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2 luglio 2016
17:48

I rifugiati si occupano dell'oasi del Bottaccio. Al via a Capannori progetto sperimentale

CAPANNORI - La cura dell'oasi naturale del Bottaccio, a met tra i comuni di Capannori e Bientina (LU), ha il volto e il sudore di Idrissa, giovane guineano sbarcato a Lampedusa quasi quattro anni fa dopo essere scappato dalla guerra e ad aver attraversato il deserto della Libia. Oggi, per la prima volta, circa venti migranti armati di vanghe, cesoie, cariole e falci hanno lavorato al fianco di attiviti di associazioni ambientaliste per realizzare piccoli interventi di manutenzione dei sentieri e delle palizzate, taglio del legname, raccolta delle ramaglie e dei rifiuti nelle aree protette del Bottaccio, del bosco Tanali e del Lago della Gheradesca, tutte zone di alto pregio ambientale poste a cavallo tra le Province di Lucca e Pisa. 
All'iniziativa di questa mattina hanno partecipato anche l'assessore regionale alla sicurezza Vittorio Bugli, il presidente della Provincia di Lucca e sindaco di Capannori, Luca Menesini, il sindaco di Bientina Corrado Guidi e il presidente del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord Ismaele Ridolfi.
 
"Parte dal comprensorio del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord ha detto l'assessore Bugli un progetto pilota, fortemente voluto dalla Regione. I ragazzi richiedenti asilo, ospiti delle strutture di accoglienza del nostro territorio, prestano la loro tempo e il loro impegno per la cura e la valorizzazione di quanto pi bello abbiamo in Toscana: l'ambiente. E' un piccolo segno, una partenza, che traccia la strada lungo la quale stiamo lavorando tutti assieme: affinch siano sempre di pi le occasioni in cui la solidariet e l'accoglienza diventino l'altra faccia della medaglia della sicurezza del territorio".
 
Il progetto stato fortemente voluto dalla Regione Toscana e realizzato grazie al coinvolgimento del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, dei Comuni di Capannori e Bientina, del WWF Alta Toscana e di Legambiente di Capannori-Pianura lucchese-Valdera.
 
"L'integrazione   spiega il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi pu essere vissuta come un'opportunit , pi che come un problema; pu diventare, addirittura, motore per la sicurezza, ambientale e idrogeologica del nostro territorio. E' partendo da tale scommessa che abbiamo ben volentieri raccolto la richiesta della Regione Toscana, che ci ha chiesto un impegno. Assieme ai Comuni e alle associazioni ambientaliste abbiamo dato gambe alla nostra idea, cogliendo la disponibilit volontaria di questi giovani migranti, che potranno imparare ad utilizzare strumenti di lavoro, con l'auspico che ci sia utile per una futura occupazione, e tutti i cittadini avranno un vantaggio immediato,
perch le oasi naturali saranno pi curate e, quindi, maggiormente fruibili".
 
La sperimentazione iniziata con la cura delle aree naturali, ma dal Consorzio fanno sapere di aver in mente anche altri interventi, come la manutenzione delle canalette d'irrigazione e la salvaguardia dei crinali montani.
 
"I rifugiati che sono ospiti delle strutture del nostro territorio ha evidenziato Menesini - avranno la possibilit di rendersi utili per la comunit che li ha accolti, svolgendo un servizio a titolo gratuito e
volontario. Questo progetto rappresenta per loro, inoltre, un'occasione significativa di integrazione e di formazione. Da sottolinearea anche la sinergia venutasi a creare tra enti e associazioni locali per realizzare questa iniziativa".
 
Il giuneano Idrissa, in virt di una selezione pubblica superata, divenuto operaio del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, primo rifugiato-richiedente asilo politico ad essere assunto in un Consorzio di Bonifica in Italia.  Insieme a lui hanno lavorato all'oasi del Bottaccio Moussa, arrivato dalla Costa d'Avorio, Mahmmod, proveniente dall'Afghanistan, Jallow, originario dal Gambia, e tanti altri migranti di nazionalit diverse  ospitati in strutture di accoglienza capannoresi.
Questa iniziativa d'ora in avanti verr ripetuto ogni mese per un'intera giornata, con l'obiettivo di promuovere l'integrazione e far parteciapre anche i rifugiati alla cura dei bene comuni.