13 giugno 2022
16:24

Stati generali salute: gli interventi di Giani, Bezzini e Spinelli

Il presidente della Regione: “Completare il percorso nei territori con sindaci e operatori sanitari. Azione in sinergia Giunta-Consiglio ha funzionato bene”. Gli interventi degli assessori Bezzini e Spinelli

Stati generali salute: gli interventi di Giani, Bezzini e Spinelli
Un momento dell'incontro al Cinema La Compagnia

L’approdo finale degli Stati generali della salute, “dovrà passare attraverso un’ulteriore interlocuzione con le assemblee dei sindaci e i nostri operatori sanitari nei territori, per arrivare infine a una proposta di legge che, nel quadro della legge 40, col bel lavoro fatto con la riforma della legge 84 del 2015, ci porti a una integrazione e a un rafforzamento del nostro sistema sanitario”, dice il presidente della Toscana, Eugenio Giani, nel suo intervento al Teatro della Compagnia. Dovrà essere “un’integrazione legislativa che si ponga in continuità positiva con il nostro ordinamento sanitario”. Giani ricorda l’avvio del percorso, concordato con il presidente Mazzeo, “per passare in controluce la legge 84”. Un lavoro “svolto molto bene dal Consiglio regionale, che ora restituiamo ai cittadini. L’azione in sinergia tra Giunta e Consiglio ha ben funzionato, giusto suggellare questo momento con la presenza del ministro Speranza”.

Le basi, spiega Giani, dovranno essere “il rafforzamento delle zone distretto, il rafforzamento dei dipartimenti, un maggiore supporto di programmazione ai direttori generali; un ruolo più forte ai direttori degli ospedali”. Non si parli più di “chiudere gli ospedali: gli ospedali piccoli si sono rivelati fattore fondamentale nel momento del bisogno, durante la pandemia. Stiamo creando un sistema funzionale, con i quattro ospedali appena realizzati, che ci consentono strade nuove di gestione”. Presto, continua il presidente, arriveranno altre strutture nuove: “Con 500milioni complessivi costruiremo il nuovo ospedale a Livorno, completeremo Cisanello a Pisa e realizzeremo una grande ristrutturazione alle Scotte a Siena. Si tratta di interventi ben equilibrati, che confermano come in sanità la Toscana non viaggi a diverse velocità”. La linea più importante sulla quale rafforzare gli investimenti “dovrà essere la sanità territoriale. Le Case della salute possono dare un respiro anche all’azione dei medici di base, portarli di più nella struttura pubblica”.
 
Il sistema sanitario toscano, prosegue Giani di fronte al ministro Speranza, “non solo ha retto, ma ha dimostrato lungimiranza: la flessibilità d’uso consentita dalla tre grandi Asl ci ha permesso di gestire al meglio l’emergenza”. Il Covid non scompare, “dopo le dodici settimane di calo prendiamo atto di un nuovo aumento dei contagi. L’effetto della vaccinazione ha cambiato la natura del virus, ma a settembre dovremo affrontare il fenomeno, che comunque carica il peso sul sistema sanitario. Il nostro sistema deve valorizzare le eccellenze: il prodotto farmaceutico galenico ci sta facendo risparmiare 2milioni l’anno; il sistema dei trapianti è un’eccellenza a Pisa, con interazione con Siena e Firenze”. Giani rivolge il suo “ringraziamento profondo ai nostri operatori. Certo, le liste d’attesa sono aumentate, già torniamo a una capacità di tenuta dopo la pandemia. Il sistema della sanità lo vedo con un risultato molto positivo. Abbiamo dovuto sopportare e riassorbire 600milioni di costi in più per la pandemia, il pareggio di bilancio certificato per il 2021 è stata una soddisfazione. Abbiamo assunto 4mila persone, più di tutte le altre Regioni nel corso della pandemia. Abbiamo recuperato 400milioni di risorse regionali dagli altri capitoli di bilancio negli ultimi 20 mesi”. La prospettiva, conclude il presidente, dovrà essere un rafforzamento del sistema sanitario: “Il fondo del sistema sanitario nazionale ci dovrà consentire spesa pubblica, bisogna creare un sistema che dilati la percentuale degli investimenti sulla sanità. Facciamo pressione sui nostri partiti: il sistema salute ha bisogno di una espansione strutturale di bilancio. Il numero chiuso a medicina, quando arriviamo ad esaurire le graduatorie, sinceramente è un elemento da togliere”. La Toscana, “ha vissuto questa valanga e questo ciclone della pandemia, ma si trova con un sistema sanitario d’eccellenza, ma con necessità di integrare personale e strutture. Dovremo utilizzare le risorse per accrescere informatizzazione e livello di infrastrutture digitali. Non a caso, la Toscana è riuscita ad aggiudicarsi i finanziamenti del Pnrr per l’ecosistema ricerca, salute e scienze della vita”.

L’assessore regionale alla salute Simone Bezzini ha ringraziato il Consiglio regionale e la commissione Sanità “per aver fatto questo percorso, mentre gli organi di governo erano prevalentemente impegnati nella gestione dell’emergenza. Partecipazione e coinvolgimento non sono elementi accessori, possono produrre valore aggiunto per il nostro sistema sanitario. Ora abbiamo la grande responsabilità di provare a dare attuazione a quanto elaborato dal Consiglio”. La Toscana, spiega Bezzini, è ancora ai primi posti nella gestione della sanità: “Il Mes della Scuola superiore Sant’Anna ci ha consegnato il rapporto annuale e la maggioranza relativa degli indicatori segnalano miglioramenti, una parte rimane stabile, una minoranza segnala campanelli d’allarme che vanno presi in considerazione e non vanno assolutamente sottovalutati”. Il Covid, avverte l’assessore, “con i suoi impatti, l’assorbimento organizzativo di risorse professionale e finanziaria, tenderà a diventare strutturale. Ha lasciato strascichi. C’è il problema rilevante delle liste d’attesa, con un numero di prescrizioni che negli ultimi mesi hanno raggiunto livelli mai visti nella storia e servirà su questo un ragionamento sull’appropriatezza. Stiamo comunque recuperando terreno sulle visite specialistiche, così come sulla diagnostica, salvo qualche sofferenza su Tac e risonanze magnetiche. Più complesso, invece, il recupero sul fronte degli interventi chirurgici”. Bezzini indica alcuni temi: “Ci impegniamo entro l’estate a definire linee e nuovi modelli di assistenza territoriale in coerenza con il Dm 71 per arrivare entro l’anno a predisporre un nuovo modello di organizzazione territoriale. La Toscana ha il vantaggio di 15-20 anni di esperienza. Dobbiamo attuare ed essere in grado di mettere in campo un pensiero toscano. Affronteremo presto la riforma dell’emergenza-urgenza e la riforma della continuità assistenziale. Punto centrale sarà la configurazione governance zona-distretto con implementazione omogenea delle Società della salute”. “Esiste la questione delle risorse – prosegue Bezzini –. Abbiamo chiuso venerdì scorso il tavolo con l’equilibrio finanziario per il 2021, ma il problema tende a proiettarsi nel tempo”. Quello che serve “è uno sforzo straordinario per difendere la sanità pubblica. Lo dobbiamo fare anche in coerenza con la storia della sanità toscana, provando a costruire un nuovo equilibrio tra quantità e qualità dei servizi e sostenibilità finanziaria, senza andare verso forme di privatizzazione”. Infine, una ringraziamento “al ministro Speranza e a tutti coloro che hanno scelto di collocare in Toscana una funzione di carattere strategico per il Paese, con proiezioni anche internazionali: l’hub antipandemico, con la progettualità e la mole di risorse che questo attiva, alla collocazione nell’ambito del progetto del biotecnopolo e a tutto quello che la nostra Regione ha fatto per rafforzare distretto delle scienze della vita”.
 
“Il Consiglio regionale ha deciso di promuovere questo percorso in una fase di pausa temporanea della pandemia, ed è giusto ragionare non solo sull’emergenza, per far compiere al sistema un passo in avanti”, dice Serena Spinelli, assessora regionale alle politiche sociali. “Per favorire la salute delle nostre comunità è dunque necessario dare risposte integrate ai bisogni sanitari e sociali delle persone, con un approccio multidisciplinare. Dobbiamo rilanciare universalità e centralità del sistema pubblico per eliminare le disuguaglianze, abbiamo una grande opportunità con gli investimenti del Pnrr. Essere in grado di prendere in carico la complessità in ogni fase della vita è la vera sfida che abbiamo di fronte, dobbiamo dare risposte integrate dal punto di vista sociale e sanitario, con percorsi e non solo con prestazioni”. Si deve cogliere, prosegue Serena Spinelli, “l’opportunità straordinaria per favorire l’evoluzione del modello organizzativo del sistema di assistenza sul territorio, capace di fornire continuità assistenziale con percorsi chiari, costruito intorno alle persone sulla base di un percorso di salute, di un progetto di vita. La pandemia e adesso la guerra ci lasciano conseguenze sociali che il sistema deve essere in grado di intercettare”. Bisogna “investire sul grande patrimonio di risorse professionali e umane di cui la Toscana è ricca. Il nostro sistema di governance del servizio sociale e sociosanitario è impostato su 28 ambiti territoriali, le zone distretto che hanno sperimentato in parte le Società della salute. Il territorio è il luogo della collaborazione con enti locali, aziende sanitarie e anche con il ricchissimo mondo del terzo settore. Ora dobbiamo attivare e mettere in rete le Case della comunità, che saranno porta di accesso e luogo della prossimità della salute per un salto di qualità dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Cura e protezione sociale non sono separabili, per prendersi cura davvero delle persone, mettendone al centro i diritti, devono stare e avanzare insieme”.

(in collaborazione con Ufficio stampa Consiglio regionale)