Internazionale
10 dicembre 2011
12:15

Rossi: 'Le Regioni migliori alleate dell'Europa'

FIRENZE "Le Regioni possono diventare le migliori alleate dell'Europa e del suo parlamento". Cos il presidente Enrico Rossi si espresso nel corso dell' intervento introduttivo al seminario "Europa-Regioni: una politica di coesione contro la crisi", organizzato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati con la presenza di Martin Schulz, presidente del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo e candidato alla sua presidenza. "Abbiamo davanti a noi ha affermato Enrico Rossi - i danni prodotti dall'ideologia liberista che ha dominato negli ultimi vent'anni: deindustrializzazione, prevalenza delle atipicit finanziarie, aumento delle diseguaglianze, precariet del lavoro, aumento della disoccupazione, crisi della stessa democrazia. La domanda che ci poniamo questa: riuscir l'Europa a mantenere il suo stile di vita, la coesione sociale, i diritti e a costruire una economia reale per dare risposte al futuro delle nuove generazioni? Sopravviver alla globalizzazione e agli attacchi della speculazione finanziaria?"

"A guardare i risultati dell'ultimo consiglio europeo la domanda resta: si fa qualche passo avanti ma in ritardo, con eccessiva timidezza e con tempi inadeguati. Tutto finora ruota intorno al pur necessario controllo di bilancio, mentre in corso uno straordinario spostamento della ricchezza dal lavoro, dallo stato sociale, dall'impresa alla speculazione finanziaria internazionale. L'Europa, che ancora la pi importante potenzia economica e commerciale, umiliata e in affanno a causa della sua inadeguatezza politica, ma anche a causa dell'egemonia di una cultura liberista dalla quale non riesce ad uscire".

"Fermare la speculazione finanziaria e controllare i debiti pubblici evitando che i sacrifici vadano a finire nella fornace di nuovi attacchi speculativi un obiettivo politico indispensabile. Ma non basta. Per mantenere il modello sociale europeo, per non regredire come gi anche troppo accaduto in questi anni occorre la crescita. L'Europa 2020 prova a dare una risposta a questo interrogativo di fondo Essa indica l'obiettivo di una crescita intelligente, basata su innovazione e conoscenza, una crescita sostenibile, al tempo stesso pi verde e pi competitiva, una crescita inclusiva e quindi equa che produca pi coesione sociale e pi occupazione".

"Altrettanto condivisibili sono i cinque obiettivi: il 3% privato e pubblico del Pil per investimenti sulla ricerca; la riduzione delle emissioni inquinanti del 20% e l'aumento del risparmio e delle energie rinnovabili per il 20%; la riduzione del 10% dell'abbandono scolastico e almeno il 40% di titoli di studi universitari per i giovani; l'emancipazione di 20 milioni di persone dalla condizione di povert . Questa l'Europa che ci piace".

"Ma riusciremo a costruirla da qui al 2020 o tutto rester un libro dei sogni, come in parte accaduto per la strategia di Lisbona 2000-2010? Intanto bisogna purtroppo rilevare una contraddizione: mentre i vincoli di bilancio sono leggi, sono condizioni per restare in Europa e per ottenere i fondi strutturali, gli obiettivi di Europa 2020 sono soltanto eccellenti consigli per gli stati, che si possono adottare, realizzare in tutto, in parte, o se ne pu fare tranquillamente a meno. E' una contraddizione micidiale, che finir per ridurre il ruolo dell'Europa nel mondo, distruggendone l'identit e la coesione sociale, o peggio ancora presenter ai popoli europei non una Europa della speranza, ma una Europa come incubo, come tagli, come vincoli per ridurre lo stato sociale. Non crescer tra i popoli europei l'ideale dell'Europa unita se la politica non risolver questa contraddizione".

"Occorrono istituzioni europee pi forti, perch solo nella dimensione europea si possono dare le giuste risposte. E occorre il coraggio di attuare politiche di investimento maggiori rispetto a quelle gi previste, per realizzare gli obiettivi di Europa 2020. Finora si parlato di eurobond soprattutto per finanziare i bilanci degli stati, ma gli eurobond potrebbero essere anche lo strumento per una politica che abbia al centro il lavoro, ristabilendo l'obiettivo dimenticato della piena occupazione. L'Europa a bisogno di grandi investimenti in infrastrutture, di medio e lungo periodo, ma anche di investimenti con effetti pi ravvicinati in termini di occupazione e crescita nei settori della formazione, ricerca, ambiente, tecnologie avanzate, cultura, assistenza sociale. Settori questi ad alto contenuto occupazionale e per i quali esiste una domanda di qualit gi sviluppata e forte nella struttura economica e sociale europea. Le risposte a questa domanda di crescita interna sono a mio parere una condizione per lo sviluppo dell'Europa. Un'Europa pi forte e pi coesa al suo interno pu essere anche pi competitiva nel mondo globale".

"In ogni caso, da uomini delle istituzioni che hanno il dovere di prospettare scenari futuri ma anche quello di amministrare con coerenza e ricavare il massimo delle opportunit offerte, voglio subito dire che gi ora, per quanto con risorse limitate, le politiche strutturali europee sono state e sono per la mia regione le uniche vere politiche si investimento e di sviluppo di qualit . Dalla tranvia di Firenze al laser contro i tumori, dalla bonifica di siti inquinati alla cassa integrazione in deroga, dai tirocini per i giovani agli asili nido, dall'imprenditoria femminile al sostegno ai giovani agricoltori, dallo sviluppo dei centri di ricerca ai rapporti con le multinazionali e ai finanziamenti per il credito alla piccola impresa e agli artigiani. Questo e altra ancora hanno significato per la toscana i fondi strutturali di coesione".

"Dal 2007 al 2013 i fondi hanno messo in campo 3 miliardi e 300 milioni per avviare una azione combinata su competitivit del sistema produttivo e dell'agricoltura, capitale umano e coesione sociale, ambiente e cooperazione internazionale. Con l1% del Pil dell'Europa posso tranquillamente affermare che si sono realizzate la gran parte delle politiche attive di questa regione, come delle altre".

"Ecco perch la prima cosa che chiediamo la valorizzazione delle Regioni nella formazione dei nuovi regolamenti e degli strumenti attuativi del programma 2014-2020. Le Regioni possono diventare le migliori alleate dell'Europa e del Parlamento Europeo, anche con lo scopo di avvicinare l'Europa ai territori e ai cittadini, di diffondere lo spirito di solidariet e ad attenuare gli egoismi degli stati nazionali. Per questo abbiamo l'obiettivo di accelerare per la Regione Toscana l'utilizzo dei nuovi fondi. E' nostra intenzione selezionare un numero di obiettivi strategici, coerente con la strategia Europa 2020, su cui concentrare le risorse disponibili. E a questo proposito noi riteniamo necessaria la coerenza negli obiettivi tra i fondi strutturali e quelli gestiti dalla Commissione".

"Abbiamo l'ambizione, sulla base delle nostre esperienze e dei successi ottenuti e riconosciuti dalle autorit europee, di traguardare l'obiettivo di adottare al pi tardi nel gennaio 2014 le strategie e i bandi per l'utilizzo dei nuovi fondi, e in questo modo rappresentare una esperienza positiva nel quadro italiano ed europeo. Come vedr , signor presidente, anche dagli interventi che seguiranno l'impegno della Toscana massimo. Ma mi permetto di ribadire che questo non basta se non si cambia il quadro politico entro il quale l'Europa si gioca il suo futuro, se non si risolvono le contraddizioni a cui facevo riferimento all'inizio".

"Noi conosciamo quello che lei pensa, le sue idee e la sua sensibilit . E confidiamo nella sua determinazione e professionalit politica per far compiere passi in avanti al progetto di una Europa unita, pi sociale e pi competitiva. Come governo regionale della Toscana ci impegniamo in tutte le sedi su questi obiettivi e fin d'ora le diciamo che potr contare su di noi. Vorrei presentare con la voce dei soggetti interessati, comuni, imprenditori, istituzioni sociali, una breve rassegna di quanto in questa regione si potuto fare con i fondi europei. Colpisce come siano stati tradotti in investimenti ad elevatissimo rendimento e non si pu fare a meno di pensare cosa potrebbe di nuovo accadere se l'Europa scegliesse con pi decisione non solo la strada del rigore dei bilanci ma anche quella dell'investimento sul proprio futuro".

Leggi la scheda di approfondimento:

Fondi europei, 3 miliardi di euro per una Toscana pi competitiva