Cultura
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19 luglio 2011
18:11

Diritto allo Studio Universitario: cosa cambia

FIRENZE "Davanti ad un Governo centrale che nel 2013 azzerer i fondi per le borse di studio, la decisione di confermare le nostre politiche sul diritto allo studio un messaggio forte, ma comunque necessario introdurre maggiori elementi di trasparenza ed equita'", queste le parole con cui Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega ai rapporti con le Universit , ha sottolineato la scelta politica fatta dalla Toscana nella delibera approvata dalla Giunta sugli indirizzi per l'anno accademico 2011/2012 per l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.

Proprio la volont di aumentare la trasparenza e l'equit nelle politiche per il diritto allo studio hanno ispirato le novit contenute nell'atto, tra cui la possibilita di introdurre fasce di reddito nell'erogazione del servizio ristorazione. I dettagli operativi su come applicare la divisione in fasce (minimo due) sono stati rimandati all'Azienda, ma gli indirizzi della Regione sono comunque chiari: occorrer valutare le condizioni economiche dello studente per far in modo che chi ha condizioni di reddito migliori paghi qualcosa in pi rispetto agli altri. Considerando che il 44 per cento degli studenti che usano le mense universitarie a Firenze ha un isee superiore ai 70.000 euro, sembra giusto chieder loro di pagare una cifra leggeremente maggiore rispetto agli attuali 3 euro, per contribuire, cos , ad incrementare le borse di studio di chi svantaggiato.

Un'altra novit riguarda la concessione del contributo di affitto previa visione della regolarit del contratto. In pratica, lo studente fuori sede che chiede il contributo di affitto dovr dimostrare di essere 'alloggiato a titolo oneroso' per almeno 10 mesi annui. "Anche in questo caso - prosegue Targetti - non difficile capire che si tratta di una questione di trasparenza ed equit , ma in questo modo pensiamo anche di contribuire a far emergere lo scandalo del cosiddetto nero".

Un altro elemento di sostanziale novit gi previsto in teoria ma mai applicato nei fatti riguarda la graduatoria unica regionale per le borse di studio (circa 11 mila in tutta la Toscana). Non ci saranno pi , come accadeva fino a oggi, divisioni in quota per singoli atenei. "Una scelta sottolinea Targetti che riteniamo possa garantire a tutti diritti uguali nonch pari trattamento e omogeneit di valutazione sull'intero territorio regionale".

Anche i criteri di accesso alle borse di studio al primo anno sono stati aggiornati prevedendo come criterio secondario, oltre al reddito (che rimane il criterio principale), il voto di maturit . Tra l'altro a parit di reddito avr la precedenza chi ha un pi alto voto di maturit . "Noi crediamo nel valore del merito - spiega la vicepresidente della Toscana - come previsto dalla Costituzione, ma allo stesso tempo abbiamo confermato il reddito come criterio principale ed indiscutibile per l'accesso alla borsa di studio e questo ci differenzia fortemente da un Governo che in nome del merito sta uccidendo il diritto allo studio. Vediamo che la legge Gelmini crea la fondazione per il merito, ma al tempo stesso il Governo azzera il fondo integrativo per il diritto allo studio".