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21 ottobre 2014
10:45

La buona scuola. Dagli assessori regionali un invito a Renzi: facciamo un patto

FIRENZE - Apprezzamento per i 12 punti sulla "buona scuola" ma parallelo invito a non dimenticare l'esistenza delle Regioni e a prestare attenzione su un modello di governance, nei rapporti Stato/Regioni, realmente condiviso anche perch "la buona scuola" presenta gi buone pratiche in tutta Italia. Cos la Commissione IX della Conferenza delle Regioni e Province autonome, presieduta dall'assessore toscano all'Istruzione Emmanuele Bobbio, davanti al rapporto ("La buona scuola") del governo Renzi.

Tutti gli assessori regionali all'Istruzione hanno condiviso un loro documento ("Per un contributo al dibattito sulla buona scuola") partendo dal presupposto di ritenere "il confronto l'elemento fondamentale per promuovere il miglioramento continuo del sistema". Sergio Chiamparino, presidente della conferenza delle Regioni, ha inviato il documento al premier Matteo Renzi e al ministro Stefania Giannini.

"Presto - sottolinea Emmanuele Bobbio - sar organizzata una iniziativa pubblica per presentare il documento: anche in vista della riforma costituzionale e anche se non si parte certo da zero, fra Stato e Regioni serve un buon dialogo, occorrono regole di raccordo, necessario un migliore coordinamento".

Sulla base della circostanza che anche il nuovo testo della Costituzione indica l'istruzione come materia fra quelle per le quali Governo e Regioni "sono chiamate ad esercitare competenze ispirate al principio di leale collaborazione", gli assessori regionali ricordano come proprio le Regioni ("in considerazione del ruolo costituzionale ad esse attribuito") abbiano maturato in questi anni "una vasta esperienza di governo del territorio, anche attraverso la realizzazione di progetti quali esempi di best pratices e di esperienze concrete di una buona scuola che, anche se non omogeneamente diffusa e poco conosciuta, esiste gi nel territorio".

Le 17 pagine sono aperte da doppio un invito al governo: in primo luogo "realizzare un modello di governance condiviso quale presupposto imprescindibile per rendere efficiente ed efficace l'azione di governo e coordinare al meglio gli interventi". In secondo luogo puntare su un sistema di LEP (Livelli Essenziali di Prestazioni) in modo analogo a quanto fatto per la sanit , in modo da "poter definire con criteri oggettivi il fabbisogno formativo sulla base di uno standard condiviso e realizzare un sistema efficiente, razionale e sostenibile di riparto delle risorse nazionali e un efficace sistema di controllo e valutazione dei dati".

Sottolineata l'importanza di una chiara definizione delle competenze in materia di istruzione ("per utilizzare al meglio l'apporto di tutti ed evitare l'inutile e dispendiosa litigiosit istituzionale che ha portato in 8 anni a 8 sentenze della Corte Costituzionale"), le Regioni auspicano, in attesa della definitiva riforma del Titolo V della Costituzione, un "modello di governance multilivello". Quattro gli elementi proposti per un nuovo "patto educativo": individuare le regole di sistema, definire in modo congiunto obiettivi misurabili e target di convergenza, individuare le modalit di raccordo interistituzionale, definire gli strumenti per verificare l'effettivo conseguimento degli obiettivi.

Le Regioni entrano poi nel merito del rapporto fra scuola e mondo del lavoro. Citati i dati ("allarmanti") del rapporto OCSE 2014 (la percentuale dei giovani Neet [che non studiano, lavorano e non fanno formazione]  aumentata di oltre 5 punti percentuali, nel 2012 solo l'86% dei diciassettenni italiani risulta ancora iscritto nel sistema scolastico, i giovani italiani hanno livelli di istruzione inferiori ai loro coetanei nella maggior parte degli altri paesi), gli assessori regionali sottopongono al governo sette aspetti: orientamento scolastico e formativo, raccordo scuola/lavoro, istruzione e formazione professionale, formazione tecnica superiore, apprendistato, poli tecnico professionali, transazione scuola/lavoro e garanzia giovani.

Tre le appendici che completano la presa di posizione degli assessori regionali: un focus su alcune esperienze regionali contro la dispersione scolastica (due le buone pratiche toscane: il lavoro sui Poli tecnico professionali e i Laboratori del sapere scientifico) e due documenti con proposte operative di innovazione sul dimensionamento dell'organico docenti e sul riparto dei dirigenti scolastici.