FIRENZE -  "Il Governo ha riaccentrato parte delle competenze che aveva delegato alle Regioni. Penso che sia giusto, ma ancor di pi lo sarebbe se a sua volta il Governo ne cedesse alcune all'Unione europea".

Parte da qui il presidente della Toscana Enrico Rossi per riaffermare l'importanza di un'Europa "pi unita e coesa", che si riconosca in un grande Parlamento e in una guida comune, un'Europa meno triste  e meno lacerata. Davanti a s ha la platea delle Regioni periferiche e marittime, ospiti da ieri a Firenze, 160 regioni da 28 diversi Stati d'Europa, alcuni membri dell'Unione ed altri no.

I temi stamani sul tappeto erano due: la riforma della politica di coesione dopo il 2020 e il ruolo delle autorit regionali. Rossi non ci gira troppo atttorno. "Dopo il 2020 dice dal palco - la politica di coesione deve continuare a sostenere tutte le Regioni e non solo quelle pi svantaggiate, perch dalle politiche di coesione dipendono molti investimenti. La Crpm si batter per questo. Si dividerebbero altrimenti i territori, mettendo in discussione il valore della solidariet ". Certo i soldi vanno spesi bene, evitando duplicazioni e massimizzando gli effetti. "Ma quello annota che gi stiamo facendo in Toscana, collegando le nostre politiche di sviluppo ai programmi operativi regionali fino al 2020".

Magari semplificando. "Quello della semplificazione si sofferma poco dopo il presidente   - non un tema nuovo ma che diventato centrale se vogliamo che questa politica sopravviva. Non pi accettabile che oggi un progetto finanziato dalla Ue possa essere controllato da cinque differenti autorit . Si possono trovare altre soluzioni". 

In chiusura arriva l'accenno al patto di stabilit , tema italiano ma non solo.  "E' necessario sottolinea Rossi  - che il cofinanziamento dei fondi strutturali europei sia escluso dai calcoli del patto di stabilit e crescita, visto che la politica di coesione contribuisce ad una politica di sviluppo regionale"