19 gennaio 2015
12:40

Santa Maria Novella, le emozioni alla partenza

"Chi ascolta un superstite diventa a sua volta un testimone".
 
Difficile dire quanti abbiano ben presente queste parole del premio Nobel Elie Wiesel tra quanti stanno preparandosi a salire sul Treno della Memoria organizzato dalla Regione Toscana. Per ciò si può scommettere che qualcosa del genere che anima i volti e i cuori degli studenti che, in un freddo luned mattina, stanno affollando Santa Maria Novella, prima di salire nel loro scompartimento.
 
"Chi ascolta un superstite diventa a sua volta un testimone": una citazione che evoca una sorta di corsa a staffetta, di generazione in generazione. Che soprattutto richiama un dovere che non si potrà mai imporre a forza, ma semmai alimentare con la cultura.
 
Stiamo aspettando il treno austriaco, in forte ritardo per la neve al Brennero, sul binario 16. Non a caso. Questo binario può e deve agitare ancora le nostre coscienze. Da qui, all'alba del 6 novembre 1943, partì il treno su cui i nazi-fascisti ammassarono gli ebrei fiorentini rastrellati nei giorni precedenti e ora destinati ad Auschwitz. I più destinati a non fare più ritorno.
 
Un monumento, in testa a quel binario, ricorda quanto qui successe poco pi di 70 anni fa. Diversi dei ragazzi oggi in partenza si fermano davanti, anche solo per il pensiero di un istante. Già in questo modo il Treno della Memoria ha messo in movimento ciò che deve muovere.
 
Quello che sta per partire è un treno carico di persone chiamate a diventare testimoni. Forse già lo sono, sui loro cellulari, sui loro tablet. Dovere della testimonianza, o piuttosto, responsabilità. Attenzione all'etimologia: responsabile colui che risponde. Ovvero chi sa ascoltare e non rimane indifferente a ciò che ascolta.