Emergenza e sicurezza
Economia
16 febbraio 2012
17:54

'Tassa sulla disgrazia', Rossi: 'Bene la Consulta. Ora il governo si muova'

FIRENZE - "Era una norma assurda, irragionevole e soprattutto ingiusta. La Corte Costituzionale ci ha dato ragione e siamo soddisfatti. Ora per bisogna che il governo mantenga i suoi impegni e ci faccia arrivare al pi presto le risorse promesse. Lunigiana, Isola d'Elba e tanti territori devastati dal maltempo e da eventi disastrosi non possono aspettare".

Cos il presidente Enrico Rossi commenta la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittima la cosiddetta "tassa sulla disgrazia", introdotta l'anno scorso dal governo Berlusconi nel suo decreto Milleproroghe. La norma prevedeva che per accedere ad eventuali aiuti da parte dello Stato (in questo caso 25 milioni di euro) le Regioni avrebbero dovuto elevare la massimo le proprie addizionali fiscali per reperire fondi per l'emergenza.

"Quella legge puniva proprio le popolazioni danneggiate - afferma il presidente Rossi - imponendo ai toscani una forma di solidariet obbligatoria che andava in direzione del tutto contraria a quello spirito collaborativo che fondamentale per risollevare chi colpito da calamit . La Toscana non si comunque tirata indietro, ha fatto e sta facendo la propria parte per i territori colpiti dalle alluvioni e dall'emergenza neve. Ora per - conclude il presidente Rossi - il governo deve far presto nel convocare le regioni per attivare in tempi rapidi tutti gli strumenti in grado di garantire tutte le risorse necessarie per far fronte agli impegni gi definiti per la ricostruzione".

La Regione Toscana stata obbligata ad applicare la "tassa sulle disgrazie" nell'ottobre scorso, dopo l'alluvione che ha colpito la Lunigiana. In quell'occasione aveva aumentato l'accisa sulla benzina di 5 centesimi per un anno. Contestualmente aveva finalizzato l'intero gettito previsto - 50 milioni di euro - al ripristino della sicurezza e alla ricostruzione delle zone colpite dal disastro. Il presidente Rossi si era successivamente rivolto al governo Monti per chiedere di cancellare l'Iva sull'aumento dell'accisa, definendola una "tassa ingiusta sulla solidariet ".