«Per essere cittadino devo rispettare tutte le religioni»: questa scritta per i ragazzi di Marsiglia è oggi più importante di Zidane. Marco Ventura, professore allUniversità di Siena, racconta che una volta a Marsiglia città cosmopolita e multireligiosa, dove il campione è nato e cresciuto, cera la sua gigantografia. Ma dopo il mondiale quellimmagine di Zidane non cè più, invece campeggia la scritta che proclama la libertà religiosa come diritto di cittadinanza. «Sono stati i ragazzi di Marsiglia, ragazzi come voi dice rivolto alla platea a sostituire questa frase allimmagine di Zidane».
«Ma oggi in Italia, chiede Lerner, si può ancora dire che quella cattolica è la religione di Stato, secondo il principio per il quale i sudditi erano obbligati a seguire la religione del sovrano? «Da esperto risponde Ventura dovrei dire di no, ma devo dire che in molti aspetti della vita quotidiana non è così. Voi ragazzi toccate con mano uno di questi momenti, che lasciano perplessi, perché siete liberi di saltare lora di religione, ma non quella di matematica. Potete farlo perché è lora di religione cattolica, non piotreste se fosse lora di religione tout court».
A Lerner che incalza, ricordando che un tempo non ci si poteva dire infedeli, pena la morte, e chiede quando la Chiesa Cattolica ha cominciato ad accettare lidea di libertà religiosa, risponde Alberto Melloni, docente allUniversità di Modena e membro della Fondazione Giovanni XXIII.
«La chiesa inizialmente ha subito la libertà religiosa, come lemancipazione degli ebrei. E stata la Costituzione italiana, 60 anni fa, a segnare la svolta, grazie allopera di alcuni costituenti come La Pira, Fanfani, Rossetti. Furono loro a lavorare perché fosse inserito in Costituzione il principio della libertà religiosa, perché avevano compreso che questo avrebbe fatto bene allo stesso cattolicesimo».
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