Cultura
25 gennaio 2013
13:31

Il Treno della memoria è un vaccino che ti cambia la vita

Il Treno della memoria è un vaccino che ti cambia la vita

FIRENZE - E' successo e dunque può succedere di nuovo. Magari in altre forme, ma con la stessa aberrazione. Lo diceva Primo Levi, lo scrittore sopravvissuto ad Auschwitz, e ne è convinto il presidente della Toscana, che lo ripete durante la conferenza stampa in cui presenta il programma dell'ottava edizione del treno della memoria. Parteciparvi, dice, è un modo per vaccinarsi, anche se purtroppo violenze non troppo diverse si ripetono anche oggi e ideologie altrettanto aberranti infestano più parti del mondo. Cita l'Ungheria il presidente, un esempio tra i tanti della cronaca contemporanea su cui fin troppo flebile, sottolinea, è la voce internazionale. Per questo occorre vaccinarsi: anche per non essere indifferenti. Ed è per questo che la Toscana organizza dal 2002 il treno della memoria.

Su quel treno sono saliti (o stanno per salire) più di seimila ragazzi in otto diverse edizioni. Ed è un'esperienza che ti segna, racconta il presidente della Toscana. Ci è salito la prima volta due anni fa e si dice contento di farlo di nuovo, con i ragazzi: un'esperienza che segna gli adulti ed ancor di più i ragazzi, per tutta la vita.

Per l'assessore toscana alla cultura, anche lei presente alla conferenza stampa, i campi come Auschwitz lasciano nell'animo di chi si trova a visitarli il segno della lucida pianificazione dell'orrore e della programmazione della morte. Per questo è essenziale far vivere iniziative come il Treno della memoria, che la Regione ha voluto fortemente mantenere non togliendo un euro al complessivo bilancio del settore culturale; perché solo attraverso la cultura, la conoscenza si investe sulla consapevolezza e si può insegnare a dire no e combattere il silenzio che l'oblio impone alle coscienze, consentendo la rinascita di fenomeni oscuri.

Il coordinatore del Treno della memoria ed esponente della comunità ebraica toscana, Ugo Caffaz, ha da parte sua tenuto a sottolineare quanto la partecipazione ad iniziative come questa contribuiscano ad alzare la soglia della sensibilità ai temi del razzismo e dell'antisemitismo, in particolare tra le giovani generazioni. Svela anche in anteprima un inedito: una ricerca del giovane sociologo Luca Bravi con un questionario distribuito a più giovani e da cui emergono l'atteggiamento diverso tra cui è stato ad Auschwitz ed è salito sul treno e chi no. La riprova del valore educativo e didattico dell'iniziativa toscana.

Caffaz ha poi sottolineato come l'edizione 2013 del Treno della memoria sia dedicata a Shlomo Venezia, deportato e sopravvissuto scomparso di recente, testimone diretto delle atrocità di Auschwitz raccontate in quello che è ormai un testo classico sulla Shoah, "Sonderkommando Auschwitz". La rivolta, in memoria della sanguinosa sollevazione del maggio 1943 del ghetto di Varsavia, è il tema della giornata della memoria che ricorre domenica. La rivolta e la ribellione, ricorda sempre Caffaz, si legano al tema della possibilità della scelta: come quella che spinse nel 1938 il Cardinal Elia Della Costa ha tener sbarrate chiese e sede dell'Arcivescovado durante la visita di Hitler a Firenze.

Le pagine con il racconto in diretta del Treno della memoria 2013