Agroalimentare
Firenze
Pistoia
2 marzo 2020
15:48

Caccia, Fratoni e Remaschi replicano al consigliere Salvini

Caccia, Fratoni e Remaschi replicano al consigliere Salvini

“Ci manca solo che il consigliere Salvini ricordi i vecchi tempi in cui si poteva cacciare il mammut e poi il quadro sarebbe completo. Ma di quale caccia parla il consigliere Salvini? A noi sono ben presenti le norme e i regolamenti che esistono in Toscana e, lo informiamo, danno un quadro dell’attività venatoria ben diverso da quello da lui improbabilmente dipinto nel suo intervento, che pare emergere da qualche vecchio archivio, straordinariamente lontano dalla realtà della caccia toscana di oggi, sempre più attività che è, insieme, sociale e attenta alle ragioni della tutela del territorio e dell’ambiente”.


Così gli assessori all’ambiente e all’agricoltura, Federica Fratoni e Marco Remaschi, rispondono al consigliere regionale del gruppo misto Roberto Salvini.

“E allora diciamo subito - proseguono i due assessori – che il nuovo regolamento sul Padule non toglie alla caccia nessuna area contigua ma semmai le norma, come è giusto che sia. Poi, ancora, non esistono disposizioni che vadano nella direzione da lui paventata, quella cioè di un blocco dell’attività venatoria: anzi, grazie agli ultimi provvedimenti, è oggetto di maggiore autonomia, visto che agli ATC, cogestiti dalla componente venatoria, si riconosce maggiore capacità di iniziativa sia economica che gestionale”.


“Quanto agli ungulati, è esercizio di pura fantasia che si voglia ‘indirizzare’ esclusivamente l’attività venatoria su queste specie. La questione, semmai, è che il consigliere regionale pare ignorare che c’è un problema serio che deriva dal forte impatto sulla agricoltura toscana della sovrappopolazione di ungulati e bene farebbe Salvini a imitare molti suoi colleghi cacciatori che invece hanno capito quanto sia importante agire in questo senso per la tutela delle colture e della piccola fauna stanziale.

Insomma – concludono Fratoni e Remaschi – potrebbe essere utile che Salvini riprendesse in mano un po’ di norme e di dossier che riguardano il mondo venatorio: il suo assillo per le buone sorti del turismo toscano, che ora oscilla tra allarmismo e improvvisazione, ne guadagnerebbe senz’altro. E magari nel prossimo intervento dimostrerà migliore mira, il che per un bravo cacciatore quale sicuramente è, non sarebbe male”.