
FIRENZE - "Dobbiamo fare di tutto per evitare le guerre perch non esistono conflitti giusti e dobbiamo riuscire a mantenere la pace grazie alle istituzioni internazionali. Questo dice la nostra Costituzione quando afferma che "l'Italia ripudia la guerra". Dobbiamo essere ambiziosi ed esigenti non remissivi nell'accettare il mondo cos com' . Occorre lanciare il cuore oltre l'ostacolo e mettere al primo posto il valore della persona e della vita".
Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso del suo intervento alla marcia organizzata dalla Comunit di Sant'Egidio con il Quartiere 2 in occasione del settantesimo anniversario del primo bombardamento di Firenze, a Campo di Marte, avvenuto il 25 settembre del 1943. Presente all'iniziativa anche il cardinale Silvano Piovanelli, al quale il presidente ha rivolto "un saluto affettuoso".
Secondo il presidente Rossi questo il modo migliore di testimoniare riconoscenza verso quanti pagarono con la vita il prezzo della ricostruzione della nostra libert . Le vittime civili del primo bombardamento da parte degli aerei alleati furono 215 e poi altri sei attacchi aerei nei mesi successivi provocarono in tutto circa 700 vittime.
"Dobbiamo ha aggiunto Rossi ricordando l'impegno della Regione Toscana per mantenere vivo il ricordo delle stragi nazifasciste, dell'orrore dei campi di sterminio, ma anche dei valori della Costituzione della Resistenza trasmettere la memoria di quei giorni alle giovani generazioni, trovando le forme e i modi pi opportuni". Secondo il presidente la consapevolezza rispetto alla storia indispensabile e rappresenta il modo pi giusto di testimoniare la riconoscenza verso quanti pagarono con la loro vita il prezzo della ricostruzione della nostra libert . "Manifestazioni come questa ha detto ancora Rossi sono importanti perch lanciano ai cittadini un messaggio di attenzione e rimotivano la politica".
Il presidente ha infine ricordato le migliaia di civili toscani morti durante il conflitto mondiale e insieme a loro i caduti alleati, sepolti nei cimiteri del Girone e dei Falciani, e quelli tedeschi, sepolti alla Futa.