Lavoro
26 giugno 2018
14:10

Bekaert, Rossi a Roma con i lavoratori ma mancano azienda e governo

FIRENZE - Al tavolo convocato oggi a Roma per affrontare la crisi della Bekaert (ex Pirelli) dopo il licenziamento di 318 lavoratori, c'erano il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini, le organizzazioni sindacali, la sindaca del Comune di Incisa-Figline Giulia Mugnai, alcuni parlamentari del territorio, i funzionari del ministero dello Sviluppo economico, ma non c'erano i rappresentanti dell'azienda e nemmeno quelli del Governo.

"Capisco che siamo in una fase di avvio istituzionale - ha detto Rossi sedendosi al tavolo - ma poter avere confronto politico anche con ministro o con viceministro da lui delegato, sarebbe stato importante. Ci siamo seduti al tavolo per rispetto verso i funzionari del ministero e dei sindacati, perch altrimenti avremmo dovuto alzarci e andare via".

"L'azienda - ha proseguito Rossi - ha confermato il suo atteggiamento di arroganza, lo stesso che ha usato verso i lavoratori consegnando loro le lettere di licenziamento mentre erano ancora al lavoro. Adesso ci sar un incontro in sede sindacale e poi saremo nuovamente riconvocati dal ministero. Ci auguriamo che alla prossima riunione ci sia il viceministro in rappresentanza del governo. Al governo chiederemo un pronunciamento pubblico, che richiami alla responsabilit la multinazionale. Non solo. Bisogna chiamare in causa anche Pirelli, che era la proprietaria dello stabilimento fino a tre anni fa e che deve assolutamente essere coinvolta in questa partita. A Bekaert chiediamo il ritiro immediato dei licenziamenti e l'apertura di un tavolo con l'obiettivo di continuare a produrre. Con questi obiettivi raccolgo l'appello del sindaco di Incisa e Figline e sar presente, con il gonfalone della Regione, alla manifestazione organizzata a Figline per venerd sera. Manifesteremo perch non vogliamo perdere un importanmte sito produttivo per gli interessi della multinazionale e di una liberalizzazione che penalizza i lavoratori, usando l'Europa come grande mercato che contrappone fra loro i lavoratori. Siamo di fronte all'ennesimo caso di delocalizzazione motivato non da una crisi del mercato ma dalla esclusiva volont di fare pi soldi sulla pelle dei lavoratori. E questo non si pu accettare. Siamo qui e saremo venerd in piazza anche per dire no a tutto questo".

   

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