra l'altro, concepirono la dieta ipoproteica che ancora oggi resta, in tutto il mondo, uno dei principali strumenti terapeutici per il trattamento conservativo dell’insufficienza renale cronica.

Sempre a Pisa, nell’ospedale poi divenuto Azienda ospedaliero-universitaria pisana (Aoup), furono attivati il laboratorio di immunogenetica (per stabilire la “compatibilità” donatore/ricevente) e la “commissione accertamento morte”, cioè il collegio medico preposto a certificare la morte cerebrale. Queste due attività sono andate avanti senza interruzioni durante questi 50 anni. Al laboratorio di immonogenetica partecipò, fin da subito, il professore Gaetano Rizzo, che in seguito ne diventò responsabile prima di essere nominato direttore dell’Unità operativa Nefrologia e trapianti.

L’attività dei trapianti ebbe maggior vigore alla fine degli anni 80, per iniziativa del professore Franco Mosca dopo che, nel decennio “70-”80, in Italia c’era stata qualche iniziativa sporadica e isolata. Solo a partire dagli anni “90 iniziò il percorso di strutturazione e organizzazione vera e propria del sistema nazionale trapianti culminato, nel 2000, nella creazione del Centro nazionale trapianti e, fino al 1990, in Toscana il trapianto di rene fu eseguito solo a Pisa. Successivamente furono attivate anche altre sedi idonee e vennero trapiantati anche altri organi.

A Pisa dopo i primi anni “90 i trapianti di rene, per la parte chirurgica, si svolsero sotto il coordinamento del professore Mario Carmellini (che nel 1999 si trasferì a Siena dove diede inizio a una nuova attività di trapianto renale). Negli anni “90 un ruolo importante venne svolto anche dal dottor Marco Oleggini, anestesista-rianimatore, che aveva creato la prima terapia intensiva per supportare le attività del gruppo chirurgico che si occupava dei trapianti (in quegli anni, essendo l’unico anestesista-rianimatore del gruppo, dovette gestire da solo la terapia intensiva, aiutato in un primo momento dai medici specializzandi in chirurgia e quindi dai medici specializzandi in anestesia e rianimazione). Alcuni di quei giovani specialisti (dottoressa Gabriella Amorese e dottor Giovanni Consani) hanno poi dedicato tutta la loro carriera al supporto delle attività di trapianto (e di chirurgia oncologica). La prima terapia intensiva vera e propria, dotata di uno staff di anestesisti-rianimatori con delega al trapianto e provvista di spazi dedicati, fu creata invece nel 1996 con l’Unità operativa diretta dal dottor Antonio Vagelli.

Nel 1996 vennero autorizzati anche il trapianto di fegato e quello di pancreas. E a partire da quell’anno si fece quindi più importante il supporto trasfusionale, successivamente evoluto nel più ampio ambito delle terapie cellulari avanzate. Attività questa che conobbe il suo sviluppo maggiore sotto la direzione del dottor Fabrizio Scatena e che oggi è affidata al dottor Alessandro Mazzoni. In 26 anni, non è mai successo che un trapianto non si sia potuto eseguire per mancanza di sangue, di emocomponenti o di risorse/strategie terapeutiche legate all’ambito della medicina trasfusionale.

Nel gennaio 1996 vennero eseguiti i primi tre trapianti di fegato dall’equipe composta dal professor Mosca, dal dottor Pier Cristoforo Giulianotti e dal professore Franco Filipponi ma ci vollero alcuni mesi affinché decollasse e le tecniche chirurgiche si affinassero. Nel frattempo erano stati coinvolti nell’èquipe anche i professori Ugo Boggi e Carmellini cosicché il trapianto di fegato crebbe e si strutturò grazie al team composto dai suddetti professori Filipponi e Boggi.

Il 3 maggio 1996 ci fu anche il primo trapianto combinato di rene e pancreas (a effettuarlo il professore Mosca, assistito dal dottor Giulianotti). Mentre il secondo trapianto ebbe come protagonista il dottor Giulianotti. I successivi nove trapianti vennero eseguiti dal professore Carmellini e i restanti dal professore Boggi e dal team da lui coordinato. L’attività di trapianto di pancreas crebbe in modo esponenziale (nel 2004 furono eseguiti in tutta Italia 79 trapianti, 45 dei quali a Pisa e 34 nel resto del Paese). Il centro di Pisa divenne il più attivo in Italia e in Europa e il terzo centro più attivo nel mondo. Le attività di trapianto di pancreas furono propiziate anche dal professore Renzo Navalesi che, credendo nella possibilità di ripristinare la produzione endogena di insulina con il trapianto, affidò questo settore a un giovane ricercatore, il professore Piero Marchetti, che si recò negli Stati Uniti dove apprese la tecnica per il trapianto di isole pancreatiche. Il professore Marchetti fu il primo ad ottenere l’insulino-indipendenza (cioè la scomparsa del diabete) con il solo trapianto di cellule (le isole di Langerhans) anziché con un organo. Ciò accadde nel 1989 a Saint Louis (MO, USA) e fu pubblicato l’anno seguente sulla rivista scientifica internazionale Diabetes. Tornato in Italia, il professor Marchetti allestì in ospedale un laboratorio per l’estrazione dal pancreas delle cellule che producono insulina (beta-cellule) a scopo di trapianto, realizzando alcuni trapianti in tal senso e dando vita a un’attività di ricerca di assoluta eccellenza mondiale. Il “supporto” fondamentale all’attività di trapianto di pancreas del professor Marchetti in sostanza è consistito nel fatto di essere uno dei pochissimi diabetologi italiani ad aver creduto nel trapianto di pancreas, avviando un processo virtuoso di revisione scientifica continua dei risultati, che ha portato la comunità scientifica internazionale a ritenere Pisa “la seconda patria” del trapianto di pancreas, dopo l’Università di Minneapolis (dove era stato eseguito il primo intervento nel 1966). In un recente editoriale pubblicato dalla rivista Transplantation, si legge: “In the previous century, Dr David Sutherland and the group at the University of Minnesota were the original torchbearers for PTx (trapianto di pancreas) in general and PTA (trapianto di solo pancreas) in particular. In the new millennium, the torch has been passed to others, such as Dr Ugo Boggi and the group at the University of Pisa”.

Fegato

Alle soglie degli anni Duemila, dopo un’iniziale fase di collaborazione multidisciplinare, le equipe trapiantologiche in Aoup furono suddivise per organi e così la responsabilità clinica del trapianto di fegato fu attribuita, dopo i primi circa 40 trapianti, al professor Filipponi. In quegli anni l’attività crebbe in modo molto consistente sfiorando i 100 trapianti per anno, grazie anche al contributo del dottor Lucio Urbani e del gruppo di anestesia e rianimazione guidato dal professor Giandomenico Biancofiore, con la partecipazione di molti altri anestesisti-rianimatori. Il gruppo coordinato dal professor Filipponi, autonomo dal 2004, arrivò a eseguire oltre 150 trapianti di fegato per anno risultando, talora, il centro più attivo in Italia o secondo solo alle Molinette di Torino. A seguito del pensionamento del professor Filipponi nel 2017, l’attività di trapianto di fegato è proseguita sotto l’attuale direttore, il professore Paolo De Simone.

Nell’agosto 2001 a Pisa ci fu anche un altro primato: la professoressa Manuela Roncella, attualmente direttore del Centro senologico dell’Aoup, fu la prima donna a eseguire un trapianto di fegato in Italia (per questa ragione, nel 2021 ha ricevuto un premio speciale dal professor Boggi, in qualità di presidente della Sito-Società italiana dei trapianti d’organo e di tessuti).

Rene e pancreas

La responsabilità clinica dei trapianti di rene e pancreas, invece, nel 1999 fu affidata al professor Boggi (a partire dal 2008, questa attività è diventata indipendente, proseguendo sotto la sua guida, affiancato dal professore Fabio Vistoli). Sempre nel 1999, la Regione Toscana decise di promuovere un’azione sistematica di organizzazione del sistema di donazione da paziente cadavere, basandosi sul cosiddetto “modello spagnolo” e i risultati furono subito eccellenti, con rapido aumento del numero dei trapianti.

La Toscana è infatti dal 1999 la prima Regione italiana per numero di donatori (cadavere) per milione di abitanti. Elemento chiave del “modello toscano” di donazione è il “coordinatore locale trapianti”. Il primo a Pisa fu il dottor Federico Gelli, attuale responsabile della Direzione Sanità, welfare e coesione sociale della Regione Toscana e, grazie al suo coordinamento, nel 1999 a Pisa vi furono 29 donatori cadavere: un primato tuttora ineguagliato. Il modello toscano negli anni fu portato avanti da altri coordinatori e trovò la sua maturazione con l’azione del dottor Giuseppe Bozzi che ne affinò l’organizzazione, ricoprendo anche il ruolo di direttore dell’Organizzazione toscana trapianti. Nel corso degli anni fu di grande supporto anche il servizio di ecografia diagnostica e interventistica coordinato dal dottor Alessandro Campatelli.

Primati realizzati a Pisa

L’attività di trapianto di rene e di pancreas a Pisa è stata negli anni particolarmente prodiga di primati nazionali, europei, e mondiali. Di seguito è riportato un elenco di queste attività.

In sostanza, in Italia solo il trapianto doppio di rene e il trapianto di rene fra persone incompatibili per gruppo non sono stati eseguiti per la prima volta a Pisa

Data

Evento

27 Aprile 2000

Donazione renale laparoscopica

1^ in Italia

27 Aprile 2000

Trapianto doppio di rene

2° in Italia

13 Giugno 2001

Trapianto simultaneo di rene da vivente e di pancreas da cadavere

1° in Europa

15 Novembre 2005

Trapianto renale cross-over (3 coppie)

1° in Italia

22 Novembre 2008

Donazione renale robotica

1° in Italia

1 Luglio 2009

Trapianto AB0 incompatibile

3° in Italia

13 Marzo 2010

Donazione renale laparoscopica “single site”

1° in Italia

3 Luglio 2010

Trapianto renale robotico

1° in Europa

27 Settembre 2010

Trapianto di pancreas robotico

1° nel Mondo

15 Novembre 2010

Trapianto di rene e di pancreas robotico

1° nel Mondo

21 Maggio 2011

5 trapianto di rene nello stesso ricevente (in modalità cross over)

1° in Italia


 

Complessivamente, negli anni, sono stati eseguiti a Pisa quasi 5000 trapianti, fra cui > 400 trapianti di pancreas, 1500 trapianti di rene da donatore cadavere, 500 trapianti di rene da donatore vivente e > 2500 trapianti di fegato.

Inoltre, il professore Ugo Boggi è stato il primo chirurgo in Italia ad aver eseguito una donazione laparoscopica di parte di fegato a scopo di trapianto da donatore adulto in ricevente pediatrico (Palermo, 2010) e il primo chirurgo nel mondo a effettuare una donazione robotica di parte di fegato a scopo di trapianto da donatore adulto in ricevente adulto (Palermo, 2011).

E infine, sempre il professor Boggi insieme ai professori Marchetti e Vistoli, ha organizzato a Pisa, grazie al supporto della Fondazione Pisa, dell’Università di Pisa e dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, la prima Consensus Conference mondiale sui trapianti di pancreas (Pisa, 17-19 Ottobre 2019)

Il ruolo delle associazioni

Con il grande sviluppo dell’attività di trapianto negli anni sono nate e si sono sviluppate le associazioni di volontariato di settore. La prima fu la sezione locate dell’Aitf (Associazione italiana trapiantati di fegato) coordinata dal dottor Giovanni Caprio, successivamente confluita in Vite (Volontariato italiano trapiantati epatici) a lungo guidata dal signor Lillo Di Puma. Seguì la nascita dell’associazione “Per donare la vita onlus”, maggiormente rivolta anche ai trapiantati di rene e di pancreas, che inizialmente si sviluppò grazie al contributo del signor Giuseppe Venditti (già infermiere di sala operatoria nel blocco trapianti) e del signor Fabrizio Iacopini (già dipendente amministrativo dell’Università di Pisa, scomparso per Covid-19 nel novembre 2020). Negli anni l’associazione “Per donare la vita onlus” ha organizzato numerose iniziative sul territorio pisano fra le quali la più “visibile” è probabilmente la Pisa Half Marathon che si svolge ogni anno la seconda domenica di ottobre.

(Fonte: UO Chirurgia generale e dei trapianti Aoup)