Consumatori
Diritti
Istituzioni
7 dicembre 2017
17:02

CollaboraToscana, progetti e laboratori: qualche esempio di economia collaborativa

FIRENZE La sharing economy non nasce oggi: quella 'solidale', che ha a che fare con impegno sociale e responsabilit verso gli altri. Basta guardare all'esperienza del teatro povero di Monticchiello in Val d'Orcia, che vive da cinquantuno anni, e attorno a cui nata una cooperativa di comunit .

La storia del piccolissimo borgo in provincia di Siena uno degli esempi di economia collaborativa raccontati oggi durante la presentazione del libro verde di #CollaboraToscana. Colpito dalla crisi della mezzadria dei primi anni Sessanta, per non morire il paese nel 1967 si reinventato nel segno del teatro: "una reazione a quei lombrichi' che erodono l'Italia minima ma senza renderla feconda" racconta Andrea Agresti, regista degli spettacoli e anima del teatro povero (ma impegnato) di Monticchiello. E da allora non si sono pi fermati: i giovani non  fuggono pi , rinata la vita sociale e ricreativa, si sviluppata una rete di ristoratori e di strutture ricettive, si sono fatte largo anche esperienze di servizio civile e con ospiti richiedenti asilo.  

A San Casciano in Val di Pesa, nel Chianti fiorentino, l'economia collaborativa servita a risolvere un problema di scarsi collegamenti tra le tante piccole frazioni di un territorio ampio che misura pi di cento chilometri quadrati: nessun treno, pochi bus, pochi utenti per reggersi sul mercato, un quarto della popolazione sopra i 65 anni e tra loro pure diversi ultranovantenni, la scelta nel 2015 stata quella di mettere in rete e far meglio conoscere i trasporti su prenotazione offerti dalle associazioni di volontariato, a disposizione per raggiungere strutture sanitarie, andare a teatro o anche visitare un museo. L'amministrazione comunale ha aggiunto un bus navetta gratuito, due volte a settimana, da San Pancrazio, Montefiridolfi e Mercatale verso il capoluogo. Si sono inventati anche un car sharing territoriale, una sorta di "Bla bla car" analogico, spontaneo, con un referente per paese e bacheche fisiche in piazza, dove offrire e cercare passaggi, per ora in legno e con fogli di carta ma che per gli studenti dei poli universitari di Sesto Fiorentino e Careggi si gi evoluto on line. Un progetto articolato di trasporto collaborativo che in Regione si pensa di replicare lungo tutta la via Francigena, in chiave turistica.

A Rispescia, nel parco dell'Uccellina in provincia di Grosseto, il riutilizzo di un bene comune urbano ha portato alla rivitalizzazione di uno spazio coinvolgendo disabili, migranti e disoccupati, musicisti in cerca di un luogo dove esibirsi e disposti in cambio a dare lezioni di musica a chi altrimenti non se le potrebbe permettere, anziani pronti ad insegnare l'arte della terra. Un progetto pronto a coinvolgere anche un paio di banche, pronte ad emettere obbligazioni attraverso cui raccogliere i capitali per partire.  

A Campi Bisenzio, all'interno di bene confiscato alla criminalit , ha trovato casa invece l'emporio solidale "Fai da noi", nato da una collaborazione tra Comune, la multinazionale Leroy Merlin e l'associazione Diaconia Valdesa fiorentina. L'idea semplice: ti serve un martello, una scala o un altro utensile, chiodi o vernice? Prendile in prestito e in cambio offri ore di volontariato civico e di impegno sociale. Il servizio si rivolge alle famiglie in difficolt economica ma anche a chi, semplicemente, non vuole comprare un oggetto che utilizzer sporadicamente ma offrire tempo e competenze a vantaggio della collettivit : contro lo spreco e come esempio di cittadinanza attiva.    

La collaborazione pu aiutare anche a creare una  nuova economia basata sulla biodiversit . E' successo a Montespertoli, in provincia di Firenze, dove nata una filiera sulla riscoperta dei grani antichi, quelli che nell'Ottocento la facolt di agraria aveva selezionato come i migliori per quei terreni ma di cui negli anni Cinquanta del Novecento si era persa traccia, a vantaggio di vigneti e olivi. L'associazione si costituita nel 2014 e dopo tre anni, racconta il sindaco Giulio Mangani, i terreni coltivati occupano 500 ettari, i quintali di grano prodotti superano i tremila. La rete si allargata a due mulini, quattro forni ed alcune pasticcerie, a scuola si mangia solo pane di grani antichi e da quest'anno anche la pasta. In conseguenza della scelta biologica e dell'esigenza di una rotazione nella coltivazione dei terreni, nata anche una filiera delle zootecnia e dei legumi. Il prossimo passaggio sar la certificazione dei grani.    

La Regione ha lanciato invece il progetto "Banca della terra", che dal 2013 ha gi messo a disposizione cinquemila ettari di terreni coltivabili, per l'80 per cento gi assegnati, tra i 110 mila di sua propriet . Molti sono giovani e infatti l'intervento parte del progetto Giovanis , per chi vuole cercare un'autonomia economica puntando sull'agricoltura. L'assegnazione avviene con bandi. L'idea nuova farli precedere da una manifestazione di interesse dei progetti. Ed oltre alla "Banca della terra", per chi vuol cimentarsi come palestra su appezzamenti pi piccoli, ci sono i "100 mila orti urbani", a cui hanno gi aderito sessanta comuni: sempre un progetto regionale di Giovanis .  

Ma le frontiere dell'economia collaborativa possono essere ancora pi estese: dai beni e spazi culturali alle rete di laboratori aperti, dalla promozione del territorio alla casa e il welfare, attraverso forme di coabitazione fondate non su il classico affitto ma su valori e mutualit . Terreni in parte gi esplorati e in parte da esplorare.