Lavoro
Grosseto
Pistoia
29 aprile 2022
18:13

Alival, Fabiani: “Caso urgente, già convocata l’azienda. Contattato il Mise”

Alival, Fabiani: “Caso urgente, già convocata l’azienda. Contattato il Mise”
Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza regionale

Prima di tutto ci sono i numeri, quelli dello stabilimento di Ponte Buggianese che la multinazionale agroalimentare francese Lactalis ha deciso di chiudere entro il primo trimestre del 2023: 74 lavoratori Alival e centinaia di altri coinvolti nella filiera del comparto lattiero caseario, abbastanza da creare allarme per un presidio economico e sociale fondamentale per l’intera Valdinievole e non solo, visto che sono già stati annunciati esuberi nel sito di Santa Rita (Grosseto). 

Poi ci sono i tempi, indicati da Valerio Fabiani al tavolo regionale con sindacati e istituzioni convocato questo pomeriggio: “Avremo al più presto un passaggio con la proprietà a cui chiederemo di  venire al tavolo il prima possibile - assicura il consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente Giani -;  riteniamo che questa vicenda abbia carattere di urgenza sia per la gravità della decisione annunciata sia per il peso che  ricopre per il territorio”. Fabiani precisa di aver già contattato il tavolo nazionale del Mise.  

Al tavolo anche l’assessora al lavoro Alessandra Nardini, che assicura presenza e attenzione a una vicenda che ha rilevanza nazionale (l’altro stabilimento che dovrebbe essere chiuso si trova in Calabria).  

Dal sindaco di Ponte Buggianese, Nicola Tesi, le specifiche sullo stabilimento Alival alla luce di passaggi di proprietà e andamento della produzione.

"L’obiettivo - spiega Fabiani - è di portare Alival al tavolo in seduta plenaria per avere un chiarimento nel merito e nel metodo. Ci sono numerosi strumenti previsti dalla legislazione che possono indurre un’impresa a fare un passo indietro rispetto alle decisioni annunciate, scongiurando la chiusura del sito e i licenziamenti e mettendo in campo un processo di rilancio. Naturalmente c’è una premessa necessaria: poter discutere un piano industriale con un cronoprogramma valutabile e investimenti certi, per capire quali di questi strumenti si possano usare, inclusi gli ammortizzatori sociali oggi potenziati con legge di bilancio”.  

"Se invece l’azienda non è in grado di supportare il rilancio - continua il consigliere di Giani -comunque non può semplicemente andarsene ma deve aprire il sito all’intervento di player industriali che possano salvaguardare l’attività sul territorio. Quello che in nessun caso è tollerabile è che si decida di chiudere e licenziare dalla sera alla mattina, perché esiste la responsabilità sociale dell’impresa”.