Infrastrutture e mobilità
19 giugno 2012
12:20

'Così salviamo il lavoro', Ceccobao su L'Unità spiega l'accordo con i sindacati sulla riforma del tpl

FIRENZE -"Con l'intesa sul tpl abbiamo salvato l'occupazione nel settore", a dirlo è l'assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao in un'intervista rilasciata al giornalista de L'Unità Francesco Sangermano.

Rispondendo alle domande l'assessore ricorda anche quali sono i cardini della riforma ("l'ammodernamento della rete dei servizi, il passaggio a un costo di produzione standard e la possibilità di tornare a fare investimenti nel settore dopo un decennio di sostanziale immobilismo"), torna sul tema delle tariffe spiegando (che "in molte regioni d'Italia ci sono stati aumenti del 50%, ben al di sopra di quelli che, per ora, abbiamo solo ipotizzato in Toscana dove prevederemo delle modulazioni basate sull'Isee per i pendolari abbonati") e infine parla della clausola di slavaguardia sociale inserita nel bando e della condanna di ogni eventuale licenziamento unilaterale da parte delle aziende ("Abbiamo scritto che considereremo inaccettbili e strumentali iniziative unilaterali da parte delle singole aziende di trasporto").

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Segue il testo integrale dell'intervista pubblicata oggi su l'Unità Toscana:

CECCOBAO: «TPL, UN'INTESA PER SALVARE L'OCCUPAZIONE

L'assessore regionale: «Stanziati 70 milioni per aiutare la transizione all'azienda unica»

FIRENZE - Alla fine l'accordo è arrivato. Anzi, gli accordi. Dapprima quello con gli enti locali sulla rimodulazione della rete di servizio quindi, venerdì, quello sul lavoro con le sigle sindacali (ad eccezione della Uil che ha chiesto di poter prima completare alcune verifiche interne). La riforma del Tpl in Toscana è quasi completata. Manca adesso "soltanto" la gara europea il cui bando sarà pronto entro luglio e che dovrà identificare la società che si prenderà in gestione tutto il trasporto a livello regionale per i prossimi 9 anni.

Assessore Ceccobao, lei come responsabile regionale dei trasporti ha ricevuto diverse critiche da parte dei sindacati. Ma venerdì è arrivata la firma dell'intesa. Come siete riusciti a trovare una sintesi?

«La riforma è stata accolta come possibile e si è confermata la volontà di rimodulare il settore rispetto a una logica dei tagli che abbiamo sempre rifiutato. C'è stata da parte di tutti la consapevolezza che un'ulteriore attesa avrebbe portato inevitabilmente a procedere con la logica dei tagli lineari che noi non abbiamo mai voluto accettare».

Vale a dire?

«In sintesi estrema: mutilazioni alle reti, tagli all'occupazione e rinuncia ad investire in un settore in crisi».

E invece quali sono i cardini di questa riforma?

«Essenzialmente tre: l'ammodernamento della rete dei servizi, il passaggio a un costo di produzione standard e la possibilità di tornare a fare investimenti nel settore dopo un decennio di sostanziale immobilismo».

Come è possibile sostenere tutto questo a fronte dei drastici tagli ai trasferimenti effettuati dal governo?

«IL 25 maggio abbiamo fatto un accordo con gli enti locali nel quale si è stabilito come va rimodulata la rete dei servizi e quale è il fabbisogno del Tpl: 160 milioni di trasferimenti a carico della Regione e 35 degli enti locali. Il taglio di risorse è stato inaccettabile e ha messo in crisi il settore, ma ha anche evidenziato alcune cattive abitudini. Senza una vera riforma avremmo rischiato, anziché difendere il Tpl, di rimanere prigionieri di una certa arretratezza con bilanci in perdita, scarsa qualità e niente investimenti».

L'accordo coi sindacati prevede però anche altri soldi...

«Sì, 70 milioni in 9 anni concentrati soprattutto nel primo periodo (16 nel 2012,15 nel 2014 e 2015, 10 nel 2016 e 2017, per un totale di 66 nei primi cinque anni, Ndr) per consentire una gradualità di transizione dal vecchio al nuovo sistema e garantire l'occupazione. E la risposta a una preoccupazione che ci era stata più volte manifestata. E questo ci fa camminare più spediti verso l'emissione del bando per la gara europea. Le risorse in più saranno per il lavoro ma non rinunciamo agli investimenti: 30 milioni di euro all'anno per 9 anni con cui compreremo circa 1000 nuovi mezzi».

Come farete a trovare i soldi extra?

«Ci impegneremo attraverso altre rinunce e sacrifici a dargli copertura di bilancio anno per anno nei prossimi esercizi».

Si è parlato anche di un aumento dei biglietti...

«Premesso che in molte regioni d'Italia ci sono stati aumenti del 50%, ben al di sopra di quelli che, per ora, abbiamo solo ipotizzato in Toscana, prevederemo delle modulazioni basate sull'Isee per i pendolari abbonati. Il nostro obiettivo è creare un sistema europeo, di qualità, sostenibile, efficiente ma anche in equilibrio tra costi e ricavi. Altrimenti, se si generano perdite, queste andranno ripianate dalla tassazione generale».

Uno dei nodi su cui più forte è stata la pressione dei sindacati è stata la clausola sociale...

«Che è nell'accordo, come avevamo detto. Così come è previsto il censimento di tutti i dipendenti nelle aziende attualmente in servizio, un elenco che sarà parte integrande degli atti di gara per il trasferiemnto del personale al nuovo soggetto esercente».

Viene meno anche il rischio che certe aziende possano procedere a licenziamenti unilaterali come già accaduto giustificandoli coi tagli?

«Esattamente. Abbiamo scritto che considereremo inaccettbili e strumentali iniziative unilaterali da parte delle singole aziende di trasporto».

Con la nuova organizzazione della rete sarà possibile garantire anche quelle zone periferiche che temevano di restare senza servizi?

«Abbiamo previsto che la gara unica utilizzi il 95% delle risorse mentre gli enti locali avranno a disposizione fino a un massimo del 5% per organizzare tutti quei servizi che, per loro natura, non hanno rilevanza industriale. Saranno comunque assegnati con forme di evidenza pubblica e prevederanno personale assunto con contratti di lavoro nazionale, non sarà possibile utilizzare autisti in pensione o chissà quali altri forme di lavoro».