18 gennaio 2017
17:42

Sulle orme di mia madre

ELISABETH GILLE Mirador. Irene Nemirovsky mia madre - FAZI

Ci sono biografie che non sono solo biografie, non possono assolutamente esserlo. Soprattutto se lei si chiama Irène Némirovsky, una delle più grandi scrittrici europee del Novecento, e se a raccontare la sua vita una figlia, che quasi non l'ha conosciuta, e che anzi, per quasi tutta la vita ha provato a dimenticarla, dilaniata tra la voglia di rimozione e la persistenza della recriminazione.

E' una tempesta di emozioni quella che scatena la storia di Irène, scritta qualche anno fa da una delle due figlie della scrittrice, Elisabeth Gille, e pubblicata di recente in Italia da Fazi.

Lei l'esule russa che in Francia si è affermata con la forza delle sue parole. L'ebrea che dopo l'occupazione nazista non fa niente per mettersi in salvo, benchè non le manchi la possibilità. L'arresto avviene un pomeriggio di luglio del 1942, nemmeno un mese dopo segue la morte ad Auschwitz. Dopo che anche il padre è stato catturato, le figlie riescono a scappare, trascinandosi dietro una pesante valigia piena di carte. Dentro ci sono capolavori come Suite francese, che saranno scoperti solo anni e anni più tardi.

Elisabeth si salva, viene affidata a una coppia di amici della famiglia, fa la sua vita. La madre un ricordo confuso, una persona che si congeda da una bambina a nemmeno cinque anni, un rimpianto e forse anche un rancore. Perchè Elisabeth non le ha mai perdonato la rassegnazione con cui andata incontro alla morte, senza tentare nemmeno un passo per salvarsi.

Passerà quasi una vita, perchè Elizabeth ritrovi sua madre, raccontando una donna che in pratica non ha mai conosciuta. Di lei - e del padre - racconta questo la sorella Denise (Elisabeth nel frattempo morta di cancro) in un'intervista alla giornalista Brunella Schisa:

Per decenni abbiamo continuato a pensare che fossero vivi, liberati dai russi e forse affetti da un'amnesia che gli impediva di tornare a noi. Abbiamo fatto di tutto per non ammettere la realtà. E, quando siamo state costrette ad accettarla. Elisabeth non ne ha voluto più parlare. Il prezzo del suo equilibrio era la rimozione...

Davvero, ci sono biografie che non sono solo biografie. Sono vite che si incontrano, o che meglio ancora si incontrano di nuovo. Talvolta riescono addirittura a essere degli straordinari atti di riconciliazione.