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31 marzo 2017
15:21

Lavoro sicuro, pronti con nuovi controlli nei prossimi due anni. Rossi: "Lotta anche all'evasione fiscale"

PRATO Parte con un seminario la fase 2 del progetto Lavoro Sicuro, che riguarda le aziende cinesi di Prato ma non solo. Inizia con un corso e un confronto lungo un'intera giornata - seduti stamani nella sala del Pellegrinaio del vecchio ospedale decine e decine di ispettori per la sicurezza del lavoro dell'Asl centro, assunti tre anni fa a tempo determinato e pronti a partecipare ad un concorso che sar bandito entro la fine dell'anno per stabilizzare quei settantaquattro posti e proseguir ad aprile con una campagna di comunicazione e informazione.

 

Moral suasion e percorsi di affiancamento, concertati con la comunit e le autorit cinesi, per spiegare a chi non del tutto in regola come fare a rientrare nella piena legalit . Poi a maggio riprenderanno i controlli, che in due anni, fino ad aprile 2019, ripasseranno al settaccio tutte le oltre ottomila aziende censite nella piana tra Firenze, Empoli e Pistoia, oltre la met solo a Prato.

 

"E' un lavoro - ha detto il presidente della Toscana Enrico Rossi, che stamani intervenuto al seminario assieme al sindaco Matteo Biffoni e al procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi - che bisogna continuare e rafforzare"

 

Le ispezioni stavolta riguarderanno anche altri temi. Si punter ad esempio l'attenzione sulla formazione interna del personale e la regolarit dei rapporti di lavoratori. E naturalmente sar segnalata alle autorit di competenza ogni informazione utile per contrastare l'evasione fiscale, un aspetto particolarmente caro al presidente Rossi. Dalla sicurezza alla legalit .

 

"E' una piaga da combattere sottolinea ancora a margine del seminario - Chieder al presidente del Consiglio, quando la prossima settimana sar in Toscana, che si intervenga in maniera concertata. Occorre evitare che la moneta cattiva scacci quella buona: chi paga le tasse e si comporta correttamente rischia altrimenti di essere messo fuori mercato".

Davanti agli ispettori, mezzora prima, aveva ricordato come l'Irpet, qualche anno fa, avesse stimato in un miliardo di euro l'anno il valore dell'economia sommersa delle aziende cinesi di Prato.

 

"Se riuscissimo a tirare a galla tutto il nero - annota - c' ne sarebbe a sufficienza per garantire servizi e una citt miglior per tutti. E come Regione siamo pronti a dare la nostra disponibilit per integrare il lavoro di altre forze dello Stato e lavorare insieme all'agenzia delle entrate". Che poi il modello del progetto pratese, esportato a Siena per l'agroalimentare o a Massa e Carrara per le cave di marmo garantendo personale di supporto al lavoro delle Procure. "Che rimane autonomo e decisivo" precisa e ringrazia Rossi.

 

"Con il progetto partito tre anni fa abbiamo dimostrato dice il presidente che lo Stato e i diversi apparati della pubblica amministrazione, se lavorano insieme, possono farcela e che si pu riportare la legalit anche laddove si riteneva che fosse impossibile". Rossi ricorda i dormitori chiusi a centinaia ma anche le aziende, pi di otto su dieci negli ultimi mesi, che ottemperano alle prescrizioni degli ispettori e si mettono in regola. "Inoltre aggiunge ci sono esempi di aziende cinesi gi prima virtuose, che ho personalmente visitato ed apprezzato".

 

"L'iniziativa sottolinea - ha anche messo in rilievo come esista un intreccio tra quella realt cinese che versa in condizioni di illegalit e una realt pratese che di quella illegalit vive e ne ha responsabilit . Prato, l'ho detto altre volte, un po' il 'digestore' della modernit in Toscana, con i suoi aspetti positivi e contraddizioni".

 

"Ora conclude Rossi - bisogna proseguire il lavoro avviato dopo la tragedia della Teresa Moda. La legalit un tema che ha bisogno di una consapevolezza condivisa". E chiude con due appelli: "alle autorit cinesi perch si impegnino di pi , se possibile, in questa opera verso la legalit " e allo Stato, "per un'azione ancora pi forte contro lo sfruttamento di lavoratori, costretti in condizioni e con salari che li fanno a volte assomigliare a schiavi".