Cultura
24 aprile 2015
15:17

Il Memoriale degli italiani ad Auschwitz, opera corale a più mani

FIRENZE – Il Memoriale degli italiani ad Auschwitz fu inaugurato il 13 aprile 1980: un allestimento dove la testimonianza passa attraverso il lavoro artistico e l'arte si fa carico dell'impegno di testimoniare.

La sua casa fu il blocco 21 del campo di sterminio tedesco in Polonia,, uno dei tanti dormitori di Auschwitz. Fu realizzato grazie ad una progettazione collettiva e corale a cui contribuirono lo studio architettonico milanese BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), lo scrittore Primo Levi, il pittore e maestro Mario Samonà, Nelo Risi e il compositore Luigi Nono che concesse l'utilizzo del suo brano "Ricorda cosa ti hanno fatto ad Auschwitz" per farne la colonna sonora.

L'obiettivo dichiarato dal suo ideatore Lodovico Belgiojoso, deportato nei campi di sterminio anche lui e autore di più memoriali, era quello di ricreare allusivamente un'atmosfera da incubo, l'incubo del deportato: uno spazio ossessivo, tra luci e ombre e 'finestre' aperte sugli altri blocchi del campo.

Così fu pensato a un'enorme spirale ad elica che occupava tutte le stanze al primo piano del Blocco 21, un tunnel - anzi due affiancati - dalle pareti decorate da percorrere all'interno lungo una passerella di traversine in legno che evocano quelle ferroviarie guardando quell'affresco suddiviso in ventitré strisce su cui il pittore Samonà racconta il fascismo e il nazismo, la Resistenza e la deportazione. Con colori ripetuti non casualmente: il nero del fascismo, il bianco che allude al movimento cattolico, il rosso del socialismo e il giallo che riconduce al mondo ebraico.

Primo Levi e Gianfranco Maris, allora presidente dell'Aned, scrissero nel 1979 che il memoriale italiano voleva essere "un luogo dove la fantasia e i sentimenti potranno evocare, molto più delle immagini e dei testi, l'atmosfera di una grande indimenticabile tragedia". E' questa l'essenza dell'installazione italiana.

Il primo progetto dell'allestimento risale al 1975. Ma a causa della difficoltà a trovare i soldi per la sua realizzazione il progetto andò a compimento solo cinque anni più tardi. Nel 2008 è stato oggetto di una prima ripulitura a cui lavorarono alcuni studenti dell'Accademia di Brera.