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Siena
29 gennaio 2021
17:01

Suvignano deve rimanere simbolo di riscatto e dell’economia sana che aiuta il territorio

Gli assessori Ciuoffo e Saccardi hanno visitato oggi la tenuta senese sequestrata ad un imprenditore in odor di mafia nel 1983 e da due anni affidati alla Regione. Si lavora allo sviluppo dell’attività agricola in chiave bio e delle eccellenze locali, assieme alle iniziative sul fronte della cultura della legalità.  

Suvignano deve rimanere simbolo di riscatto e dell’economia sana che aiuta il territorio

Avanti tutta per fare della tenuta di Suvignano, in provincia di Siena, una casa della legalità ma anche un’azienda che funzioni e che sia da volano per lo sviluppo economico di tutto il territorio. Gli assessori Stefano Ciuoffo e Stefania Saccardi hanno visitato stamani la struttura, ribadendo la volontà di proseguire sul solco già tracciato. Con loro c’erano anche i sindaci di Monteroni d’Arbia e Murlo, nel cui territorio si estendono i 640 ettari attuali della proprietà, tra terreni coltivati, pascoli, case coloniche, una piccola chiesa ed agriturismi. 

La tenuta, simbolo delle confische alla criminalità organizzata in Toscana, ha festeggiato nel 2020 il secondo anno della sua seconda vita, dopo essere stata restituita nel 2018 ai toscani con il trasferimento poi formalizzato nel 2019 alla Regione che l’ha affidato ad Ente Terre. Un passaggio atteso da tempo, dopo che la tenuta era stata sequestrata nel 1983 ad un imprenditore in odor di mafia e confiscata in via definitiva nel 2007 con la condanna passata in giudicata, amministrata in tutto questo periodo dall’Agenzia nazionale che si  occupa dei beni sequestrati. 

Lo scorso luglio è stato inaugurato il percorso della legalità, un cammino collegato alla Via Francigena che passa vicino alla tenuta,  che ne attraversa il cuore ed è puntellato da pannelli che ne raccontano la storia. Da esempio (e monito) di come le mafie riciclano il denaro, anche in Toscana, la tenuta è diventata un simbolo forte di riscatto. E questo è ancora l’obiettivo della Regione. 

“La Tenuta di Suvignano  - commenta l’assessore alla legalità, Stefano Ciuoffo - rappresenta un esempio virtuoso, tra i primi a livello nazionale, di beni confiscati alla mafia che viene restituito alla comunità, integrandola con essa”. “Vogliamo che sia l’esempio concreto  - prosegue - di come l’economia sana riesce a distribuire ricchezza al territorio e alla sua comunità”.  “Negli oltre seicento ettari della proprietà – ricorda l’assessora Stefania Saccardi - ci sono terreni coltivati a foraggio, pascoli per l'allevamento e immobili destinati ad attività turistiche. Il mio impegno sarà  la valorizzazione agricola delle attività che si svolgono nella tenuta,  a partire dalla riconversione biologica di tutte le colture e l'allevamento delle nostre eccellenze come la cinta senese e le attività agrituristiche”.

Ci sono poi, importantissime, le attività del terzo settore, già ospitate negli anni scorsi all’interno. “L’obiettivo è riuscire ad unire le tradizioni  agricole e la storia di questi territori con la cultura della legalità” dice Ciuoffo. “Per valorizzare le iniziative legate all'educazione sui temi della legalità e della lotta alla mafia è necessario un centro dove associazioni e giovani possano svolgere percorsi di formazione e di crescita" aggiunge Saccardi.

I pannelli disseminati lungo cammino della legalità raccontano anche questo. Un esempio sono i campi antimafia, che in passato venivano organizzati in Sicilia, in Calabria e in altri luoghi del Sud Italia sui terreni strappati alla criminalità organizzata, sostenuti almeno dal 2005 dalla Regione, e che dal 2019 si tengono anche a Suvignano. Un altro esempio è la ‘biblioteca della legalità’, che è ospitata nel centro di documentazione che da Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, si affaccia su piazza Duomo e raccoglie documenti e atti delle inchieste parlamentari e dei processi sui misteri e i poteri occulti in Italia, le stragi, l’eversione e la mafia, oltre ai fondi donati da magistrati, giornalisti e associazioni delle vittime. Una struttura praticamente unica dalle Alpi alla Sicilia e interamente pubblica, nata nel 1994. Una vera ‘casa della memoria’.  E ci sono le attività con le  scuole, sui cui progetti proprio in questi giorni è stata approvata la graduatoria con 150 mila euro di contributi.