Salute
3 giugno 2017
10:55

Centro Gestione Rischio Clinico, i progetti in Palestina e Kenya

FIRENZE - Dallo scorso anno il Centro Gestione Rischio Clinico (CGRC) della Regione Toscana, in veste di Collaborating Center dell'OMS (Organizzazione mondiale della sanit ), ha avviato una serie di interventi volti al miglioramento della sicurezza e qualit delle cure nei Territori occupati della Palestina e in Kenya. In entrambi i Paesi sono state create delle partnership per promuovere l'introduzione di soluzioni per la sicurezza delle cure promosse dall'OMS e contestualizzate alle necessit del sistema locale (checklist di sala parto e sala operatoria, poster per la corretta igiene delle mani, moduli per il corretto passaggio delle consegne/informazioni tra operatori sanitari), per svolgere workshop di formazione-confronto sul campo e per monitorare e valutare i risultati degli interventi.

L'Organizzazione Mondiale della Sanit da tempo riconosce la sicurezza e la qualit delle cure come uno degli elementi costitutivi del diritto alla salute anche in contesti a risorse limitate o nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Se nei paesi occidentali l'incidenza degli eventi avversi correlati al processo di cura di circa il 9%, con una prevenibilit   intorno al 50%, i rari studi condotti sul tema riportano che nei Paesi in via di sviluppo la prevenibilit di circa l'80%.

I Territori Occupati della Palestina e il Kenya mostrano infatti condizioni socio-sanitarie molto preoccupanti, fanno sapere dal CGRC della Toscana. Solo per citare qualche indicatore rilevante, nel 2015 nei Territori Occupati l'indice di sviluppo umano era pari a 0,684 (114 posto sul 188 paesi del mondo) mentre in Kenya di 0.555 (146 posto). Dati dello stesso anno riportano per i Territori Occupati una la mortalit infantile pari a 18 per 1.000 nati e un tasso di mortalit materna di 45 per 100.000 nati mentre per il Kenya una mortalit infantile pari a 35 per 1.000 nati e un tasso di mortalit materna di 510 per  100.000 nati.

Nei Territori Occupati di Palestina, nel corso di una missione svoltasi dal 14 al 20 maggio 2017, il Centro GRC ha dato avvio a specifici progetti nell'ambito della prevenzione delle infezioni ospedaliere, della sicurezza in ambito materno infantile e in ambito chirurgico, definendo un piano operativo che vedr coinvolti in prima battuta il Palestine Medical Complex di Ramallah, lo Shifa Hospital di Gaza City e l'European Gaza Hospital di Khan Younis. L'OMS di Ramallah e Gaza e i Ministeri della Salute di Cisgiordania e Striscia di Gaza svolgeranno un ruolo attivo nel supportare la realizzazione di queste attivit . Tutto questo grazie alla collaborazione con la onlus Palestine Children's Relief Fund-Italia (PCRF-Italia), ai finanziamenti del Centro di Salute Globale della Regione Toscana e ai fondi dell'8 per mille della Chiesa Valdese. PCRF-Italia, coordinato dalla dottoressa Martina Luisi, da anni lavora in Palestina per sostenere gli operatori locali nel garantire accessibilit ai servizi e cure specialistiche, soprattutto in ambito pediatrico. A partire dal 2015, grazie a PCRF, sono state infatti effettuate 29 missioni chirurgiche che hanno coinvolto medici e infermieri di varie specialit appartenenti alle Aziende Sanitarie di tutto il paese. Si tratta di qualcosa di pi di un intervento umanitario legato allo stato di emergenza, un lavoro tra pari di progettazione condivisa con gli attori locali volta al rafforzamento del sistema sanitario, al potenziamento della formazione degli operatori sul campo e alla costruzione di reti di relazioni tra professionisti che possano andare a sopperire, almeno in parte, alla difficolt di comunicazione e confronto con esperienze professionali diverse. 

In Kenya il Centro GRC lavora da due anni a progetti di ricerca-intervento con il Ruaraka Uhai Neema Hospital e il North Kinangop Catholic Hospital sui temi della sicurezza in ambito materno infantile e la prevenzione delle infezioni nosocomiali, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria Senese e il Centro di Salute Globale della Regione Toscana. Al Ruraka Hospital stata introdotta una versione adattata della checklist per la sicurezza in sala parto promossa dall'OMS ed stata fatta una prima valutazione dello strumento in termini di usabilit e impatto sul lavoro degli operatori con risultati positivi. La prima analisi della survey rivela che il 67% degli operatori che hanno usato lo strumento ha percepito un miglioramento della qualit delle loro prestazioni e che l'80% vorrebbe che la checklist diventasse strumento di uso quotidiano. in corso di realizzazione una revisione di cartelle pre e post intervento per valutare dell'impatto della checklist sull'aderenza da parte degli operatori sanitari alle buone pratiche cliniche relative al parto. Al North Kinangop Catholic Hospital le attivit si stanno invece concentrando sul rafforzamento degli interventi per la prevenzione delle infezioni nosocomiali.

Si tratta di due esperienze - sottolineano dal CGRC - volte ad integrare la sicurezza delle cure nei programmi di cooperazione sanitaria internazionale, seguendo gli indirizzi dell'OMS e della global action for patient safety lanciata nel 2016 a Londra, nonch valorizzando le esperienze e le sensibilit locali di contesti spesso poveri di risorse eppure ricchi in immaginazione e saper fare, in cui un piccolo intervento pu avere grandi risultati come ad esempio ha mostrato l'esperienza della checklist di sala operatoria.