Economia
27 gennaio 2012
18:38

AnsaldoBreda, Rossi: 'Sì al risanamento, ma con rilancio e sviluppo'. Prossimi incontri con Manfellotto, Orsi e Passera

FIRENZE – L'incontro con l'amministratore delegato di AnsaldoBreda è già fissato. Il presidente della Toscana lo vedrà il 1 febbraio. Ma Rossi, dopo il lungo incontro avuto oggi nel pomeriggio, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, con i rappresentanti delle segreterie provinciali e regionali e con le Rsu dello stabilimento di Pistoia, ha preso anche l'impegno ad incontrare subito dopo Giuseppe Orsi, il presidente di Finmeccanica che detiene il controllo dell'azienda, e poi ancora di vedere il ministro dell'economia Corrado Passera, come responsabile delle politiche industriali ma anche per quel 30 per cento di azioni del gruppo che il dicastero possiede.

"Tra i lavoratori c'è una preoccupazione che si fa nera come la pece – commenta il presidente della Regione – e quei lavoratori meritano risposte precise e impegni che riaccendano la speranza di mantenimento del presidio produttivo e della storia del settore ferroviario a Pistoia". L'AnsaldoBreda vive un paradosso: ha bilanci in perdita nonostante le commesse importanti, per l'acquisto di treni e metropolitane, che in passato ci sono state e che ci sarebbero anche nel futuro.

"Ho promesso che porteremo fino in fondo questa battaglia – prosegue Rossi -, disponibili a trattare un risanamento purchè in un quadro di rilancio e sviluppo produttivo". L'idea dell'azienda sarebbe in questo momento di vendere il settore ferroviario, giudicato non più strategico: prima ristrutturando. La Regione rilancia dicendo che la prospettiva su cui si deve lavorare è quella della costruzione di un polo nazionale ferroviario, con sede a Pistoia e in Toscana. In questa direzione si è sempre mossa e su questo chiede la collaborazione del governo.

"La battaglia dei lavoratori della Breda e della città di Pistoia è la battaglia di tutta la regione – rimarca Rossi – Azienda e città che per nostra scelta costituiscono l'unico distretto ferroviario del paese". "Non è colpa dei lavoratori – aggiunge -, né delle istituzioni, se la vecchia dirigenza di Finmeccanica non è stata in grado di mantenere l'azienda competitiva, accumulando deficit. Non è colpa dei lavoratori se il governo si trova ora impreparato, a causa dell'abbandono di qualsiasi politica industriale da parte del centrodestra che lo ha preceduto, sul terreno della costruzione di un polo ferroviario con una domanda nazionale e internazionale in crescita". "Su questo tema – conclude – continueremo ad impegnarci con la volontà di ottenere un risultato positivo".