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Cultura
8 marzo 2014
12:19

Anniversario della deportazione politica, Nocentini: "Grazie anche agli 'incorreggibili' è nata la Repubblica"

FIRENZE - "Un ringraziamento commosso va agli 'incorreggibili', a quegli oppositori politici che l'8 marzo del 1944 furono deportati da Firenze verso il lager di Mauthausen, uno dei più terribili campi di punizione e di annientamento prodotti dal nazismo. Oltre trecentotrenta lavoratori toscani rastrellati perché scioperarono e dettero vita ad una rivolta che sul New York Times fu raccontata con un'enfasi che contribuì a riconoscere politicamente e pubblicamente la lotta di liberazione in corso nel nostro paese. 'Nell'Europa occupata non è mai avvenuto niente di simile alla rivolta degli operai italiani', scrisse il quotidiano statunitense sottolineando anche il ruolo che in essa assumeva il Comitato di liberazione nazionale". Con queste parole Sara Nocentini, assessore regionale alla cultura, è intervenuta alla manifestazione organizzata dall'Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti (Aned) che a Firenze ha celebrato il 70° anniversario della deportazione politica dalla Toscana.

L'assessore, ricostruendo gli eventi di quei mesi, ha poi ricordato il ruolo dell'Aned, ma anche quello dell'Anpi, "nel ricostruire e tessere quel filo della memoria troppe volte interrotto su una parte indelebile della memoria nazionale" e ribadendo il loro ruolo fondamentale "nella costruzione della Repubblica e della democrazia". Nell'intervento l'assessore Nocentini ha esposto le ragioni degli scioperi del marzo 1944 che rappresentarono "Una straordinaria conferma del carattere popolare e di massa dell'opposizione al fascismo dando nuova forza alle formazioni partigiane che combattevano nelle città e sui monti. Uno sciopero che coinvolse massicciamente le fabbriche del triangolo industriale, ma a cui dette un contributo rilevante la Toscana. "Pane, pace, libertà" furono le parole d'ordine che portarono a scioperare ventimila operai delle fabbriche fiorentine: Officine Galileo, Pignone, Manifattura Tabacchi, le vetrerie di Empoli, le industrie tessili di Prato. In altre zone della Toscana vi furono scioperi significativi. Nel pistoiese, nel pisano, in provincia di Livorno, ad Abbadia San Salvatore, a Cavriglia; ma fu sull'asse Firenze-Empoli-Prato che si abbatté una repressione immediata e durissima ad opera della Guardia Nazionale Repubblicana".

Repressione che nel pomeriggio dell'8 marzo 1944 portò i trecentotrenta lavoratori toscani ad essere rinchiusi in carri bestiame, sigillati al binario sei della stazione di Santa Maria Novella, pronti per partire verso il campo di Mauthausen, e i campi satellite di Gusen ed Ebensee, dove arrivarono dopo tre giorni di fame e di sete. Le condizioni estreme imposte loro in quella fase della guerra determinarono un'altissima mortalità con una media di otto mesi di sopravvivenza, solo poche decine sopravvissero a quella tortura. In molti casi gli 'inabili al lavoro' furono eliminati nelle camere a gas.

Alla manifestazione, che si incastona in un calendario di iniziative che termineranno domani a Montelupo fiorentino, hanno partecipato, oltre alla Regione Toscana, anche la Provincia di Firenze e i Comuni interessati. Quest'appuntamento segna l'inizio, nella nostra regione, del Settantesimo della Resistenza e della Liberazione in Toscana.