Editoria
29 giugno 2023
11:17

L’arte del restauro. Le lezioni fiorentine di Vittorio Granchi

L’arte del restauro. Le lezioni fiorentine di Vittorio Granchi
Vittorio Granchi al lavoro sul Cristo di Cimabue - Foto Studio Granchi / Torrini

Scritti, fotografie, appunti, nozioni tecniche dell’artista al quale fu affidato il restauro del Cristo del Cimabue dopo l’alluvione del novembre 1966 e ne ha seguito con infinita passione e competenza i lavori fino al 1973, operando i primi interventi per il recupero completo dell’opera con una tecnica innovativa che permise di separare la superficie pittorica dal supporto ligneo, salvaguardando l’integrità complessiva del capolavoro.

Stretto collaboratore di Ugo Procacci, fondatore nel 1932 del "Gabinetto di restauro dei dipinti" di Firenze, Vittorio Granchi rappresenta la summa del restauro fiorentino e la sua opera attraversa le vicende belliche, il dopoguerra e per vari aspetti tutta la storia delle tecniche di conservazione del patrimonio artistico toscano.

“Lezioni di restauro”, raccoglie la puntuale trascrizione delle sue lezioni dedicate ai giovani apprendisti, allora aggregati al gabinetto restauri della Soprintendenza alle Gallerie, situato di fronte alla vecchia Posta degli Uffizi, che intendevano imparare e affinare un mestiere ancora non codificato così come oggi viene praticato e considerato.

Il volume, curato da Giorgio Bonsanti, soprintendente dell'Opificio delle Pietre e Dure e Laboratori di Restauro di Firenze fino al 2000 assieme al figlio di Vittorio Granchi, Andrea, fino al 2012 docente e titolare della cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara e di Firenze e al nipote Giacomo Granchi, oggi titolare dello Studio Granchi, che continua ad operare attivamente seguendo la tradizione familiare nel campo del restauro, è l’ideale seguito e complemento del precedente volume pubblicato nel 2010 in occasione del centenario della nascita.

Presentato nella sala Esposizioni di Palazzo Sacrati Strozzi assieme a Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, Cecilia Frosinini del Consiglio scientifico delle Gallerie degli Uffizi e Andrea e Giacomo Granchi, il volume, edito da Edifir, serve a dare forma compiuta allo straordinario patrimonio di saperi e conoscenze sperimentate da Granchi nelle sue attività negli anni che vanno dalla fine del 1935 al 1950 e poi raccolte in forma scritta a partire dal 1958.

“Pagine e scritti che hanno richiesto un lungo lavoro di recupero e ordinamento – sottolinea Cristina Acidini – e nella loro contestualizzazione storica possono oggi essere letti in una prospettiva assolutamente contemporanea che documenta la storia del restauro nei suoi risvolti tecnici, culturali ed umani proprio nel periodo, il secondo dopoguerra, nel quale l’attività inizia ad assumere forme e metodologie che la portano ad assumere il profilo del restauro scientifico moderno ed a codificarne la pratica che Vittorio Granchi riesce a divulgare nelle sue lezioni con una straordinaria semplicità comunicativa”.

Corredato da una sezione documentale e da un ampio repertorio fotografico che documenta con scatti inediti le fasi dei restauri di Granchi su opere, fra gli altri, di Tiziano, Vasari, Beato Angelico, Filippo Tarchiani e il delicato e lungo intervento sul Cristo di Cimabue, il volume raccoglie nella sua prima parte i contenuti più specialistici dedicati alle varie tecniche di restauro e recupero dei materiali e delle tracce di pittura, con interi capitoli che prendono in esame le tipologie di legni, i tipi di colle, i “leganti” i modi di preparazione dei dipinti, del colore ed i diversi trattamenti della tempera, del mosaico e degli affreschi, con un cenno di particolare interesse per le pagine che rendono conto del lavoro effettuato a partire dall’autunno 1966 negli spazi della Limonaia di Boboli, che Granchi amava chiamare “astanteria di primo soccorso” dell’immenso sforzo di recupero di tutto il patrimonio artistico fiorentino travolto dall’Alluvione.

Le memorie di Granchi in questa particolare collocazione restano come unica descrizione degli interventi effettuati all’epoca sui dipinti su tavola e su quel prezioso e lento recupero di quel che oggi è di nuovo possibile ammirare nel suo autentico senso artistico, visivo e umano.