Cultura
27 marzo 2017
16:51

Barni all'incontro con la linguista Elana Shohamy: "Fondamentali le sue ricerche di politiche del linguaggio"

FIRENZE - "Un lungo lavoro di ricerca condivisa in tema di politiche linguistiche, e una lunga amicizia". Cos la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni ha descritto il rapporto con la linguista dell'universit di Tel Aviv Elana Shohamy, intervenendo ieri al secondo degli incontri del 'Balabrunch' organizzati presso la Sinagoga di via Farini dalla Comunit ebraica di Firenze in collaborazione anche con la Regione Toscana, oltre che con Siena, Pisa, Pistoia e Livorno.

L'incontro verteva sulla politica del linguaggio in Israele, dove l'ebraico diventato la lingua principale, la 'monolingua' ufficiale da usare in pubblico sia per gli immigrati che arrivavano, sia per gli arabi che ci vivevano, perdendo via via le lingue madri originarie. "Ma oggi ha detto Shohamy, partendo dalla articolata costellazione linguistica della propria famiglia stiamo lavorando per far conoscere i diritti connessi al linguaggio, introducendo lo studio delle lingue originarie e il multilinguismo nel sistema educativo e scolastico israeliano".

"Con Elana ho condiviso gran parte della mia vita di ricerca ha detto Barni nel suo intervento e il riconoscimento dell'importanza che le lingue hanno anche per rendere migliori i cittadini. Anche in Italia servirebbe una riflessione molto pi approfondita sia sulle lingue insegnate che su quelle dei migranti. Abbiamo lavorato molto insieme con Shohamy sul tema dei bambini che si vergognano di parlare le lingue dei loro genitori immigrati, e del fatto che si sottolinea poco che i bambini che conoscono pi lingue sono pi bravi anche nelle altre materie".

Un altro tema di ricerca condiviso stato quello dei "panorami linguistici urbani". "Qualche anno fa abbiamo cominciato a studiare ha spiegato Barni - luoghi di immigrazione, quali Prato, Roma, Torino per vedere quali lingue emergano nei luoghi pubblici. Purtroppo prevale la soppressione delle lingue 'altre', c' paura della diversit delle lingue. Il pluriliguismo andrebbe invece promosso, darebbe un contributo alla democrazia".