Economia
Lavoro
10 maggio 2016
15:27

Caporalato, Rossi: "Chiamiamo in causa anche gli imprenditori che se ne servono"

FIRENZE - "Il caporalato un problema che va affrontato richiamando anche alle loro responsabilit gli imprenditori agricoli che se ne servono". Il presidente della Toscana Enrico Rossi ne parla a margine del consueto briefing settimanale con i giornalisti. Oggi a Prato la Procura ha illustrato gli esiti di un'inchiesta che ha portato all'arresto di un pakistano.

Secondo i rapporti Agromafie, in Toscana la quota di irregolarit in agricoltura si aggira intorno al 14,7 per cento, l'indice pi basso d'Italia dopo il Trentino Alto Adige. Il caporalato rimane per un problema e Rossi lancia una proposta, che poi gi aveva illustrato in una recente audizione in Parlamento. " La proposta di legge Martina sicuramente un passo in avanti: inasprisce le pene per i 'caporali' e prevede la confisca dei loro beni dice , ma per combattere seriamente il caporalato penso che si debbano chiamare in causa anche gli imprenditori agricoli (o di altri settori) che consapevolmente ne usufruiscono, ad esempio penalizzandoli nell'erogazione dei contributi comunitari, ed agevolare invece gli imprenditori seri nella ricerca di manodopera a tempo determinato".

La Toscana sta verificando la possibilit di utilizzare per questo lo strumento del lavoro interinale, pronta ad offrire assistenza attraverso i proprio centri per l'impiego di cui dall'inizio dell'anno responsabile al posto delle Province. Il caporalato si combatte infatti anche con migliori servizi: a quel punto, secondo Rossi, verrebbe meno la sua 'funzione' di sostituzione rispetto allo Stato nei servizi dell'impiego, dei trasporti o della ricerca di un alloggio.

"Pare assurdo - annota Rossi ma l'Europa civile e sociale impone agli agricoltori codici e pacchi di regole per il rispetto dell'ambiente, la sicurezza sul lavoro e il benessere degli animali, ma non c' niente che richiami al rispetto dei pi elementari diritti dei lavoratori". Che il caporalato appunto contraddice.