Economia
5 giugno 2012
13:31

Economia, Rossi: 'In Toscana 500 imprese-locomotiva'

FIRENZE - "Il calabrone non vola pi ": il presidente Enrico Rossi ha scelto questa metafora oggi, intervenendo nella discussione sul rapporto Irpet-Unioncamere, per descrivere sinteticamente la situazione economica della Toscana. "Abbiamo una forza enorme nei distretti e nel sistema delle piccole imprese che continueremo a sostenere - ha spiegato proseguendo - ma le dimensioni di queste ultime sono inadeguate all'assorbimento degli investimenti per ricerca e innovazione e ai processi di internazionalizzazione. A meno che non riescano a stare in rete o non siano trascinate da altre locomotive. Non funziona pi nemmeno l'idea di una Toscana compiaciuta del proprio benessere, la Toscana stucchevole della collina e del cipresso. Non mi pare che questa sia la via della ripresa. Per uscire dalla crisi non basta percorrere i sentieri consueti. Ma bisogna essere consapevoli che dire questo significa aprire una fase critica su un paio di decenni della nostra storia recente".

Da questo dato, indicato come strutturale per un ragionamento ineludibile, il presidente Rossi ha tratto il primo punto della sua proposta: "Il rapporto Irpet ci fornisce dati preoccupanti - ha proseguito - ma attenzione a non usarli a scopo di strumentalizzazione politica e a non indurre un sentimento di scoramento tra le forze sociali. Il dato dell'export, ad esempio, positivo. Che cosa c' dietro? Ci sono in Toscana 500 imprese-locomotiva. Sono 500 imprese medio grandi, con almeno 50 dipendenti e 13 milioni di fatturato, in grado di mettere a frutto investimenti per ricerca e innovazione, di intraprendere percorsi di internazionalizzazione e di "trainare" una rete di piccole e medie imprese. Questa vivacit la Toscana ce l'ha: il calabrone deve allargare le ali. Ma per riuscirci bisogna cambiare un pezzo della cultura di questa regione, ricostruire alleanze e relazioni sociali, guardare oltre gli ultimi vent'anni. Questo mondo impreditoriale va sostenuto. Non possiamo permetterci di 'spalmare' quel poco di provvidenze che abbiamo, ma occorre al contrario concentrare le risorse su quel pezzo di industria che esporta e a questo chiede un salto di qualit . Ci abbiamo provato, rimodulando i fondi europei, dirigendo le riscorse verso le medie e grandi imprese e consolidando cos l'apparato produttivo. L'industria farmaceutica, ad esempio contribuisce al Pil regionale per il 5% con 5 milioni di fatturato. Questo frutto di una politica di rapporto, di dialogo e sostegno, che si consolidata e che ora va estesa anche ad altri settori."

Secondo punto affrontato dal presidente Rossi: il turismo. "Dobbiamo affinare il ragionamento e compiere scelte di governace. Penso a un turismo di qualit che attrae le lites internazionali, il ceto medio abbiente dagli Stati uniti, dall'oriente e dall'Europa. Contrastare il mordi e fuggi, il turismo del sabato e della domenica che poi, la domenica sera, promuove a Report il proprio interesse del week end. Dobbiamo attrarre investimenti, per il recupero, per la manutenzione, rimodulare una offerta di altissima qualit e ad impatto contenuto, contro lo sprawling costiero".

Terzo punto, le infrastrutture: "Non ci sono alternative - ha affermato il presidente - particolarismi e localismi vanno sconfitti. Bisogna che ciascuno assuma le proprie responsabilit , politiche, economiche, amnministrative e sociali. La Tirrenica va fatta, l'Alta velocit va fatta, e cos le terze corsie. Sto lavorando per risolvere il problema dell'aeroporto di Firenze: se avr il collegamento con gli hub europei, in integrazione con lo scalo di Pisa, il servizio per la Toscana sar completato. (Rispondendo a convegno concluso a una domanda sulle sollecitazioni ricevute dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, il presidente Rossi ha replicato: "Renzi si fidi di me che sto lavorando duramente per l'aeroporto, come io mi fido che lui far la tramvia entro il 2015"). Sto parlando di recuperare il ritardo infrastrutturale rispetto alle regioni pi avanzate d'Italia con un programma che di modernizzazione, non di realizzazione di cose nuove. Le opere devono procedere con celerit e determinazione, una partita da chiudere, anche se ci saranno discussioni. In Toscana non possiamo permetterci di respingere investimenti che rispettino leggi, regolamenti e pareri tecnici. L'effetto 'nimby' contrario a una politica di modernizzazione, ma non all'effetto 'sprawling'. E non grave che qualcuno dica no, ma grave che un politico cavalchi l'effetto 'nimby'".

Strumenti essenziali per la ripresa degli investimenti anche in Toscana saranno i fondi comunitari, una disponibilit compolessiva di 3 miliardi e 100 milioni. "Lo sforzo sar quello di far scattare i progetti 2014-2020 a partire dal gennaio 2014, senza slittamenti - ha affermato il presidente - e quindi dobbiamo mettere in campo le nostre strategie entro met 1013. Qui si parr la nostra 'nobilitade'. Negli ultimi dieci anni in Toscana abbiamo avviato 1600 opere. Le stiamo monitorando. Ma bisogner trovare punti forti, infrastrutturali e industriali, su cui indirizzare le risorse".