Internazionale
Cultura
8 marzo 2011
11:54

La Toscana ricorda in Svizzera i 150 anni dall'Unità d'Italia

FIRENZE - Mazzini vi si rifugiò per alcuni anni e vi fondò la "Giovine Europa". Anche Cattaneo trovò riparo in Svizzera. E con lui molti altri patrioti ed esuli del Risorgimento. Non poteva dunque che iniziare dalla Svizzera, terra peraltro dove tanti italiani e toscani sono il secolo scorso emigrati, il viaggio della mostra sull'Unità d'Italia, la Toscana e il Risorgimento che la Regione ha allestito per i toscani del mondo, presentata in anteprima a Firenze all'inizio di dicembre.

Nelle settimane scorse, dal 14 al 28 febbraio, la mostra ha fatto tappa a Neuchatel, nel cantone omonimo della svizzera. Il 4 marzo è arrivata Sion, nel cantone vallese, dove rimarrà fino al 14 marzo e di seguito si sposterà a Zurigo, ospite a "Casa d'Italia" il 17, 18, 19 e 20 marzo e poi ancora il 25,26 e 27 marzo, assieme ad altre iniziative sul Risorgimento tra cui una conferenza storica di Tindaro Gaetani, proprio in occasione dell'inaugurazione il 17 marzo.

L'ingresso alla mostra è naturalmente gratuito – l'occasione per raccontare ad un pubblico locale, eterogeneo, la Toscana e il contributo toscano nella costruzione dello stato italiano - e il viaggio attraverso i cinque continenti, dove più numerose sono le comunità dei toscani che vivono stabilmente all'estero, è stato possibile grazie anche al contributo della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. Tra le prossime tappe c'è anche il Belgio e Bruxelles (all'inizio di aprile), Parigi (forse nella seconda metà di giugno) e l'Irlanda del Nord. Prima che la mostra cominci ad attraversare gli oceani.

Contributi multimediali in arrivo

La mostra parla della Toscana, del Risorgimento e del ruolo centrale che la Toscana ebbe nella costruzione e modernizzazione della nazione fino al 1848 ed oltre. Una mostra agile ma densa di contenuti, curata dai professori Valentino Baldacci e Cosimo Ceccuti, costruita su 21 pannelli facilmente ripiegabili e trasportabili tradotti anche in inglese e spagnolo, tutti alti due metri e larghi, con cronologie, immagini e didascalie scritte con linguaggio semplice e immediato. Una mostra in crescita anche: già dalle prossime settimane la rassegna itinerante si arricchierà infatti di contributi video realizzati dalla Fondazione Sistema Toscana, che ha pescato negli archivi della Mediateca regionale e di altri enti. E poi ci sono i cimeli, anche se non ovunque saranno esposti: due teghe di con pendenti, lettere autografe, medaglie e monete dagli anni di Pietro Leopoldo ai primi vagiti del Regno d'Italia messe a disposizione dalla Fondazione Spadolini.

Dai Lorena a Firenze capitale

La rassegna parte dai Lorena e dei Lorena si sottolineano la spinta riformatrice ma anche le contraddizioni: come quella di una dinastia che, anche se profondamente radicata nella tradizione toscana, era pur sempre un ramo della casa regnante nell'impero austriaco. Vengono ricordate le riforme nel campo agrario e del commercio, le bonifiche e lo sviluppo delle infrastrutture: prime fra tutte le strade e le ferrovie che furono realizzate, facendo della Toscana una regione all'avanguardia. Si parla anche della scuola e dell'educazione popolare, che fu al centro della riflessione e dell'attività di personaggi come Gino Capponi, Cosimo Ridolfi e Raffaello Lambruschini, e dei movimenti di opposizione di ispirazione carbonara e mazziniana.

La seconda parte della mostra è dedicata agli anni dopo il 1848, con il progressivo emergere di una opposizione non solo di tendenza democratica e repubblicana ma formata dalla stessa classe dirigente liberale moderata, la trasformazione di Firenze negli anni in cui fu capitale, non senza qualche malumore per l'arrivo di trentamila piemontesi e gli affitti schizzati alle stelle, e alla questione della lingua. (coll/gq)