Sociale
16 ottobre 2014
16:03

Trasporto sociale, Saccardi: "Una ricchezza che si fonda sul volontariato"

FIRENZE - Una vera e propria ricchezza, con proprie caratteristiche e peculiarit , spesso insostituibile per far fronte alle necessit delle fasce pi deboli della popolazione, soprattutto anziani e disabili. E con un 'motore', il volontariato, che consente di erogare qualcosa come 569 mila prestazioni in un anno, per un costo medio a prestazione di 14,80 euro. il trasporto sociale toscano, un universo che ogni giorno coinvolge migliaia di persone tra operatori ed utenti: trasferimento da e verso centri diurni e case famiglia, ospedali, residenze per anziani o disabili, pagamenti, ritiro pensioni, lavoro.

Per studiarlo a fondo l'Osservatorio Sociale Regionale, con il supporto della rete degli Osservatori Sociali Provinciali, ha realizzato un nuovo rapporto 'Il Trasporto sociale in Toscana', presentato stamattina nell'Aula Magna del Nuovo Ingresso Careggi. una delle prime indagini di questo tipo a livello nazionale, resa possibile anche grazie alla vasta collaborazione dei comuni toscani, l'86% dei quali ha risposto al questionario sottoposto dai curatori, Filippo Tosi e Luca Caterino.

Alla presentazione intervenuta anche la vicepresidente Stefania Saccardi. "Non va fatta confusione ha precisato - con il trasporto sanitario che si occupa dell'emergenza-urgenza. Il trasporto sociale al servizio di tante persone, specialmente quelle pi fragili. Ma ci sono ancora tanti punti chiave da affrontare, soprattutto in tema di normativa, ma anche di valorizzazione del volontariato, che ne la forza trainante. Trovare regole certe ed omogenee diventato elemento imprescindibile, soprattutto alla luce delle prescrizioni europee in materia. La Regione ha concluso - pronta sotto questo profilo a svolgere il proprio ruolo di coordinamento perch si tratta di un settore che deve poter continuare a fornire la propria opera in modo sicuro".

Organizzazione amministrativa. La gestione associata prevale: 222 Comuni su 280. Riguardo all'ente gestore, al primo posto le Societ della Salute (35,4%), seguono le Aziende USL (25,3%) e le altre modalit di associazione (18,6%): unioni di Comuni, servizi sociali associati, convenzioni tra amministrazioni comunali, fondazioni e consorzi. La gestione singola riguarda invece 58 Comuni, un quinto del totale.

Gestione operativa. Oltre al volontariato (87%) si ricorre a cooperative sociali (21%) e ad associazioni di promozione sociale (10%). Quella diretta da parte dell'ente gestore o affidata ad imprese private invece marginale. L'affidamento diretto avviene in 7 casi su 10; la procedura di gara limitata: 14% (aperta) e 11% (ristretta). I rapporti ente gestore-ente erogatore sono regolati soprattutto con convenzione (65% dei casi) oppure con regolamento con valore significativo (1 su 4). In 1 caso su 10 non esiste alcun atto che norma l'attivit dell'ente gestore. La retribuzione dei soggetti gestori avviene in genere con un forfait onnicomprensivo.

Accesso ed utenza. Pi di 9 prestazioni su 10 riguardano i cosiddetti ambiti tradizionali: anzitutto trasporto verso centri diurni e case famiglia, a seguire, ma staccati, attivit di socializzazione, motorie, RSA e RSD. Il restante, meno del 9%, pagamento di bollette, ritiro pensioni, consegna generi alimentari, accompagnamento di studenti disabili ed altre pi occasionali. Nel 2013 si stima ne siano state erogate quasi 569 mila, per un numero di trasportati pari a quasi 6.300: in media circa 90 prestazioni a soggetto. Di questi pi della met sono persone con disabilit e un terzo sono anziani. In prevalenza non vi alcuna compartecipazione al costo della prestazione da parte dell'utente e, dove questa prevista, nel 55% dei casi viene determinata in base alla condizione economica (ISEE) e, per un terzo, secondo la valutazione fatta dall'assistente sociale. La quota di compartecipazione pagata dagli utenti incide per il 4,4% del totale delle risorse impiegate.

Risorse economiche. 8,4 milioni di euro il totale delle risorse destinate al servizio nel 2013, con un costo medio per ogni prestazione di 14,80 euro.

Sfogliando l'indagine emergono immediatamente le caratteristiche del trasporto sociale toscano che presenta elementi di omogeneit ( ricorso al volontariato, tipologia di prestazioni, condizioni degli utenti) ma anche di disomogeneit ( tipo di gestione, tipo di ente gestore, modalit gestionali, criteri di accesso), dovuti sia alla mancanza di un quadro normativo completo e chiaro, indispensabile per definire gli aspetti generali e per uniformare criteri di accesso e regole di compartecipazione al costo, che alle specificit locali cui risponde il servizio.

Un ruolo chiave quello svolto dal volontariato (che in quasi 9 casi su 10 si occupa della gestione operativa), che viene definito come il 'motore' del servizio e fattore imprescindibile per almeno tre motivi. Anzitutto perch si basa in modo significativo sull'opera di persone che, lavorando senza corrispettivo e con spirito di solidariet e altruismo, rafforzano il 'senso di comunit '. Inoltre perch consolida reti sociali locali, vero e proprio argine contro l'emarginazione di coloro che si affidano a questo servizio. Infine perch il lavoro volontario non remunerato permette di erogare un altissimo numero di servizi i quali, in una fase di forti tagli alla spesa pubblica, subirebbero un forte ridimensionamento. Secondo l'indagine migliorare alcuni punti (scarsa attitudine alla rendicontazione, funzioni dei soggetti erogatori non individuate, raro ricorso a Carta di Servizio, breve durata delle concessioni, presenza di proroghe tacite, trasferimenti di risorse forfettari, affidamenti diretti) favorirebbe una gestione pi efficiente, efficace ed appropriata. Tuttavia, viene sottolineato, si tratta anche di un servizio che richiede flessibilit e duttilit e che quindi nei fatti sottintende e favorisce queste caratteristiche. Il punto d'incontro potrebbe essere una revisione normativa che coniughi le peculiarit , come l'esteso ricorso al volontariato, con le prescrizioni della giurisprudenza europea.