23 gennaio 2017
16:02

Di prigione in prigione

Per gli omosessuali che si salvarono il lager non fu la fine della loro prigionia. Dai campi di concentramento, da dove non uscirono in nove su dieci, molti passarono infatti nelle prigioni normali. Nel codice prussiano essere omosessuali rimase infatti un reato anche dopo il 1945. Lo era gi prima dell'avvento al potere di Hitler  e continuò ad esserlo anche dopo in Germania: fino al 1969 almeno, per trentaquattro anni senza modifiche e in modo più attenuato fino al 1994. Solo allora quell'articolo di legge, a dire il vero quasi oramai più applicato, fu cancellato. Ma rimase la prigionia del pregiudizio.

Non si sa di preciso quanti furono gli omosessuali deportati nei lager. Se ne parla nel vagone ristorante, nel primo dei cinque laboratori sui deportati. Forse furono15-20 mila, forse centomila. Non si conosce il loro numero esatto anche perchè dopo la liberazione in molti tacquero il motivo del proprio internamento, temendo la sanzione sociale al ritorno.

Agli omosessuali deportati nei campi non fu neppure mai riconosciuto un indennizzo, fino all'anno scorso. Neppure la società che dopo la guerra si stava costruendo li accettava.

Ma i problemi non mancano neppure oggi. "Dieci anni fa racconta Massimo Ridolfi di Azione Gay e Lesbica -in Russia la legislazione si è fatta più punitiva per gli omosessuali. E così in molti altri paesi dell'Asia e dell'Africa". Ieri e oggi, oggi e ieri. Due piani che nel viaggio della memoria si prova a tenere sempre legati.