Prima di Natale, è un luogo comune ricorrente, le istituzioni chiudono. Ed invece l'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle si è concluso, sul filo di lana, con tre importanti provvedimenti portati a termine.
L'anno si era aperto nel segno della partecipazione, con la legge regionale approvata a dicembre di un anno fa. E abbiamo festeggiato la fine dell'anno - il 2008, dopo la nomina del professor Rodolfo Lewanski alla guida dell'autorità regionale per la partecipazione, dopo il finanziamento di ventotto progetti di partecipazione locale ed un town meeting paneuropeo sui cambiamenti climatici e le scelte energetiche - con un altro importante progetto partecipativo che impegnerà nei prossimi mesi, fino a settembre, i Comuni di Firenze, Prato, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino e i suoi cittadini: un progetto di urbanistica partecipata che interesserà il primo parco metropolitano toscano al centro dell'area più popolata di tutta la regione, un territorio di oltre tremila ettari, con sentieri e piste ciclabili, tutto da vivere e su cui i cittadini, che andremo a 'stanare', potranno dire la loro.
Prima della fine dell'anno il Consiglio regionale ha anche approvato la legge toscana sulle professioni: un altro importante traguardo, tre mesi (o poco più) dopo che la giunta aveva inviato all'aula la sua proposta. Una legge 'partecipata', scritta assieme ai professionisti. Una legge che permetterà di garantire prestiti da 3 mila euro, restituibili in quattro anni e senza interessi, ai tirocinanti con meno di trent'anni e fino a 6-7 mila euro per i giovani professionisti con meno di quaranta che intendono mettere su uno studio (meglio se associato). Una legge che non vuole invadere il campo delle competenze statali, a cui spetta la riforma del mondo delle professioni, ma che favorirà lo sviluppo di una società meno ingessata e più mobile e dinamica, che aiuterà i professionisti nella loro formazione e i cittadini ad avere servizi migliori. Con un meccanismo, da parte dei professionisti, di adesione volontaria.
Ma prima della fine dell'anno c'è stato tempo anche per un ultimo risultato: la nascita dell'Unione dei comuni dell'Arcipelago. A giugno avevamo ridotto da venti a quattordici le comunità montane della Toscana. Una di quelle cancellate era la Comunità dell'arcipelago, che poteva però trasformarsi, come le altre comunità disciolte, in Unione di Comuni. Serviva però l'unanimità delle adesioni. Su richiesta degli stessi comuni abbiamo permesso – e votato il 30 dicembre in Consiglio regionale - che l'Unione potesse nascere anche solo con sei comuni, ovvero la maggioranza delle amministrazioni comunali o degli abitanti dell'arcipelago. Senza la norma, il primo gennaio tutte le funzioni e i dipendenti della Comunità montana sarebbero passati alla Provincia di Livorno. Una centralizzazione che nessuno all'isola d'Elba voleva, mentre è necessaria una svolta per un governo più unitario. E proprio nei giorni scorsi c'è stata la firma dei primi sei sindaci - Campo nell'Elba, Capoliveri, Isola del Giglio, Marciana, Porto Ferraio e Rio nell'Elba – con la nascita ufficiale della nuova Comunità.
Ed ora ci attendono altri dodici mesi di lavoro.