Salute
3 febbraio 2012
15:42

Grazie all'ospedale per intensità di cure, ridotti i giorni di degenza

FIRENZE - "Il modello dell'ospedale per intensità di cure ci ha consentito di trasformare e portare al passo con i cambiamenti intervenuti in sanità, un sistema che è stato per anni il punto di riferimento dell'assistenza ospedaliera: quello del reparto organizzato per specialità, che ruotava attorno al primario. La sfida, ora, è sul metodo più che sul modello: ricordare quali sono gli obiettivi che ci siamo dati, e misurare costantemente se li stiamo raggiungendo. Quello che più mi piace dell'ospedale per intensità  di cure è il fatto che mette al centro il paziente". L'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia è intervenuta stamani al convegno "Ospedale per intensità  di cura: due anni di esperienze delle Asl toscane nel report regionale", organizzato dal Consiglio Sanitario Regionale a Villa La Quiete alle Montalve, per presentare lo stato dell'arte sull'applicazione di questo modello nelle diverse aziende sanitarie della Toscana.

L'ospedale per intensità  di cure è un nuovo modello organizzativo su cui in Toscana si è cominciato a lavorare dal 2005, per rispondere alle mutate esigenze dei pazienti: per esempio, pazienti anziani, con un problema prevalente, ma più patologie coesistenti. In base all'organizzazione per intensità  di cure, il paziente viene assistito nel posto letto più appropriato rispetto ai suoi bisogni assistenziali. E non è il paziente a muoversi, ma sono lo staff e le tecnologie a muoversi intorno a lui. L'ospedale per intensità  di cure costituisce anche lo stimolo per focalizzarsi sulla cura e sull'assistenza, abbattendo le barriere tra le professioni, le specialità, e riducendo il tempo dedicato ad attività non sanitarie.

"Ridisegnare i processi ospedalieri ci consente anche di affrontare le problematiche legate all'appropriatezza delle cure e all'allocazione delle risorse - ha osservato ancora l'assessore - e i risultati già si vedono". Nell'azienda ospedaliero-universitaria pisana, per esempio, ha informato il direttore sanitario Fabrizio Gemmi, da aprile a dicembre 2011 la degenza standard si è ridotta da 7 a 6 giorni; nello stesso periodo, il flusso di pazienti in arrivo dal pronto soccorso alle medicine è salito da 167 (aprile) a 254 (dicembre), restando invariato il numero di posti letto a disposizione; e si è registrata una consistente riduzione del tempo pre-operatorio per i pazienti con frattura di femore: l'attesa sotto le 48 ore è passata dal 40% all'85%.

Nella prima fase di sperimentazione – è emerso dal convegno – ogni azienda ha sviluppato un proprio percorso, e attualmente esiste una disomogeneità  di comportamento tra le varie Asl, con esperienze avanzate di aree di degenza multidisciplinare, ed altre sulle quali c'è ancora da lavorare. Ma tutte le sperimentazioni – è stato sottolineato – testimoniano un atteggiamento positivo verso il cambiamento.