Istituzioni
16 novembre 2012
14:14

Bartolini, il percorso irripetibile dello 'statista' che ha dato un'identità alla Regione

FIRENZE - Da partigiano nelle file della Resistenza a operaio alla Galileo nella Firenze del dopoguerra, da sindacalista in fabbrica a politico e uomo di governo. Potrebbero essere così sintetizzate le tappe del percorso di Gianfranco Bartolini, presidente della Regione Toscana dal 1983 al 1994, così come sono state tratteggiate nel corso del convegno organizzato, a vent'anni dalla sua morte e a trenta esatti dalla sua elezione nel 1983, a terzo presidente della Regione Toscana (ma in consiglio regionale era entrato fin dal 1975).

Un percorso per certi versi irripetibile, quello di Bartolini, così come lo ricorda Paolo Ranfagni, suo stretto collaboratore come capo ufficio stampa della giunta regionale in quegli anni. Un percorso da statista, anche se può sembrare una contraddizione in termini. Ma è questa la definizione che ha dato di lui – lo ricorda ancora Ranfagni - Giorgio Napolitano, parlandone, appunto come di uno "statista delle Regioni". E allora, per capire, bisogna andare alla situazione storica di quegli anni, quando le Regioni, un decennio dopo la loro nascita, uscivano dagli entusiasmi della fase costituente, coraggiosa e un po' pionieristica, per cercare una nuova e più solida identità. La Toscana la trova con lui. Con un uomo che sa coniugare, come suggerisce Ranfagni, "utopia e pragmatismo" che non rinnega ma anzi usa le sue radici, comuniste, operaie, popolari per rafforzare, da autodidatta, la sua visione culturale ricca, complessa, aperta al confronto a tutti i livelli, nella società e in politica. Lui che, mediatore nato, concepiva la politica come servizio, era capace di dialogare con Clinton (all'epoca governatore dell'Arkansas) e Lafontaine (presidente del Sarrland), con gli industriali e con la Chiesa, con generali e capi di stato, ministri e presidenti del consiglio, senza perdere la sua umanità.

"Sono gli anni in cui le Regioni – nota ancora Ranfagni – esaurita la fase iniziale, si ritrovano a dover contrastare nuovi disegni centralistici da parte dello Stato". In questo momento storico l'operato del presidente della Toscana va ben al di là della buona amministrazione di una regione che riesce a inserire nel novero delle più forti a livello nazionale, riuscendo ad accreditarne il ruolo e l'identità prima di tutto presso i toscani. Da Bartolini in poi, la Regione, in Toscana, è un punto di riferimento istituzionale importante e ineludibile, sia all'interno che all'esterno. Lo ha ricordato Claudio Carosi, assessore nella sua giunta, sottolineandone "la prospettiva di visione che ha dato autorevolezza alla Regione, prima di tutto in Toscana e poi anche nel confronto con altre Regioni e con il governo".

Non c'è problema locale che non trovi una sponda regionale, non c'è crisi che non trovi un tavolo a Palazzo Budini Gattai. Si ricordano, di quegli anni, l'avvio di opere come Bilancino, nella convinzione che l'Arno dovesse diventare da minaccia risorsa, progetti integrati di sviluppo che coinvolgevano interi territori come il Progetto Amiata, battaglie difficili anche impopolari poi vinte come le "navi dei veleni" nel porto di Livorno, la riconversione delle aree minerarie, tutte condotte con l'idea quasi ossessiva dello sviluppo, delle opportunità di occupazione. Temi di ieri ma anche e più che mai di oggi, come quello della riforma istituzionale, come osservano il vice presidente del Senato Vannino Chiti, per due legislature presidente della Toscana dopo Bartolini, ma anche l'oppositore di un tempo Giuseppe Matulli - al cospetto di rischi crescenti di un'involuzione istituzionale e di uno scenario ancora mutato, dove le Regioni sono viste come un problema, una fonte di sprechi, un costo da tagliare.

Dai presenti, interessati, partecipi, a volte commossi, come Alberto Brasca,Vito Vacchi, Stefania Fuscagni è stata data una lettura anche umana, ovviamente inscindibile da giudizio sull'uomo. Che era insieme statista dalla battuta fulminante, politico con il sorriso sulle labbra, amministratore vicino ai suoi cittadini.

Articolo correlato: Rossi: "Bartolini ancora per noi un punto di riferimento"

[gallery link="file" columns="4"]