Economia
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10 gennaio 2023
16:16

Rapporto Irpet, da Pnrr e fondi europei la spinta per una Toscana ancora competitiva

Dalle risorse in arrivo l’energia per far fronte al clima di sfiducia e di incertezza

Rapporto Irpet, da Pnrr e fondi europei la spinta per una Toscana ancora competitiva

Toscana pronta a sfruttare la spinta di Pnrr e programmazione regionale dei fondi europei per dimostrarsi ancora competitiva sui mercati. Nella consapevolezza che la situazione di incertezza internazionale provocherà turbolenze che metteranno a dura prova fiducia e tenuta del tessuto economico e sociale, indeboliti dagli anni della pandemia. E’ quello che emerge dai commenti del presidente Eugenio Giani, dell’assessore all’economia Leonardo Marras e del direttore di Irpet Nicola Sciclone.

“Veniamo da un 2022 – ha spiegato il presidente Giani - in cui le stime Irpet indicano un Pil in crescita del 3,9%, dato che supera quello nazionale che si ferma al +3,5%. Valori più bassi rispetto alle previsioni fatte prima che si aprisse il conflitto in Ucraina, ma comunque migliori rispetto a quelle che si potevano intravedere dall’evoluzione delle vicende internazionali e dall’andamento dei costi di materie prime ed energia. Le stime per il 2023, sempre considerato il momento, sono incoraggianti riguardo a produzione industriale, export e occupazione, soprattutto se consideriamo le potenzialità di investimento che si apriranno col Pnrr. Per far sì che tutto questo possa davvero diventare realtà – ha concluso - occorrono pace sociale, coesione e azioni di sostegno alle imprese che la Regione punta ad attivare proprio grazie al Pnrr e ai fondi europei”.

L’assessore all’economia Marras ha detto che “il 2022, con una prima parte affrontata con grande slancio ed una seconda durante la quale sono affiorate debolezze a causa dell’inflazione generata dall’aumento dei costi energetici, ha ancora una volta dimostrato che l’economia toscana è un’economia industriale con una grande vocazione internazionale e che le produzioni toscane sono richieste in tutto il mondo, nonostante il momento di crisi attuale. Nel medio periodo anche la Toscana dovrà affrontare turbolenze dei mercati. L’importante stagione di investimenti pubblici che sta per aprirsi con il Pnrr e con la programmazione regionale, metterà a disposizione risorse consistenti anche per le imprese che dovranno mantenere questa vocazione internazionale”. L’assessore si rivolge poi al governo, il quale “deve dare una lettura chiara del futuro, cosa finora non accaduta. Giusto affrontare subito l’emergenza legata ai costi energetici. E’ vero anche che nessuna politica fiscale può affrontare l’attuale anomalia del mercato. Però occorre capire qual è la direzione da seguire. Ad esempio, non aver finanziato adeguatamente il servizio sanitario nazionale, può generare un disequilibrio preoccupante. La programmazione regionale – ha concluso Marras - dev’essere complementare a quella nazionale, per produrre un’intensità di investimenti pubblici che non conoscevamo da 15 anni. Questa energia, immessa nel sistema, può dare la forza per contrastare la situazione di difficoltà”.

“Il Rapporto – ha aggiunto il direttore di Irpet Nicola Sciclone - racconta come in questi anni il tessuto economico e sociale della Toscana  abbia  retto l'urto degli eventi avversi. Ma l'insicurezza economica e la vulnerabilità sono cresciute  e per questo è così rilevante la svolta che può venire dal Pnrr. Già oggi, con le risorse finora assegnate, il Pnrr può valere 0,5 punti di Pil in media annua fino al 2026. Ma anche dopo che il Pnrr cesserà, se avremo usato bene le risorse, potremmo innalzare in modo permanente il nostro ritmo di crescita. Nell'arco di un decennio può significare un livello del Pil, nell'ultimo anno, di 5,7 punti più elevato. E' un risultato non scontato, che dipende dalla nostra capacità di intercettare le risorse, auspicabilmente fino a 8 mld, di spenderle in tempi ragionevoli e farlo in parte per aumentare il benessere di oggi, e in parte per garantirne la sostenibilità domani. Se sapremo farlo, nel farlo, c'è tutta  la differenza fra una prospettiva di sviluppo ed una di stagnazione”.