Economia
Lavoro
6 maggio 2014
14:43

Cassa in deroga: subito la riforma, ma stop alla vergogna dei lavoratori non pagati

FIRENZE - Il sistema degli ammortizzatori sociali in deroga non regge, e ci vuole rapidamente la riforma. Ma c' una vergogna che non pu pi essere tollerata: quello dei lavoratori che sono stati in cassa integrazione e che da agosto, il caso della Toscana, o da settembre, in altri casi, non hanno ancora ricevuto un euro di quanto loro dovuto. Il debito verso questi lavoratori, per un'indennit che nella stragrande maggioranza di casi l'unica fonte di reddito, deve essere pagato dallo Stato. Lo ribadisce l'assessore regionale a lavoro e attivit produttive commentando la relazione della Corte dei conti sugli ammortizzatori in deroga.

 

La Corte dei Conti, sostiene l'assessore, conferma ci che le Regioni dicono da tempo. L'attuale regime ingiusto, perch produce differenze nella tutela del reddito dei lavoratori tra le medio-grandi aziende e le piccole, e perch determina una disparit tra le imprese che contribuiscono al Fondo Inps e coloro che invece usufruiscono della deroga. E per di pi pesa completamente sul bilancio dello Stato.

 

Le Regioni hanno pi volte posto il problema al Governo, arrivando a dire che erano pronte a restituire allo Stato la delega sulle autorizzazioni, se non si fosse arrivati alla riforma ed al pagamento del dovuto. Lo hanno fatto anche nell'incontro di due settimane fa con il ministro del lavoro, il quale, riconoscendo la gravit della situazione, si preso l'impegno di formulare una proposta per risolvere i problemi relativi al pregresso 2013 e di arrivare rapidamente a nuove regole per la fase di passaggio e poi per la riforma.

 

Di fronte al rilievo contenuto nella relazione della Corte sull'uso degli ammortizzatori in deroga per il mero prolungamento dell'attivit lavorativa, l'assessore sottolinea invece il dato toscano, dove le risorse sono state destinate per il 93,3 per cento alla cig e solo il 6,7 alla mobilit . E' quindi possibile, rivendica, utilizzare lo strumento come sostegno reale alle aziende ed ai lavoratori in crisi temporanea e non come sostegno a chi non ha pi possibilit di ricollocazione al lavoro.

 

Ma la vera urgenza, conclude, pagare quanto dovuto. Perch non si pu consentire che ci siano lavoratori che non riscuotono da mesi, aziende che licenziano anche per situazioni in cui si potrebbero utilizzare sospensioni temporanee del lavoro tipiche della cassa integrazione, e uno Stato che d l'idea di disinteressarsi al dramma di migliaia e migliaia di famiglie.