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17 aprile 2013
14:04

Istruzione: a Prato un centro di integrazione che supera la disabilità

FIRENZE – "Un amico speciale". Così Sofia, una bambina dell'Istituto Comprensivo Gandhi di via Mannocci a Prato si rivolge ad un coetaneo diversamente abile che frequenta la stessa scuola. "Sei un amico straordinario – continua Sofia – non puoi ascoltarmi e capirmi, non sai cosa succede intorno a te, ma avere te come amico non è come avere un Wi-fi o la Play, è un dono eterno". Quelle di Sofia sono parole simili a quelle di Costanza, Irene, Greta e di tanti altri bambini e bambine che frequentano la scuola e che hanno incontrato tanti altri bambini e bambine che sono "amici speciali", in particolare si tratta di bambini e bambine autistici.

Già perché al Comprenisvo "Gandhi" è nato ed opera da qualche anno un Centro di integrazione anch'esso intitolato a Gandhi, che rappresenta un modello d'eccellenza e un esempio di buone pratiche. Oggi la vicepresidente della Regione, che ha anche la delega all'istruzione, Stella Targetti, ha visitato il centro e ne ha apprezzato sia la metodologia didattica, unica nel suo genere, sia i risultati che permette di raggiungere.

 "Il Centro integrazione Gandhi – sottolinea Targetti - è un modello di inclusione scolastica veramente efficace, perché ci sono gli spazi, i temi, le competenze adeguati ad affrontare le situazioni dei ragazzi autistici. Il Centro consente di prendersi cura di questi ragazzi 35 ore alla settimana, mentre nella "normalità" della scuola sono di solito 9 o 10 ore. Questo mi fa pensare agli insegnanti di sostegno di molte scuole italiane, che spesso si sentono soli e frustrati perché gli spazi in cui lavorano non sono adeguati.

 Al Cig di Prato – continua Targetti - i ragazzi autistici hanno la possibilità, insieme agli educatori, di poter scegliere i momenti con cui condividere la classe insieme agli altri alunni, alternandoli a momenti di riposo e ad altri dedicati ad attività alternative costruite su misura loro. E questo dà molta tranquillità a loro, agli insegnanti e a tutta la realtà scolastica, a giudicare dal coinvolgimento dei ragazzi normodotati ai quali l'esperienza della diversità è fatta vivere come una speciale occasione di crescita." Da qui l'impegno della vicepresidente della Regione Toscana per far conoscere l'esperienza e diffonderla come esempio di "buone pratiche", sia a livello della Toscana, sia anche a livello nazionale.

 "Ci prendiamo l'impegno – conclude Targetti - di lavorare affinché questo tipo di inclusione scolastica possa diffondersi sul territorio della Toscana e di aprire un confronto con il Miur per far riconoscere la realtà del Gandhi come modello di riferimento per tutta l'Italia".