Emergenza e sicurezza
Protezione civile
9 aprile 2013
14:36

Protezione civile, Rossi: 'Grande tema di di democrazia e civiltà a salvaguardia dei cittadini'

FIRENZE - "Da quando sono stato eletto presidente della Toscana, mi sono fatto le ossa direttamente sul campo delle emergenze, tante, che hanno colpito la regione in questi pochi anni: dalle alluvioni a Massa Carrara e in Lunigiana all'Elba, alla Maremma, dalla Costa Concordia alla neve fino ai problemi dell'oggi con la pioggia incessante. Una cosa va detta: siamo stati stati bravi, come sistema di istituzioni e volontariato, a rispondere alla richiesta di protezione civile, che si dimostra ogni giorno di più un grande tema di democrazia e di civiltà, mentre si prende atto che il cambiamento climatico è cosa reale. Oggi abbiamo il compito di individuare metodi e procedure politicamente chiari e condivisi con il preciso obiettivo di operare per la riduzione sia del rischio che del danno".

Sono le parole con cui il presidente Enrico Rossi ha aperto stamani i lavori del convegno "Le emergenze in protezione civile: un modello di gestione in 'tempo di pace'", organizzato dalla Regione e dall'Anci, cui ha partecipato tra gli altri il responsabile del Dipartimento di protezione civile Franco Gabrielli. "Lo Stato ha instaurato attraverso la legge 100 sulla riforma della protezione civile una sorta di federalismo per abbandono – ha proseguito Rossi -, ma il sistema delle Regioni ha reagito; ed ha visto riconosciuto da una sentenza della Consulta il fatto che sulle emergenze il compito degli interventi di solidarietà ha carattere nazionale. Non si può costringere i governi regionali, come è toccato alla Toscana, a mettere nuovi balzelli per coprire un'emergenza come quella della Lunigiana".

Questo significa che alle Regioni è richiesto un impegno serio e costante su fronte della riduzione del rischio. "I governi locali non possono permettersi la rinuncia ad agire, ma per far questo - ha sottolineato il presidente - è indispensabile tracciare percorsi di intervento pluriennali, e questo vale per il rischio idraulico come per quello sismico. Inutile continuare a pensare a piani d'intervento in termini di grandi cifre miliardarie che non ci sono, né arriveranno mai".

"Piuttosto, come sta facendo la Toscana, destinare con regolarità, tutti gli anni, qualche decina di milioni a disposizione di interventi mirati per alzare i livelli di sicurezza dalle alluvioni, dalle frane e sugli interventi antisismici negli edifici pubblici. Certo, in un spesa che viene ridotta da 2 miliardi e 250 milioni a 1 miliardo e 650 milioni, questo è sempre più difficile, ma impegnandosi si può fare. In proposito mi piacerebbe ricevere un cenno di risposta dal Governo dopo avergli annunciato la disponibilità ad investire come Regione 50 milioni l'anno contro il rischio idraulico, e chiedendo al presidente del Consiglio un impegno analogo" .

Il presidente Rossi ha concluso chiedendo alla Protezione civile nazionale un confronto per individuare un sistema di linee guida capaci di fare da riferimento per gli amministratori locali nell'affrontare le emergenze: "Abbiamo dimostrato con i fatti le nostre capacità di mobilitazione di fronte alle necessità causate da ogni tipo di criticità. Oggi dobbiamo cercare una migliore definizione dei piani di allarme dentro un rapporto di interazione sempre più stretto con i cittadini per raggiungere una risposta qualitativamente più elevata e sempre più condivisa".

 

[display_podcast]