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9 marzo 2022
20:02

Ucraina, Giani: “Mercafir a Firenze e Palasport a Livorno i front office per i profughi”

Annunciati nei giorni scorsi, faranno da punto di riferimento per questioni sanitarie e alloggio. Si pensa all'Interporto di Prato come hub pubblico di raccolta degli aiuti verso il paese colpito dalla guerra

Ucraina, Giani: “Mercafir a Firenze e Palasport a Livorno i front office per i profughi”

“Abbiamo individuato la Mercafir a Firenze, per la Toscana centrale, e il palazzetto dello sport di Livorno, per la costa, come i due front office per tutti gli ucraini che arrivano in Toscana e hanno bisogno di un aiuto o un’indicazione”. Il presidente della Regione Giani, in qualità di commissario delegato dello Stato per l'emergenza dell'Ucraina, annuncia i due luoghi che in Toscana saranno attivi come punti di riferimento per cittadine e cittadini in fuga dal paese dell’est europeo invaso dalla Russia. 

“Le attività dei due front office – ricorda il presidente - si rivolgono principalmente alle questioni sanitarie, perché tutti i profughi che arrivano dovranno essere vaccinati, non solo contro il Covid, e avere una sorta di cartella clinica”. “E questo – ricorda il presidente - è un lavoro che viene disciplinato da una circolare emessa dal direttore del dipartimento Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione”. I due punti accoglienza non si occuperanno solo di salute. “In secondo luogo – afferma Giani - c’è il tema degli alloggi, anche se finora non abbiamo una grossa pressione perché gli ucraini al loro arrivo vengono indirizzati in abitazioni private o luoghi di accoglienza privati”.

Infine “c’è una questione che ci sta molto a cuore”, aggiunge il presidente. Giani si riferisce al moto di solidarietà dei toscani: “vogliamo che tutto ciò che viene raccolto venga ben instradato per l’Ucraina”. “Sono in contatto con la Croce Rossa e con altre organizzazioni di volontariato come Pubblica Assistenza e Misericordia per trovare un luogo, che potrebbe essere l’Interporto di Prato, dove coloro che raccolgono materiale ma poi non hanno un camioncino, un camion o un tir per portarlo direttamente in Ucraina, possono trovare un canale pubblico che poi lo faccia arrivare a destinazione sicura”.