Salute
Tutta la Toscana
14 giugno 2021
13:57

Cultura della sicurezza: formazione, progetti didattici, testimonianze

Lo prevede un protocollo tra Regione Toscana, Ufficio scolastico regionale e Anmil per promuovere e divulgare iniziative di educazione e formazione sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro. Oggi la firma del rinnovo dell’intesa

Cultura della sicurezza: formazione, progetti didattici, testimonianze
Un momento della firma del protocollo

Viene firmato oggi, lunedì 14 giugno, il rinnovo del Protocollo d’intesa tra la Regione Toscana, l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana e l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) per la promozione e diffusione della ‘Cultura della sicurezza’ nelle scuole.

L’intesa prevede, infatti, che vengano messi a disposizione delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado progetti didattici, che favoriscano la formazione degli insegnanti, per sviluppare programmi specifici, rivolti agli studenti; la produzione e diffusione di materiale didattico adeguato (integrato con le prove Invalsi) e interdisciplinare; la testimonianza delle vittime di infortunio.

“E’ un atto importante, che dà continuità all’azione di promozione e diffusione della cultura della sicurezza, anche in ambito scolastico, favorendo la formazione degli insegnanti e il coinvolgimento degli studenti con progetti mirati - commenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani -. La sicurezza negli ambienti di lavoro, tramite percorsi didattici formativi e la formazione professionale, è fondamentale. Per questo motivo dobbiamo continuare a favorirne la conoscenza e darne la massima diffusione”.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità, serve fare squadra e mettere in campo ogni strumento per vincere questa battaglia di civiltà: politica, sociale e culturale - sottolinea l’assessore alla sanità, Simone Bezzini -. Per sviluppare e diffondere la ‘cultura della sicurezza’ è necessario parlarne anche a scuola, in modo strutturato e organizzato, fornendo anche agli insegnanti tutti gli elementi conoscitivi necessari da trasferire, poi, ai ragazzi. La formazione dei docenti e l’avvio di percorsi didattici, dedicati ai ragazzi per sensibilizzarli sul tema, sono strumenti strategici, che aiutano la valutazione del rischio, la consapevolezza del pericolo, l’adozione di comportamenti corretti. È proprio a partire dalla scuola che si può contribuire, in modo incisivo, a far conoscere l’importanza della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il rinnovo dell’intesa, che sottoscriviamo oggi, va in questa direzione”.

“Il protocollo si inserisce all’interno delle iniziative che da tempo la Regione porta avanti per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro -  aggiunge l’assessora all’istruzione, alla formazione e al lavoro, Alessandra Nardini -. Siamo convinti che in questo contesto - prosegue - possano avere un ruolo fondamentale le testimonianze di chi ha avuto un infortunio a causa di incidenti su lavoro. Nel momento in cui queste persone raccontano la loro esperienza personale e i momenti di sofferenza che ne sono conseguiti, creano un legame emotivo con le studentesse e gli studenti, che quindi possono comprendere appieno quanto sia importante sapere quello che si fa e soprattutto come si fa negli ambienti di lavoro, avere consapevolezza dei rischi e delle necessarie misure di sicurezza e comportamenti da adottare, per tutelare al massimo la propria vita, la propria salute, il proprio benessere psico-fisico, e quelli delle colleghe e dei colleghi. Tra i banchi di scuola ci si forma, si cresce, si acquisiscono conoscenze e competenze importanti, che saranno poi spendibili nel mondo del lavoro e questi temi devono farne parte a pieno titolo. Ringrazio l'Ufficio scolastico regionale, che si è dimostrato sensibile e attento. In questo protocollo la testimonianza diretta delle vittime di infortuni acquista un valore aggiunto, destando, appunto, una maggiore attenzione e un interesse più attivo da parte dei giovani. Questo aspetto formativo della testimonianza è curato in particolare dall’Anmil, che ringrazio della preziosa collaborazione"

"Promuovere e sviluppare la 'cultura della sicurezza', la conoscenza della materia della prevenzione e della sicurezza non può essere oggetto di iniziative facoltative o isolate, ma è necessario inserire tale tema nei percorsi didattici e formativi nella scuola e nella formazione professionale, soggetti attivi nella diffusione di conoscenze - spiega il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Toscana, Ernesto Pellecchia -. E' per questo che noi ci impegniamo in questo ambito  e promuoviamo  azioni per la diffusione della cultura della sicurezza nelle scuole, attribuendo valore formativo anche alle azioni congiunte. Non solo. Sosteniamo anche l’importanza della creazione di progetti, che consentano di superare l’episodicità e la frammentazione della formazione alla sicurezza sui posti di lavoro, valutiamo le modalità per la promozione, nell’ambito della flessibilità organizzativa e gestionale derivante dall’autonomia scolastica, di iniziative per la diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado della 'cultura della sicurezza' nei posti di lavoro, sulla base delle iniziative e delle attività, proposte da e con Anmil".

“Ci impegniamo a essere instancabili promotori della Legge 68, che sta invecchiando senza aver espresso ancora pienamente il suo potenziale. Ci proponiamo - afferma Maximiliano Mallegni, vicepresidente di Anmil Toscana - con un ruolo di consulenti qualificati per la gestione del disability management tanto verso gli enti pubblici, quanto verso le aziende private. Cerchiamo di portare il valore della testimonianza agli studenti e ai lavoratori per prevenire, ma vorremmo dire per cancellare, gli infortuni sul lavoro. I nostri associati sono testimonianza viva di come un infortunio non debba spegnere la vita lavorativa e l’impegno di un individuo. Vogliamo dire agli enti pubblici e alle aziende che insieme possiamo trasformare un obbligo in un’opportunità. In questa direzione va l’importante sforzo che stiamo compiendo nell’ambito delle politiche attive del lavoro”.