Economia
Lavoro
24 aprile 2013
14:14

Crisi, la Toscana meglio di altri. Interessanti segnali su investimenti stranieri. Incognita occupazione

FIRENZE - La Toscana va meglio di altre regioni: export e turismo in crescita e segnali interessanti sugli investimenti, dove la Toscana dimostra un riscoperto appeal nei confronti degli investitori esteri. Anche il Pil regge assai meglio di altre Regioni. L'incognita e il problema maggiore per i prossimi anni, in una fase ancora di crisi e recessione, rimane per quello dell'occupazione. E' quello che emerge dall'analisi dell'Irpet, al centro oggi di una comunicazione alla giunta in una seduta tutta dedicata a fare il punto su come la Toscana ha reagito (o subito) la crisi. Una crisi che comunque la Regione ha affrontato, fin dal 2008: con 6.891 milioni di euro di investimenti diretti, sostegni all'innovazione, incentivi al credito in pi forme e sostegno al lavoro, con il pacchetto "Emergenza ed economia", con i contributi su ricerca e sviluppo e con il Progetto Giovanis , che hanno complessivamente attivato 18 miliardi di investimenti, contribuito alla crescita del Pil per 9.962 milioni e garantito 172.727 unit di lavoro, pari a circa 35.000 posti di lavoro l'anno. Senza tutto ci sarebbe stato molto peggio.

Export e turismo trainanti

La Toscana va meglio di altre regioni perch crescono export e turismo: anche in questo caso grazie agli stranieri. Le esportazioni dal 2008 al 2012 crescono quasi tre volte di pi della media nazionale, sette volte che in Lombardia, il triplo dell'Emilia Romagna e pi di diciassette volte del Veneto. E con export e turismo La Toscana ha potuto ridurre le perdite sul Pil e recuperare qualche decimo di punto del gap che aveva con chi, come il Veneto o l'Emilia Romagna, negli anni Ottanta si era dimostrato invece pi dinamico. In Toscana cresciuto, dal 1950 ad oggi, anche il Pil pro capite, con un trend migliore rispetto alla media nazionale, ma anche rispetto a regioni di pi antica industrializzazione, come ad esempio Lombardia e Piemonte: il che vuol dire che, pur con i limiti del pollo di Trilussa, la ricchezza prodotta in Toscana aumentata e meglio si distribuita. Tre indicatori per dire appunto che non tutto va male, nonostante la crisi che "la peggiore e pi grave per l'Italia negli ultimi sessanta anni sottolinea il direttore e ricercatore dell'Irpet Stefano Casini Benvenuti -, in un paese che dal 1995 ultimo in Europa quanto a crescita ma anche produttivit ". Una crisi fatta di famiglie con redditi pi bassi e posti di lavoro che si riducono. Una crisi fatta di imprese che devono fare i conti con una domanda in calo e con difficolt sul fronte finanziario. Una crisi dove la pubblica amministrazione stata costretta per la prima volta a tagli consistenti della propria spesa

Recupero posti di lavoro non prima del 2020

"La recessione proseguir fino al 2013 e la ripresa, lieve, prevista solo nel 2014" annota Casini Benvenuti. Degli ultimi sei anni quattro sono stati di recessione, ricorda il direttore dell'istituto di programmazione economica della Regione, e solo con una forte ripresa e un recupero di produttivit e competitivit (oltre naturalmente alla crescita della domanda mondiale) potranno essere recuperati nuovi posti di lavoro. Le previsioni sono difficili, ma una prova a farla. "Se la crescita del Pil sar dell'1,5% l'anno dice - torneremo ai livelli occupazionali pre-crisi nel 2030, con il 2% l'anno nel 2024 e con il 3% l'anno nel 2020".

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I numeri della Toscana durante la crisi

Per approfondire:

Le slides della presentazione dell'Irpet

Le slides con la sintesi dell'impatto delle politiche della Regione