Cultura
15 novembre 2016
19:03

La storia del Piroscafo Oria sabato a Vaiano. Barni: "Un pezzo della nostra storia"

FIRENZE - Ancora un pezzetto di memoria che si aggiunge al complesso progetto di ricerca che, anche con il sostegno della Regione, sta riportando alla luce la storia del Piroscafo Oria, la nave da carico norvegese requisita dai tedeschi nel 1940 e usata, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, per trasferire i soldati italiani che avevano rifiutato di aderire al nazi fascismo verso i campi di lavoro e sterminio in Germania.

 

L'11 febbraio 1944 il piroscafo, di stanza a Rodi, fu stipato di oltre 4000 soldati italiani e salp per la Grecia. Colto nella notte del 12 febbraio 1944 da una tremenda tempesta, il piroscafo affond presso Capo Sounion. Una tragedia passata per anni sotto silenzio e che, dal 2012, ha chiamato in causa anche la Toscana con il ritrovamento di una gavetta appartenuta ad una delle vittime, il ventiduenne Dino Menicacci, di Vaiano. Ed proprio il Comune di Vaiano che, sabato 19 novembre, dalle 15 in poi presso la Villa del Mulinaccio, ha promosso insieme alla Fondazione CDSE (centro documentazione storico etnografica) l'iniziativa "La storia del Piroscafo Oria dalla Grecia a Vaiano: nuove scoperte e nuovi incontri" in cui interverranno una delegazione greca, le autorit civili e militari italiane e la rete dei parenti delle vittime provenienti da tutto il territorio nazionale.

 

Dopo la scoperta del giovane vaianese, la ricerca, portata avanti da Cdse con il coordinamento del Comune di vaiano e la supervisione scientifica dell'Universit di Siena (professor Nicola Labanca)

proseguita e, con la collaborazione della Regione, ha individuato i nomi di altre vittime, tutte legate al territorio. Da quel momento il Comune di Vaiano tutti gli anni dedica una giornata al ricordo della tragedi, nella quale le famiglie delle vittime provenienti da tutta Italia sono solite ritrovarsi per commemorare i loro cari e condividere le ultime scoperte su una ricerca che va avanti ancora oggi.

Nel'occasione sar proiettato un documentario.

 

"Siamo felici di toccare con mano i grandi progressi fatti nella ricostruzione della vicenda - afferma la vice presidente e assessore alla cultura della Regione Monica Barni - e di aver contribuito a fare

luce su una pagina poco conosciuta di una storia che ci appartiene. Ci auguriamo che momenti di studio e approfindimento possano portare ulteriori tasselli, non solo per dare alla vicenda la giusta

collocazione storica, ma anche e soprattutto per offrire un riconoscimento morale alla memoria dei nostri caduti, che si rifiutarono di collaborare con il nazi-fascismo e dopo oltre 70 anni dare una

risposta alle famiglie dei dispersi".