Economia
Lavoro
Sociale
19 dicembre 2013
15:46

Ammortizzatori in deroga, Simoncini: "Senza certezze e modifiche, rimettiamo le funzioni"

FIRENZE Le Regioni dicono no al decreto del governo sui nuovi criteri per gli ammortizzatori sociali in deroga. E, se il governo non accoglier la richiesta di certezze sull'integrale copertura finanziaria e la modifica delle novit procedurali previste, rimetteranno al governo le funzioni fino ad oggi esercitate, vale a dire la gestione, per conto dello Stato, delle autorizzazioni per Cassa integrazione e mobilit in deroga.
 
Il parere delle Regioni, presentato dall'assessore toscano al lavoro Gianfranco Simoncini, coordinatore delle Regioni per il settore, stato approvato oggi nella riunione della Conferenza delle Regioni e consegnato al governo nel corso della seduta della Conferenza Stato-Regioni . 
 
"E' incomprensibile commenta l'assessore Simoncini il fatto che,  mentre da un lato si discute di garanzia Giovani, dall'altro, con l'esclusione dai benefici della deroga degli apprendisti, dei lavoratori in somministrazione e, fra gli altri, anche degli studi professionali, si vadano a colpire proprio i giovani spingendo le imprese in difficolt a licenziare, appunto, i lavoratori pi giovani che sono poi quelli che rientrano fra le figure escluse".
 
L'assessore Simoncini sottolinea come la situazione attuale sia pesantissima, una situazione che le Regioni nel parere definiscono di "grave tensione sociale", con rischi per "l'ordine pubblico". "Migliaia di lavoratori non riceveranno le indennit loro dovute - spiega - perch gli stanziamenti messi a disposizione dal governo per il 2013 non sono sufficienti a soddisfare le richieste pervenute. Ma la prospettiva ancora peggiore per il futuro. Di fatto si ridurranno le tutele, colpendo i soggetti pi deboli del mercato del lavoro".
 
"Il nuovo decreto spiega l'assessore acuisce le differenze fra le tutele verso i lavoratori delle aziende medio grandi e di quelli delle piccole. Vi poi un appesantimento burocratico che rischia di ridurre le Regioni ad un ruolo subordinato rispetto all'Inps". 
 
Le Regioni ritengono non pi sostenibile il sistema degli ammortizzatori cos com' attualmente e sono d'accordo sulla necessit di una riforma. Ma la riforma dovrebbe garantire una copertura universalistica a tutti i lavoratori. La proposta di decreto del governo va invece in una direzione opposta.
 
"Una volta approvati i nuovi criteri, che varranno per tutto il territorio nazionale avverte Simoncini - deve essere garantita l'integrale copertura del fabbisogno, evitando la lotteria degli ammortizzatori e la ricorsa alle richieste nei primi mesi dell'anno che l'incertezza sulle risorse determinerebbe. Per questo abbiamo fatto presente che, se le richieste sulla certezza di copertura finanziaria e di modifica della copertura e sulle procedure non saranno accolte, le Regioni diranno al governo di riprendersi le funzioni che riguardano le autorizzazioni". 
 
Le nuove norme introdotte dal decreto contestato dalle Regioni, prevedono l'esclusione di apprendisti e lavoratori in somministrazione: una norma che, secondo le Regioni, colpisce soprattutto i precari, che sono in maggioranza giovani. Le Regioni chiedono di reinserire i lavoratori con anzianit minima di 90 giorni e di precsiare la possibilit di usufruire dell'ammortizzatore anche per aziende interessate da procedure concorsuali (fallimento, liquidazione ecc) da riconversioni o cessazione. La bozza di decreto prevede che la domanda venga presentata a Inps, mentre le Regioni insistono sul fatto che debba essere presentata esclusivamente alle Regioni stesse, entro il termone perentorio di 20 giorni dalla sospensione dal lavoro. 
Quanto alla mobilit in deroga, le Regioni chiedono una precisazione rispetto alla possibilit di utilizzare la mobilit a seguito di altri ammortizzatori per lavoratori di aziende interessate da processi di reinsediamento industriale o prossimi alla pensione.